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lunedì 29 luglio 2024

Ventidue spagnoli e quattro italiani

Il gruppo di italiani con cui la Pinkytos' Family doveva condividere il tour è composto da ventidue spagnoli. La guida parlante italiano, Ismael, traduce simultaneamente dallo uolof, allo spagnolo, all'italiano, a volte al francese in una miscellanea di lingue da fare invidia a Google Translate.
Ieri mattina i quattro italianos, che nell'attesa avevano fatto una challenge per individuare le tipologie dei loro compagni di viaggio, constatavano che si era verificata l'unica eventualità non prevista ovvero che il loro tour in italiano fosse popolato interamente da stranieri. 
Forse Mamma Pinkytos avrebbe dovuto intuire che dalle nostre parti il Senegal è una meta troppo esotica e poco gettonata, dalle espressioni facciali delle persone alle quali comunicava la destinazione del suo viaggio.
Per il resto, comunque avevano azzeccato quasi tutto. Con loro c'è una famiglia, anzi due, con figli al seguito, un gruppo di sole donne e una comitiva di pensionati tipo bocciofila, che però non viene da Adro, vicino a Brescia, come ipotizzato da Mamma Pinkytos bensì da Leon, vicino a Salamanca.
C'è da dire che gli spagnoli sono dei simpaticoni e si sono rivelati degli ottimi compagni di viaggio. C'è anche una famiglia a cui hanno perso tutti i bagagli che da tre giorni gira con vestiti tradizionali senegalesi recuperati in loco con meravigliosa nonchalance.
Ieri la Pinkytos' Family ha visitato Dakar e l'Isola di Goree. Casette in stile coloniale e viottoli pieni di fiori non riescono a farne un luogo allegro, nonostante le decine di famiglie di Dakar in gita domenicale. La casa della vergogna, con la porta senza ritorno da dove gli schiavi, durante il periodo della tratta, guardavano per l'ultima volta la loro terra, prima di essere deportati nelle Americhe è da pugno nello stomaco.
Dopo pranzo, viaggio infinito in pulmino per raggiungere il Delta del Saloum, riserva della Biosfera e patrimonio dell'Unesco, vicino al confine con il Gambia.
Sono arrivati con il buio dopo oltre cinque ore, per scoprire che l'alta marea aveva completamente cancellato la strada per raggiungere il loro lodge. È stata necessaria una lunga deviazione su carrerecce improvvisate quasi in mezzo alle mangrovie per raggiungere "Las Barracudas", un ecolodge di recente costruzione in mezzo ai bolong del fiume salato.Giunti finalmente a destinazione, con una fame da lupi e una stanchezza cosmica, con le capanne pochissimo illuminate, hanno avuto una crisi collettiva, simile a quella all'arrivo al parco del Corcovado, in Costa Rica.
Troppo caldo, troppa fame, poco cibo, troppi insetti, aria condizionata mal funzionante, acqua fredda, umidità, puzza, chi ce l'ha fatto fare, prossima volta resort cinque stelle in Sardegna echipiúnehapiúnemetta.
Superata la crisi, la giornata di oggi è stata una totale immersione della cultura africana. Hanno raggiunto il villaggio di Sokone in piroga per accompagnare una donna del villaggio a fare la spesa al mercato. In sua compagnia sono tornati a Boumbagar su un carretto dove sono stati ospitati nella casa della presidentessa di un'associazione di donne che coopera per migliorare la condizione femminile in materia lavoro, alfabetizzazione e accesso alla sanità. Un emozionante esempio di comunità, colorata e cooperante. La guida aveva portato biscotti e lecca lecca per i bambini, il che ha dato vita ad una festosa processione di faccine sorridenti in arrivo anche dai villaggi vicini. Mamma Pinkytos ha pelato le carote, Mister Baby le melanzane, il Minty ed il Morby hanno pestato le spezie nel mortaio. Tutti insieme hanno contribuito alla preparazione del cous cous di pesce e verdura tipico del posto, che hanno consumato tutti insieme da vassoi comuni seduti per terra. Un viaggio è fatto anche per superare i propri limiti o per scoprire che quelli che sentivamo come tali erano solo ostacoli mentali.
Nel pomeriggio hanno assistito insieme agli abitanti del villaggio alla tradizionale lotta domenicale tra due giovani nerboruti che con una tecnica a metà tra la lotta libera e la danza tribale si contendono un sacco di riso da 10 kg. I bambini, colorati e festanti, facevano a gara per camminare mano nella mano con gli stranieri o per essere presi in braccio, in un assedio pieno di allegria.
Persino il Minty ed il Morby, di solito piuttosto refrattari al contatto fisico, forse anche perché cresciuti in tempo di Covid, alla fine hanno preso per mano (il Morby addirittura in braccio) il piccolo Boubacar, in una festosa carovana verso l'hotel. 
La giornata è terminata con canti e balli al ritmo dei bongo e dei djembe. Persino Mamma Pinkytos ha ballato cercando , senza troppo successo, di tenere dietro ai ritmi indiavolati delle mujeres. 
Sicuro stanotte dorme di brutto, nonostante le zanzare e l'umidità.

