sabato 30 settembre 2023

Don Pietro e la pecorella smarrita

Settembre è il mese dei nuovi inizi, delle routine da acquisire, dei saluti.
Insieme alle mamme dei vecchi compagni dei nani che non vedrà quasi più, alla Via Isabello che Mamma Pinkytos ha percorso in lungo e in largo per tredici lunghi anni (nido, infanzia e primaria di tutti e due i nani), tocca salutare anche Don Pietro.
Ci sono persone con le quali percorri un bel pezzo di strada e diventano i visi familiari delle tue giornate.Sanno di casa e di normalità.
Poi d'improvviso i cicli finiscono e cambia tutto. 
Ci sono periodi in cui di questi cambiamenti ne inanelli uno dietro l'altro e la sensazione, a volte è di perdere l'orientamento.
Ieri sera Mamma Pinkytos si è esibita con il coro gospel della parrocchia. Esibirsi è una parola grossa perché lei, stonata come una campana, più che altro fa finta di cantare per non rovinare l'armonia di insieme. Diciamo che fa numero e si diverte.
L' occasione era il saluto a Don Pietro, il parroco storico del vecchio quartiere della Pinkytos' Family, che cambia parrocchia per ordine del vescovo. 
Ora, che ci sia qualcuno che, così di punto in bianco, dopo tanti anni ti dice che devi prendere baracca e burattini e cambiare casa, Mamma Pinkytos non lo tollererebbe per niente, ragion per cui non si sente portata per la vita clericale.
Sul doverere si obbedienza ci dovrebbe lavorare un bel po'.
Ci si affeziona alle persone, mannaggia.
In questo periodo di ribaltoni, questa cosa di Don Pietro che se ne va l'ha messa parecchio di malumore. 
Giù le mani da Don Paolo, il curato! Se se ne andasse pure lui, Mamma Pinkytos e i suoi nani avrebbero una crisi di identità.
Nel Pinkytos' world, Don Pietro è una di quelle persone di riferimento, immutabili come l'alternanza del giorno e della notte, baluardo di una rassicurante quotidianità.
Quasi un parente.
Memorabili le sue reprimende di inizio anno catechistico indirizzate ai genitori.
Il prete è, per definizione, un padre. 
E ci sta che un padre ogni tanto dia delle bacchettate sulle dita ai figli per ricondurli sulla retta via. E se già sono più o meno sulla retta via, va bene uguale perché prevenire è meglio che curare. 
Don Pietro è il re delle paternali.
Nelle omelie ne ha fatte di straordinarie, roba che uscivi dalla chiesa con le orecchie basse ed il lunedì non ti eri ancora ripreso.
Mai però come quelle dedicate ai genitori a inizio anno catechistico.
Puntuali ogni anno, come un orologio svizzero.
Autunno. 
Primi freddi.
Serata infrasettimanale. 
Ore 20.30 o addirittura 21. 
Una di quelle sere in cui, dopo le corse infinite della giornata, le rotture sul lavoro e tutto il resto, già uscire di casa ti fa fatica e fino all'ultimo hai la tentazione di non andare.
Ti rimpalli l'incombente con il marito, poi soccombi.
Mamma Pinkytos non mancava mai. Un po' per senso del dovere, un po' perché ci teneva, un po' anche perché c'era Don Pietro.
Chiesa gelida. La nuova linea era quella di risparmiare sul riscaldamento per aiutare i profughi ucraini. 
