Gioie e dolori di un'aspirante mamma lumaca costretta, giorno e notte, a una vita a mille all'ora
mercoledì 15 gennaio 2025
Amiche
giovedì 2 gennaio 2025
Gratefulness
mercoledì 17 gennaio 2024
Fragilità
venerdì 5 gennaio 2024
Istantanee
lunedì 20 luglio 2020
La vita che viene, la vita che va
domenica 31 maggio 2020
Sonno
domenica 19 aprile 2020
Finché c'è cioccolato c'è speranza
Durante la lotta per la sopravvivenza, vedi subito chi scuoierebbe il suo dirimpettaio per un tozzo di pane e chi quel tozzo di pane lo dividerebbe in quattro. Chi è sospettoso per natura e combatte la sua guerra personale dentro le mura di casa e chi, in un modo o nell'altro, organizza eserciti.
Mamma Pinkytos è da sempre una fervida sostenitrice della condivisione e della socialità allargata. Caratteristica che, in questo momento, la rende molesta agli occhi dei più.
"Ho fatto i biscotti. Ne vuole un po'?"
Chiede premurosa alla vicina.
"Si possono disinfettare con l'amuchina?"
Di facce da Covid ce ne sono un'ampia gamma.
Ognuno reagisce alla crisi a modo proprio.
Mamma Pinkytos, per non sentirsi troppo inutile ed inoperosa, ha deciso di fare la volontaria. Consegna i farmaci a domicilio a chi ne ha bisogno.
E sulle facce da Covid ha un osservatorio privilegiato.
I volontari sono tanti. Tutti condividono con Mamma P. un'irrequietezza di fondo e tollerano particolarmente male la detenzione domiciliare.
C'è chi all'aiuto dedica un momento della propria giornata e ci sono i volontari "urbi et orbi". Ovvero quelli che contemporaneamente consegnano la spesa a domicilio da una parte della città e una bombola di ossigeno dalla parte opposta, promettendo che tra cinque minuti saranno a montare i mobili dell'ospedale da campo. Nei trasferimenti organizzano raccolte fondi per la Protezione Civile. Quanto ad ubiquità fanno concorrenza al Creatore. Il volontariato è il loro passepartout per la vita eterna e non vogliono perdere l'occasione per dare al loro karma la possibilità di reincarnarsi in qualcosa di migliore di una blatta. Sono un po' difficili da coordinare, ma preziosissimi per la collettività.
Il karma di Mamma P., visto il suo modesto contributo alla causa, può puntare al massimo all'ape o a qualche altro insetto utile.
Ogni pomeriggio dopo le 17, intabarrata come un palombaro, in macchina oppure a piedi a seconda della distanza (così anche se non accumula meriti per la prossima vita almeno smaltisce le lasagne del pranzo), parte con la sua quota di farmaci da consegnare. Spesso si perde perché, non so a voi, ma a lei la mascherina toglie la lucidità e anche il senso dell'orientamento.
Poi suona alla porta dello sconosciuto di turno. E l'umanità è assai varia.
Ci sono gli irriducibili, ai quali il virus gli fa un baffo. Aprono e, dopo che M.P. si è fatta sei piani di scale a piedi con un pacco che pesa più di lei prima della quarantena, la aspettano sul pianerottolo con la porta aperta senza guanti nè mascherina e nell'ordine la informano che:
1. c'é l'ascensore nèèè;
2. hanno preparato il caffè;
3. le medicine può portargliele dentro.
Cortesemente Mamma P. rifiuta, dicendo che ha ancora molte consegne e alcune sono urgenti. Cerca di rifiutare la mancia, senza riuscirvi (mica se la intasca! Le mance si mettono in una cassa comune per una donazione collettiva finale. Sennò addio ape!): "Bella, volevo offrirti il caffè. Allora ti do i soldi dom."
All'estremo opposto, tra le facce da Covid, ci sono i talebani dell'isolamento. Quelli per i quali il solo intravedere una figura umana sullo schermo del videocitofono è l'anticamera della terapia intensiva.
Mamma Pinkytos suona: "Buongiorno signora. Ho i farmaci da consegnare."
"Stia ferma lì".
Sono una statua di sale.