lunedì 22 luglio 2024

Mama Africa

Sulla spiaggia di Saly c'è una brezza piacevole, accarezza le palme producendo il suono di un acchiappasogni.
La sabbia è bianca a perdita d'occhio, punteggiata di palme. Di turisti ce ne sono pochi: qualche francese, una famiglia di tedeschi, per la maggior parte senegalesi abbienti. 
C'è silenzio, solo il rumore del mare e quello del vento, come un tintinnío.
La Pinkytos' Family è finalmente in vacanza, in una dimensione fin troppo rilassante per i loro turbolenti standard. 
Come previsto, questa notte ad attenderli all'aeroporto non c'era nessuno. 
Il resort aveva allegramente ignorato le sue mail e le richieste dell'assistenza di Booking.
Il timore di Mamma Pinkytos è che, visto il no show alla data stabilità, la prenotazione fosse stata cancellata e la camera ri-occupata. Il che avrebbe significato dormire (per modo di dire) all'addiaccio in un posto che, data l'ora e la scarsa illuminazione, facevano fatica ad intravedere nella sua interezza. 
Come al solito hanno dovuto affidarsi alla speranza e alla benevolenza del prossimo nella persona di un soggetto con la pettorina gialla che, per qualche moneta, recuperava i clienti per i taxisti all'uscita del terminal dell'aeroporto di Dakar.
Visto lo sgomento della Pinkytos' Family per l'assenza del loro driver, ha chiamato o finto di chiamare il resort per chiedere informazioni e, stante l'insuccesso, ha proposto loro il tragitto in taxi.
Tra le proteste del Morby, l'unico assennato della famiglia ("Io non mi fido. Voi mi fate sempre avere paura, vi fidate di tutti"), hanno accettato. Non che avessero alternative.
Il Morbillo sgomento è caduto addormentato e loro hanno percorso in costante allerta, che diventava timore ad ogni rallentamento del taxista, la mezz'ora che ci si impiega a raggiungere Saly Portudal.
Solo Mister Baby era a suo agio, mentre rispolverava con orgoglio il francese delle scuole medie.
Una volta giunti a destinazione, hanno pregato il loro nuovo amico di aspettare mentre Mamma Pinkytos e il Minty entravano nell'hotel per verificare l'esistenza di una camera prenotata a loro nome.
Mentre Mamma Pinkytos cazziava il receptionist per l'assenza del transfert prenotato dall'aeroporto, questo con la calma tipicamente africana, faceva spallucce: "Mi dispiace. Avevamo avvisato il nostro driver di venire, ma evidentemente lui non è venuto."
Vista l'ora tarda Mamma Pinkytos non ha insistito e ha preferito guadagnare il letto, comodo, all'interno di una capanna con il tetto di paglia, l'wi fi e l'aria condizionata.
Non forzare gli eventi e non cercare sempre una spiegazione è uno degli insegnamenti di Mama Africa.
Le persone qui sono colorate dentro e fuori, sorridono, a volte senza un motivo apparente.
Loro riescono a stare per ore seduti senza fare niente a guardare il cielo.
Se hanno dei problemi, contano sul fatto che nell'attesa si risolvano da soli.
Mamma Pinkytos quest'anno sentiva il bisogno di Africa. 
E dal modo in cui la Pinkytos' Family ha affrontato gli imprevisti di questi giorni , ha capito che ogni viaggio ti migliora un po'.