Quasi c'erano le stalagtiti sotto l'altare.
Pochi intimi. I più avevano preferito il divano.
E a quei pochi intimi toccava un'ora e mezza di filippica raffinatissima sul fatto che il numero dei presenti "la dice lunga sulle priorità e le scelte delle famiglie. Dovete assumervi delle responsabilità nell'interesse dei vostri figli. Dovete dare il buon esempio."
Parole sante né. Anche perché il senso di colpa latente è insito nel povero genitore, lavora sempre nell'ombra, e questi discorsi trovano terreno fertile.
Però con tutti i tuoi limiti, comunque tu c'eri. Bene o male ti eri alzato dal divano per andare a ibernare in chiesa. E le sentivi su anche per gli altri.
Finiva che Mamma Pinkytos usciva dalla chiesa curva, con le orecchie basse e la voglia di investire in auto gli assenti, che poi erano la causa della reprimenda.
Anche perché lei, avendo due figli, era tra i fortunati che avevano diritto anche al bis.
Che avrebbe anche potuto evitare, ma poi finiva sempre per esserci perché la sgridata di inizio anno di Don Pietro è una cosa tipo il panettone a Natale: immancabile. 
Peraltro, dopo le vacanze estive una bella sgridata collettiva ha il potere i toglierti tutti i grilli per la testa e di rimetterti dei ranghi.
Schiena dritta, palla lunga e pedalare che l'estate è finita.
Come la dieta di riso in bianco e mele cotte dopo avere gozzovigliato per tutte le vacanze.
A Don Pietro queste cose si potevano anche dire. Era uno ironico, anzi lo è, visto che non è ancora passato a miglior vita. (Peraltro, in questo caso, cristianamente parlando, si tratterebbe di un upgrade, visto che tornerebbe al Creatore).
Una volta a Carnevale, quando i nani erano piccoli, si era vestito da Papa. Che sarà stato anche uno scherzo, ma un pensierino mi sa che se lo è pure fatto. Giusto per vedere l'effetto che fa.
Un'altra cosa che a Mamma Pinkytos mancherà sono i racconti di Don Pietro.
È uno che ama raccontare, un vero attore di teatro, di quelli che ascolteresti per ore.
Un po' don Camillo e un po' Fiorello.
Quando raccontava della signora che era andata a confessarsi perché aveva guardato le gambe del 'sior preost' e il 'preost' in questione naturalmente era lui, che stava confessando nel confessionale del curato.
O quando raccontava delle sue gesta calcistiche da giovane prete, di cui nessuno ha la riprova. 
Un Maradona in abito talare.
Atto di fede.
Ed è proprio pensando al calcio che a Mamma Pinkytos è venuta un'idea.
Cosa avrebbero fatto a Napoli se Maradona fosse andato a giocare nel Milan o nella Juventus? 
Avrebbero disertato lo stadio per protesta.
Una protesta, naturalmente non violenta, è proprio quello che ci vuole nella vita di Mamma Pinkytos.
Le fa ricordare i bei tempi di quando aveva più o meno l'età del Minty e voleva cambiare il mondo. 
La fa sentire giovane.
Quindi ha deciso che per protesta dalla prossima settimana non andrà più a messa e diserterà ogni edificio ed evento religioso.
Fino a nuovo ordine.
Che magari per recuperare la pecorella smarrita quel prepotente del vescovo,  rimanda Don Pietro.