"Se mi apre il portone glieli metto all'interno."
"Non si muova. Non tocchi niente. Le butto i soldi dalla finestra."
Occhio alla mira...
Tempo zero e vicino ai piedi di Mamma P. atterrano cinque euro meticolosamente avvolti in un triplice strato di cellophane da pacchi e piombati con un sasso. Per poco in terapia intensiva non ci finiva lei. E non per Covid.
A metà tra i due estremi stanno quelli per cui la consegna dei farmaci è l'evento mondano del giorno o addirittura della settimana.
Stanno di vedetta sin dal mattino al balcone o alla finestra, attirando l'attenzione delle (per fortuna poche) persone che passano con fonemi in bergamasco quali "OH!" o "TEEEE!".
Quando finalmente la consegna tocca a loro, non riescono a nascondere l'entusiasmo. "Je per me!" affermano con malcelato orgoglio e rigorosamente con la "e" chiusa ai vicini sul balcone.
E lì arriva il bello. Perché inizia la caccia la tesoro.
"Ho mitìt i solch nel portaombrelli".
Due volte su tre del portaombrelli non c'è neanche l'ombra e quando Mamma P. alza gli occhi per chiedere lumi, il signor TEEEE non è più alla finestra. E nemmeno le ha detto il piano.
Le signore invece prediligono i vasi da fiori.
"I solch je nel vaso".
Peccato che di vasi ce ne sono 42 e la caccia al tesoro impegna Mamma Pinkytos 25 minuti sotto gli occhi divertiti dei 205 anziani alla finestra.
No Covid, no party.
Ma i preferiti di Mamma Pinkytos sono i goderecci, quelli che "Covid non ci avrai mai", che nemmeno in condizioni estreme rinunciano ai sacrosanti piaceri della vita.
Mamma Pinkytos citofona ad una nonnina per l'ultima consegna della giornata.
"Scendo, grazie."
La mater attende paziente.
L'arzilla ottantenne si palesa, vestita di tutto punto senza mascherina. Persino con le scarpe, che di questi tempi si vedono e usano meno di una Ferrari Testarossa in paese.
Tiene le distanze, prende il pacchetto, insiste per la mancia.
Abbozza, come spesso succede, una conversazione.
Le parole scambiate con i volontari sono, per qualcuno, le uniche della giornata, Per chi non esce da molto tempo, le uniche da oltre un mese.
"Lei dove va ora?"
"Torno in farmacia, a portare i soldi delle consegne."
"E che strada fa? Va di fretta?
"Ha bisogno di qualcosa signora?" Chiede Mamma P. intuendo un'esigenza.
"Vede, ieri un altro volontario mi ha portato la spesa grossa. Ma ha dimenticato la cosa più importante."
"Gliela compro io signora." Si offre Mamma P., immaginandosi la frugale cena della signora a base di patata lessa e dell'ultima pagnotta rimasta.
"Cosa le serve?"
Seria in volto, l'ottuagenaria le porge una banconota da dieci euro: "I Buondì al cioccolato, se mi fa la cortesia."
Mezz'ora dopo Mamma Pinkytos lasciava i Buondì al cioccolato fuori dalla porta della nonnina e pensava: "Andrà tutto bene".
Finché c'è cioccolato c'è speranza.
sabato 18 aprile 2020
La mamma dorme anche troppo
Era talmente abituata alla sua vita a mille all'ora, dove ogni cosa era incastrata tra le altre come la minuscola tessera di un puzzle da duemila pezzi, che in ogni raro momento di pausa si portava avanti per il giorno dopo. La spesa da fare, un fascicolo da studiare, le lasagne da congelare. Borse da calcio da preparare e svuotare, lavatrici da accendere in alternanza hitleriana con il forno e la lavastoviglie, compiti da controllare, nani da interrogare, impegni da organizzare e incastrare. I pellet per il coniglio chemannaggiamancanosempre!
Prima Mamma Pinkytos faceva l'avvocato. Da qualche anno, ovvero da quando i nani avevano iniziato a diventare un po' più autonomi e in suo soccorso era arrivata la mitica Baby Sitter Mirtilla Mary Poppins, riusciva addirittura a lavorare a tempo pieno per due giorni alla settimana. I viaggi di lavoro le sembravano vacanze. Fare mille km al giorno tra aereo e macchina partendo all'alba e tornando a tarda sera, erano una specie di spa per le sue orecchie, abituate alle urla belluine dei nani, i cui armistizi durano più o meno dieci minuti. Per il resto, botte da orbi con morti, feriti e armi varie, non sempre regolamentari.
Prima, ma molto prima, Mamma Pinkytos aveva anche un blog. Questo blog. Condivideva con x numero di mamme, nonne & Co. i suoi tormenti da mater non dormiens che, a titolo informativo, non sono ancora finiti, dal momento che il Morbillo, ormai ottenne e lungo più di un manico di scopa, si piazza in orizzontale nel talamo una notte sì e l'altra anche. Le piaceva scrivere, ma nelle giornate sempre più frenetiche di cui sopra, a un certo punto, di tempo per dedicare cinque minuti a sé stessa e alle sue riflessioni non ne ha avuto più. O forse, più del tempo, che è un concetto del tutto relativo, sono mancate le energie e la lucidità. Così il blog è diventato la sua rinuncia, il suo lusso da eliminare, come la sigaretta fumata di nascosto sul balcone.
Poi.
Poi il mondo è cambiato di colpo. Succede che ti svegli una mattina e non puoi più andare al lavoro, non puoi più uscire con gli amici. Dopo poco non puoi più uscire del tutto. Scuole chiuse. E quella casa da cui transitavi 7 ore al giorno come fosse la cuccetta di un ostello, diventa una prigione dorata.
I tuoi coinquilini maschi, 3 più il coniglio, diventano i tuoi compagni di reclusione in questo tempo sospeso.
Simpatici nèèè, ma a piccole dosi.
Mamma Pinkytos non sa cosa ci sarà dopo il Covid. A volte non dorme, ma è un lusso visto che prima non dormiva quasi mai.
E' preoccupata.
Per i suoi nani che non escono di casa da due mesi e, con la straordinaria capacità camaleontica che hanno i bambini, si stanno trasformando in due piccoli uomini di Cro Magnon.
Per lei medesima, che prima faceva l'avvocato e usciva di casa al mattino vestita decorosamente e truccata come un'umana e ora si è trasformata in una insegnante frustrata che tenta di inserire rudimenti di analisi logica in quel che rimane del cervello di due nani riottosi e refrattari, indossando la divisa da quarantena che dignitosamente cambia con la divisa di riserva in caso di macchie troppo evidenti ed i capelli raccolti in una crocchia all'ultima moda nelle rsa, fermata con la pellicola per alimenti. Sì perché l'unico vezzo che le è rimasto è quello di mettere sui capelli i più svariati ingredienti culinari (tipo uova, zucchero, miele o olio), nella speranza che a quarantena finita avrà i cappelli meravigliosi come Raperonzolo.
Se andiamo avanti cosi i suoi capelli avranno certamente la lunghezza di quelli di Raperonzolo, ma null'altro.
Preoccupazioni a parte, la mamma dorme anche troppo. La sveglia è diventata del tutto inutile visto che la sera pare non arrivare mai.
E poi cucina, prende dieci minuti di sole in terrazza, legge libri. Tutte cose che adora. Una vita meravigliosa. Lenta.
Così Mamma Pinkytos ha pensato che ogni accadimento negativo rappresenta un'occasione e contiene in sé il seme per il cambiamento. Non vuole stare tutto il giorno con le uova in testa per sempre (!), ma nemmeno tornare a correre senza pause, senza gustarsi il sapore di qualche momento di lentezza o dando per scontata la fortuna che ha.
Lei di cambiamenti e di momenti difficili nella vita ne ha affrontati tanti. Non sa come, ma sa che può farcela.
Mentre il sole le scalda la pelle, guarda i due mostri là dentro. Stanno vedendo Harry Potter in inglese. Se glielo avesse proposto tre mesi fa, le avrebbero tirato le pietre. Anche per loro il cambiamento è un'occasione.
Siccome da qualche parte bisogna cominciare, Mamma Pinkytos riparte da qui. Dalla sua sigaretta di nascosto sul balcone.