giovedì 21 settembre 2023

Lavori in corso

Oggi Mamma Pinkytos è di cattivo umore.
Piove. È arrivato l'autunno.
Il nano grande ieri studiava a torso nudo davanti alla finestra.
Il nano piccolo è già raffreddatissimo.
Per loro l'ombrello è un insulto. Un orpello fuori moda. Se Mamma Pinkytos li obbliga a prenderlo a suon di minacce, loro comunque lo infrattano e non lo usano.
La canottiera peggio.
Roba da vecchi.
Così ora che arriva l'autunno, la mater ansiosa passa il tempo a imbastire predicozzi inutili e ignorati. A preparare vestiti che verranno nascosti sul fondo dell'armadio.
E dire che ha già il suo bel da fare a preparare i suoi di vestiti, nel marasma del suo armadio mezzo estivo e mezzo macchiato.
Qualche mattina Mamma Pinkytos si sente senza speranza.
Esce che si sente la piccola fiammiferaia dopo avere fatto tutto il percorso dalla cucina alla porta a raccogliere le palline di cacca vendicative di Luna e Pongo.
Sgrida anche loro.
E viene ignorata anche da loro.
Sarà che Mamma Pinkytos deve ancora prendere il ritmo.
Ha bisogno di tempo, come quei cantieri stradali con i lavori in corso che non finiscono mai.
I nani invece paiono avere preso il ritmo settembrino.
Il Minty, dopo l'inizio di entusiasmo incontenibile legato per lo più alle nuove conoscenze femminili, è entrato nel mood del: " Non ho voglia di andare a scuola. Posso balzare? Che giga sbatti la scuola."
Tutto regolare quindi.
Però, nonostante qualche intramezzo incazzoso legato al carico di studio ben diverso da quello delle scuole medie, mentre tutto il mondo si dibatte nell'incubo dei test di ingresso, lui abbraccia Mamma Pinkytos e persevera nel suo: "Vai tra' mamma. Era easy."
E fa niente se i risultati non sono ancora arrivati e se i professori dicono che la media della scuola non arriva alla sufficienza.
Finirà per dire che il 4.5 è un bel voto, se rapportato al 3.
Il Minty è così. Si autoconvince di avere fatto benissimo, ma se così non è pazienza. Sarà per la prossima volta.
E chi lo ammazza.
Il Morby, che ha avuto un inizio un po' faticoso dove aveva conosciuto un unico nuovo amico ("Lui sa tante cose mamma. La prima media l'ha già fatta l'anno scorso!" "Ottimo, nano. Mi sembra un'ottima compagnia!!!") sta familiarizzando con la nuova realtà ed è stranamente diligente.
Rispetto allo scorso anno poi i nani hanno contenuto gli impegni extrascolastici e il secondo lavoro di Mamma Pinkytos taxista è notevolmente diminuito.
E lei ad avere tempo non è abituata.
Certi giorni si sente come Mirtilla Malcontenta.
Si sta antipatica.
Speriamo che con ottobre il senso di provvisorietà sparisca.
Come i cartelli di lavori in corso.


lunedì 11 settembre 2023

Nuovi inizi

Domani sarà un giorno importante nella  Pinkytos' Family, uno di quelli da fotografia (anche se i nani sono abitualmente poco inclini e molto poco fotogenici. Il Minty se va bene si mette due dita davanti agli occhi, il Morby fa le corna e la linguaccia).
Il Morby inizierà le scuole medie ed il Minty il liceo.
Mamma Pinkytos è emozionata, i due mostri molto meno.