Anche se la mamma ora dorme anche troppo, è certa che le volete lo stesso ancora un po' di bene.
domenica 2 novembre 2014
Morti, vivi e zombie
È ufficiale: Mamma Pinkytos non ha più l'età. Dopo un lungo fine settimana all'insegna di fantasmi, zucche e brivido, la mater halloweniana è uno zombie fatto e finito, che a confronto Mamma Polly Capellipazzi vestita da scheletro pareva una fotomodella dominicana abbronzata.
Tutto é iniziato venerdì, quando Mamma Pinkytos ha portato i nani in Questura per fare il passaporto ("Quetta quettura mamma mi piace. Però non c'è la carta igienica. E bisognerebbe dirglielo a questi signoli poliziotti che non c'è la carta igienica") e, per raggiunto limite di orario, ha dovuto tenerseli a casa da scuola. Li ha portati in studio e mentre lei cercava di fare ricorso alla sua capacità di concentrazione per scrivere un paio di fax e fare qualche telefonata, i nani malefici molestavano Green Girl ("Mamma, ho tantissima voglia di stare con Green Girl. La invito a mangiare con noi. Mamma, ma Green Girl è sposata?" "No, Minty. Ma è un po' grande. " "Ne ha di bambini?" "No amore" "Ah. Ecco") e tappezzavano di post it gialli l'ufficio di Mamma Pinkytos.
Dopo avere cercato di neutralizzarli dieci minuti con una brioche gigante, la mater rassegnata li portava a mangiare la tigella e poi li spediva allegramente a letto, cercando di recuperare le energie per il dolcetto-scherzetto time.
Dopo cena, mentre il Minty diavoletto e il Morbillo zucca facevano incetta di dolci insieme a una quindicina di coetanei e relative mamme-streghe (pareva più l'invasione degli unni che la notte delle streghe) Mamma Pinkytos zombie si trascinava di casa in casa con un colorito da spettro e le occhiaie nature.
Ieri mattina, Mamma Pinkytos, la quale crede che insegnare ai nani che il fatto che la morte segua alla vita è cosa naturale come l'autunno che segue all'estate, avrebbe voluto portare i nani a fare una passeggiata al cimitero. La mater testa matta sa che ci sono luoghi più lieti e ameni per passeggiare il sabato mattina, ma tutto considerato una volta all'anno una passeggiata tra i cipressi ci può stare e può anche essere rilassante, al netto di due nani molesti che vogliono le figurine.
"Nani, stamattina andiamo a fare un giro al cimitero".
Morby: "Che film fanno al cimitelo oggi?"
Minty: "Il Morby non capisce niente. Il cimitero non è mica un cinema. Lì sono quelli stanchissimi. Che dormono per sempre. Io sono stanchissimo, però voglio le figurine".
Mamma Pinkytos ha pensato che un luogo per persone stanchissime si addiceva pure a lei, ma suo malgrado ha portato i nani recalcitranti in centro a comprare le figurine e si è riservata l'ameno piacere in via esclusiva al pomeriggio, mentre i trequarti very tired della famiglia facevano la pennichella.
Oggi la Pinkytos' Family è andata in gita a Milano, al museo di scienze naturali. Hanno lasciato la macchina, preso la metropolitana e passeggiato indolenti sotto il sole novembrino fino al parco del planetario. Il Minty non vedeva l'ora di vedere i dinosauri, Mamma Pinkytos e Mister Baby di bere un caffè ed il Morby era felice a prescindere: "Beeellooo il museo!" "Non siamo ancora al museo nano.."
Ora che la metà pigra della famiglia dorme e il Minty sta sfogando la sua vena artistica imbrattando la tovaglia, Mamma Pinkytos cercherà di ridurre a un caos calmo la devastazione della Pinkytos' Home. Poi impasterá la pizza, in attesa che arrivino per cena Mamma Nina Lavoropertutti e famiglia. Ci sarà anche il piccolo Dodo, nato da un mese soltanto. Perché mica si può parlare solo di cimiteri, scheletri ecc.
C'è la vita anche, che quando arriva pura e pulsante cancella tutto il resto.
Tranne gli zombie.
Quelli ci sono sempre. Perché vivono molto.