Dopo cena, come ogni anno, c'è stata la distribuzione della cancelleria da parte di Mamma Pinkytos, ma ora è tutto molto più sobrio. Niente penne con i panda ed i maiali, solo bic e matite HB. Il massimo della stravaganza sono stati quattro mini evidenziatori colorati e una penna multicolore infilati quasi a forza nell'astuccio nero del Morbillo. Oltre ad un quaderno a buchi con le volpi, davanti al quale il nano piccolo non ha resistito.
Poi è stata la volta della scelta dell'outfit, sulla quale i nani riflettevano da giorni.
Inutilmente, perché poi hanno dovuto fare i conti con la censura materna e soprattutto, con la cesta dei panni da lavare dove giacevano miseramente i loro vestiti preferiti.
Alla fine ha prevalso la linea sobria, anche se il Minty, contrariamente al diktat paterno, andrà a scuola con i pantaloni corti, complice il caldo africano di questi giorni.
Quanto al Morby nessuno ha nemmeno provato a convincerlo ad andare a scuola in lungo: sarebbe stata fatica sprecata.
Infilato il minimo sindacale nello zaino, i mostri si sono ricollocati davanti alla Play Station, come un lunedì sera qualsiasi.
Per fortuna Mamma Pinkytos ha Baby Lila Capelli pazzi, la sua figlioccia adottiva, che le ha mandato 27 minuti di vocale per raccontarle le tre ore di accoglienza alla nuova scuola e per spiegarle come avesse conosciuto una tipa simpatica della quale aveva già acquisito il contatto telefonico senza tuttavia poterla salvare, perché si era dimenticata il nome. E  come non volesse chiederglielo di nuovo per timore di passare per una che non ascolta.
Mamma Pinkytos la adora.
Benedetto universo femminile.
La mater di mostri è sicura che cotanto pensiero fine non attraverserebbe mai e poi mai il cervello dei suoi nani che non ci provano nemmeno a memorizzare i nomi di quelli che gli stanno intorno, che tanto sono tutti allegramente "Bro".
Domattina usciranno tutti di casa presto.
Il Minty con uno dei suoi Bro partirà da casa alle 7.15 per avere il tempo di broccolare fuori dal liceo, anche se ha già mestamente realizzato che in quanto a ragazze sarà un anno gramo: "La prima superiore è l'anno peggiore. Chi vuoi che guardi quelli di prima!!!" Ha capito che per rimediare gli converrà andare fuori dalle medie a prendere suo fratello. Lí il suo metro e ottantadue ha ancora il suo appeal.
Il nano Morby invece ha accettato di farsi accompagnare dalla mater lacrimosa: "Ma non fino davanti scuola neeee!"
Fa lo gnorri, ma Mamma Pinkytos sa che è un po' emozionato o, per meglio dire, preoccupato.
Di dimenticarsi libri e compiti e di non sapere a chi chiederli.
A cena Mamma Pinkytos ha stilato il catalogo delle sanzioni, che colpiranno i nani in caso di note, insufficienze, dimenticanze, compiti non completati, sassaiole, risse, incendi echipiunehapiunemetta. Ha dovuto abbondare nelle ipotesi per via della necessaria tassatività del precetto penale.
I nani hanno abbozzato.
Fanno sempre segretamente conto sulla grazia.
I nuovi inizi danno a Mamma Pinkytos la misura del tempo che passa.
Ma nonostante un po' di malinconia oggi è emozionata e felice.
L' adolescenza è la vita davanti, è il coraggio di spiccare il volo.
Buon volo amori miei.