E guai a chi li tocca.
venerdì 7 marzo 2014
Don't cry for me Argentina
Stanotte lo zio tanguero, alias il fratello di Mamma Pinkytos, lo zio dei nani, il bambino della Nonna R, parte per Buenos Aires.
Nella valigia l'indirizzo di un monolocale noleggiato on line, vestiti eleganti e demodè, i cioccolatini fatti da Mamma Pinkytos e un sogno da realizzare. Quello di perfezionarsi, frequentare le milonghe e le scuole migliori, diventare insegnante di tango, rientrare in Italia e aprire una scuola tutta sua.
Lo zio tanguero è ansioso, emozionato. Mamma Pinkytos è più zingara, lui radicato come una vecchia quercia, non è mai stato tanto tempo lontano da casa.
Immagina scenari apocalittici: voli persi, bagagli smarriti, appartamenti che non esistono.
Mamma Pinkytos è felice. Felice che abbia finalmente trovato il coraggio di inseguire un sogno, feluce che abbia deciso di spiccare il volo, in tutti i sensi. Comunque vada sarà un successo. Un'esperienza ricca, di quelle che aprono la mente e cambiano la vita e non tornerai più quello di prima.
Anche lei se tornasse indietro sarebbe partita per chissà dove.
Con una valigina e Mister Baby. Lo conosce dalla notte dei tempi e se avesse voluto partire senza di lui avrebbe dovuto farlo a dodici anni.
Sarebbe partita e forse il presente sarebbe diverso. Ma Mamma Pinkytos oggi è felice ed è questo che conta.
Allo zio tanguero augura ogni bene, anche dall'altra parte del mondo.
Da domani i nani avranno uno zio in Cina ed uno in Argentina.
Lei aveva uno zio a Braone ed uno a Niardo.
Sono proprio cambiati i tempi.
martedì 14 gennaio 2014
La vita davvero
Oggi Mamma Pinkytos ha conosciuto una persona bellissima, dentro e fuori.
Un incontro che le é valso la giornata e forse anche qualcosa in più, un incontro di quelli che ti cambiano inevitabilmente e dopo non sei più quella di prima.
Con Luce la vita non è stata generosa, ma lei, anzichè prendersela con il destino cinico e baro, ha cercato di non arrendersi e di cambiarlo, con tutte le sue forze. Luce ha 30 anni e una grave malattia che la costringe a letto da 8 lunghissimi anni.
PRIMA era una numero uno: bellissima, magrissima, intelligentissima, brillantissima negli studi. Faceva saltuariamente la modella, all'università prendeva tutti trenta e lode.
DOPO lo è ancora, perchè la malattia ti fiacca il fisico, ma non la mente. Ha istituito una Onlus per raccogliere fondi per le costosissime cure negli Stati Uniti che le garantiscono una speranza di miglioramento, parla alla pari in inglese perfetto con i luminari statunitensi che seguono il suo caso, tira su il morale a chi le sta intorno.
C'è sempre un prima e un dopo quando di mezzo c'è una malattia, una canaglia che calpesta i sogni e ti fa scoppiare la testa. Per la disperazione, per il dolore, per la paura. Ma la malattia non può nulla contro la vita, la vita davvero, quella di chi ha capito il valore di ogni istante, la gioia della normalità. Quella di chi della morte non ha più paura perchè sa che non si comanda niente.
La casa di Luce è spesso piena di amici, che non l'hanno lasciata sola. La viziano, la coccolano, hanno traferito nella sua stanza il mondo (pizzate, compleanni) in modo che lei possa viverlo con loro.
Luce aveva bisogno di un avvocato, perchè le sventure della vita non vengono mai da sole. Sulla sua strada ha trovato Mamma Pinkytos che, in una mattina di pioggia, dopo tante e-mail, è andata a trovarla.
Una stretta di mano, sorrisi, confidenze e un abbraccio, un vero abbraccio.
Mamma Pinkytos se ne è andata ricca. Ha sentito la vita davvero, l'ha stretta tra le mani, insieme al braccialettino di caramelle che Luce le ha regalato per il Minty. Le piacevano tanto quando era piccola.
martedì 3 settembre 2013
Tutto il mondo é paese
"Stiamo andando in ospedale. Siamo io, mia mamma e lo Zio cinese. In tre con tre valige."