mercoledì 6 settembre 2023

Anarchia

Nella Pinkytos' Home regna l'anarchia.
Il Morby si è svegliato alle 11.30, il Minty alle 5.30, Mister Baby è andato a dormire alle due di notte, Mamma Pinkytos da due sere conta tutti gli animali della foresta, vivi e morti: coati, bradipi e anche il giaguaro schiacciato.
Mister Baby è affetto da una fame atavica, Mamma Pinkytos vive di verdure crude e gelato.
Per uscire da tunnel del jet leg ci vuole tempo.
Ha già fatto l'esperienza lo scorso anno, dopo gli USA.
Il punto è che Mamma Pinkytos ha fatto un errore imperdonabile: è stecchita sull'aereo a Città del Messico alle 22 ore locale e si è risvegliata quasi a Parigi, alle 17 ora locale .
Mea culpa. Il fatto è che la mater poliglotta si doveva riposare, dopo una partenza ed un viaggio a dir poco rocamboleschi.
Sono arrivati in aeroporto a San José domenica mattina molto presto, più di tre ore prima del volo, memori delle disavventure dello scorso anno a Las Vegas. Con i loro scarponi bagnati, tre strati di pile, il bradipo di peluche sul braccio, due cappelli a testa e le tasche piene di ogni ben di dio. Insomma, con indosso tutto quello che non stava più nei trolley, pesanti per via degli indumenti bagnati.
Al momento di fare il check in con Air Mexico, che effettuava la rotta San Jose - Mexico City per conto di Air France, la loro prenotazione non c'era, anche se sull'app della compagnia francese risultavano regolarmente i documenti di viaggio.
Mamma Pinkytos, che appunto è diventata poliglotta, con il suo inglese berciato e lo spagnolo raffazzonato, ha imparato che quando c'è qualche scazzo, il desk di qualsiasi compagnia aerea del mondo pronuncia una parola universalmente riconosciuta che è "call center", che per Mamma Pinkytos è la morte, per vari motivi.
Primo perché sono numeri che quasi sempre non si possono chiamare con i cellulari, per lo meno non da fuori Europa.
Secondo perché trovare la linea è quasi impossibile e l'attesa è biblica.
Terzo perché la gentile signorina che ti risponde (se ti risponde) dalla Romania, per lo più parla un inglese che nemmeno la Regina Elisabetta e ha zero propensione a farsi comprendere e men che meno a comprendere quello che la malcapitata vuole dire.
Ovviamente queste cose succedono sempre di domenica sera o notte, almeno dove ha sede il beneamato call center.
Acccerata l'impossibilità di chiamare dal cellulare, Mamma Pinkytos si è travestita da Suor Maria della carità e ha letteralmente pregato in varie lingue l'addetta all'ufficio informazioni di farle fare una telefonata, ha verificato che il call center italiano riapriva lunedì e trovato non si sa come il numero  di assistenza di Air France con sede a Panama. Dopo quaranta minuti di attesa ha parlato con la cortese signorina francese, scusandosi preventivamente per il suo schifoso inglese e ancora peggiore francese, si è fatta mandare le carte di imbarco via mail e ha risolto il problema. Con il Morby ed il bradipo che la guardavano supplicanti, mandandole ogni tanto qualche bacino qua e là, come incoraggiamento.
È tornata trionfante al desk di Air Mexico e dopo altra coda ha ricevuto le sue carte di imbarco. Se non che, arrivati ai controlli di sicurezza, Mister Baby si è accorto che il Minty aveva due carte di imbarco e Mamma Pinkytos nessuna.
Non che alla mater eremita dispiacesse rimanere in Costa Rica senza la sua famiglia, tuttavia ha dovuto fare altri venticinque minuti di coda dalla gentile tipetta di Air Mexico per il cambio biglietto.
Insomma, aveva intenzione di fare in aeroporto lo shopping che non aveva fatto in giro, e invece la mater derelitta si è imbarcata al volo con la ciurma riuscendo solo a investire gli ultimi dieci dollari in un pacchetto di patatine (!), visto che al Morby la fatica della madre mette fame.
Arrivati a Città del Messico,  il volo per Parigi è partito con un'ora e un quarto di ritardo causa maltempo ed è lì che Mamma Pinkytos è svenuta senza nemmeno toccare l'orrendo pollo al curry dell'aereo.
Si è svegliata a mezz'ora da Parigi con il penoso sospetto che fosse impossibile prendere la coincidenza per Milano perché avevano troppo poco margine di tempo.
Ha chiesto conforto alla hostess, chiedendole come avrebbero potuto fare e la risposta è stata l'equivalente di Pura Vida o, per dirla volgarmente, di c. Vostri.
Morale della favola i derelitti sono atterrati a Charles De Gaulle alle 17.50  e non è che sia l'aeroporto dei puffi. Il volo per Milano era alle 18.15. Con i loro trolley con le ruote ormai mezze rotte, facendo un baccano incredibile, hanno fatto una corsa di almeno due km per il terminal degna del migliore Mennea. Il Morby con in mano passaporti e carte di imbarco è arrivato primo e, con la sua faccina lentigginosa ed il bradipo sul braccio, si è fatto riaprire il gate già abbondantemente chiuso 
I nostri eroi sono saliti letteralmente al volo sull'aereo in partenza e sono nuovamente svenuti.
Mamma Pinkytos si stanca solo a raccontarlo.
Dopo ventisette ore dalla partenza sono arrivati a casa.
Mamma Pinkytos non ha mai più dormito.
Pura vida.

domenica 3 settembre 2023

Hasta la vista Costa Rica

1350 km percorsi.
Innumerevoli Gallo Pinto mangiati.
Banane, mango e ananas.
Pollo fino alla nausea, in mille modi diversi.
Partite a briscola all'ultimo sangue.
Animali, piante verdissime, fiori coloratissimi e onde altissime. Una biodiversità dirompente, da trattare con cura e rispetto, come insegnano i ticos.
Brividi e risate ad ogni dosso, quando bisognava fare squadra per trattenere i trolley.
Domande in spagnolo e in inglese, alternate, a volte mischiate. 
Qualche insulto ai camion sempre troppo in mezzo alla carrettera e ai semafori incomprensibili.
Colori abbaglianti e paesaggi mozzafiato, perché alla bellezza non servono filtri.
Orgoglio. Perché questa volta la Pinkytos' Family ha fatto tutto da sola.
Questo viaggio era un puzzle ad incastro ed è andato tutto alla perfezione.
Una menzione speciale a Mamma Pinkytos per la logistica e l'organizzazione. A questo giro ha soddisfatto il controllo qualità dei nani.
Altra menzione speciale a Mister Baby che ha guidato sempre, a volte anche con la telecronaca di tappa, su strade a volte improbe, sotto la pioggia battente e sullo sterrato.
Ultima menzione ai nani, che hanno sopportato fatica, stanchezza, fame, sete e hanno dimostrato ancora una volta di essere degli avventurieri. 
La Pinkytos' Family ha riportato integra la scatoletta all'autonoleggio ed è a San José.
Dopo il Burger King di rito, domani si imbarcherà per l'Italia, via Mexico City.
Un pizzico di nostalgia si avverte già.
Mamma Pinkytos sa che l'antidoto è iniziare a programmare il prossimo viaggio.
Hasta la vista Costa Rica.

sabato 2 settembre 2023

Il richiamo della civiltà

Sana, salva e un po' puzzolente, la Pinkytos' Family questa mattina ha ripreso il colectivo e ha ritrovato la sua scatoletta a Puerto Jimenez, fuori dalla soda di una signora che aveva promesso di sorvegliare la macchina e li ha accolto con un grande sorriso e un milkshake pina y Coco.
Oggi comincia la risalita della Costa Rica, da sud a Nord, con tappa intermedia a Manuel Antonio, per arrivare sabato sera a San José, dove restituiranno la macchina prima di imbarcarsi domenica per l'Italia. 
In extremis hanno deciso di spezzare il viaggio ritornando all'hotel dove hanno fatto i quattro giorni di mare che, per i loro standards è ultra lussuoso e mai scelta fu più benedetta.
Mamma Pinkytos è vicina allo stato di decozione. Si sente l'umidità fino a dentro le ossa, ha mal di testa, i capelli che hanno bisogno del giardiniere più che del parrucchiere, una puntura di insetto non identificato sulla gamba che le ha causato una vescica così inguardabile che ha dovuto coprirla con un cerotto.
Ha voglia di una doccia calda e lunga, di lavare i capelli con shampoo e balsamo, di prendere un Brufen, di indossare biancheria e vestiti puliti, di lavare con 2 litri di Napisan tutto quello che ha nella valigia.
Insomma, dopo tante meravigliose avventure, sente il richiamo della civiltà e di tutto quelle che ne consegue.
Peccato che tutto gli scarponcini da trekking, che dovranno per forza indossare durante il viaggio perché non stanno in nessuna valigia, siano ancora zuppi dell'acqua del Corcovado così come tutti i vestiti indossati negli ultimi giorni.
Stasera, dopo una lunga sessione di phon ( uno dei motivi per cui ha scelto di tornare in questo hotel è che hanno degli ottimi asciugacapelli) , Mamma Pinkytos metterà in un unico trolley le tre cose ancora utilizzabili e rinchiuderà tutto il marciume nelle altre, sperando che in aeroporto gli addetti ai controlli non li accusino di trasportare cadaveri. Certo avranno il problema del peso, visto che quel che è bagnato pesa almeno il doppio.
Tra un preparativo e l'altro, fa capolino nella mater ansiosa un po' di ansietta per la settimana che verrà. Il lavoro, gli impegni dei nani, le mille incombenze da gestire.
Si stava tanto bene senza cellulare né impegni in mezzo ai bradipi e alle scimmie.
Allontana il pensiero, con la voglia di godersi gli ultimi due giorni. Che il viaggio è sempre vacanza.
E poi ancora non ha fatto tutto quel che voleva: in due settimane di nomadismo non ha ancora comprato un souvenir.
Domani shopping. Sempre se riesce a convincere i tre maschi di casa che sbuffano appena Mamma Pinkytos chiede di avvicinarsi ad un negozio.
Altrimenti vedrà di ricattarli. O di distrarli.
Con il cibo.
Quello funziona quasi sempre.