"Cosa devi fare con tre valige?!"
"Che ne so. Non ho mai partorito."
"?!"
"In ospedale mi hanno detto di portare solo i vestiti per uscire, che per il resto hanno tutto loro. Ma io per sucurezza ho portato cambi per tutti, I pod, I pad, computer e libri vari."
"La prossima volta che leggerai un libro, mio nipote Little Lio-giu avrà sette anni!"
Faccina sbalordita.
"Zia cinese oggi devi solo far uscire un nano dalla pancia e quello é il meno. Da quando sarà uscito niente sarà più come prima".
La Zia cinese sta andando in ospedale per l'induzione al travaglio. A quelle latitudini le distanze sono molto dilatate e può volerci anche parecchio. Inganna il tempo chattando con Whatsapp con Mamma Pinkytos, lontana milioni di km. Scherzano per stemperare.l'emozione.
In Cina saranno pure tecnologicamente avanzati, il parto potrà forse essere seguito on line e mille altre stranezze, ma quando si tratta di una mamma che deve mettere al mondo il suo bambino in Laos, in Birmania o in Australia tante diversità non ci sono. Al cospetto della vita e del suo miracolo tutto il mondo é paese.
venerdì 26 aprile 2013
Raddoppiare con il pongo
Mentre scriveva un sms ai carissimi amici conosciuti in viaggio di nozze, Mamma Pinkytos ha pensato che in soli cinque anni (anzi quattro per la verità) lei e Mister Baby si sono raddoppiati, da due a quattro, moltiplicati a vista d'occhio. Come i pani, i pesci, come le bolle di sapone quando le separi. Non male.
Il Minty in proposito ha le idee molto chiare: "É successo che tu e il papà, che elevate due, avete fatto me e il Morby con il pongo. Peò elavamo mollissimi e alloa ci hai messo dentlo la tua pancia e hai bevuto tantissima acqua. Poi l'acqua si é immagicata e ci siamo induriti. Quando siamo usciti elavamo quattlo, tutti belli duri."
Ma non é tutto. La creazione secondo Minty non finisce qui: "Peò mamma elavamo senza occhi. Pecché i bambini piccoli non ce li hanno gli occhi. Alloa tu ci hai dato i tuoi, che infatti ce li abbiamo uguali." Mamma Pinkytos ha timidamente cercato di replicare che lei gli occhi ce li aveva, ma é stata immediatamente zittita: "Adesso ce li hai pecché ti sono cresciuti. Le mamme hanno i semini negli occhi."
Mamma Pinkytos non ha più osato chiedere nulla. Un anno fa era in attesa che le ricrescessero gli occhi. Che può dire?!
giovedì 28 febbraio 2013
Mi sono iscritta a danza, l'ho fatto per la panza
In vista della prova costume (anche se ancora in giro ci sono i pinguini) Mamma Pinkytos ha deciso di dare un giro di vite alla ciccia di troppo. Così, i due componenti più panzoni della famiglia, ovvero lei e il Morby, si sono iscritti non a danza (né uno né l'altra sembrano molto portati), ma in piscina.
Il nano farà acquaticità baby il sabato mattina e sarà un momento piacevole solo per loro due mentre la sua appesantita mammetta seguirà un corso di acqua-tone (che solo a dirlo ti mette fatica) il mercoledì sera con la sua amica Mamma Gabry Camomilla.
Andarci con un'amica é fondamentale per quella poltrona di Mamma Pinkytos, dedita più alla ginnastica di lingua che a quella per gambe e braccia.
Se poi l'amica in questione é una salutista, perennemente a dieta e cultrice della linea perfetta (che in effetti ha) come Mamma Gabry Camomilla, allora può essere che Mamma Pinkytos si senta un pesce fuor d'acqua, indi per cui ritenga di doversi impegnare per raggiungere l'obiettivo della faticosa remise en forme (con la ginnastica, non con la dieta).
Mamma Pinkytos é come Pierino e, senza la rigorosa determinazione di Mamma Gabry ad arginare le sue intemperanze, forse fomenterebbe lo sghignazzo collettivo e sosterebbe il potere rilassante e dimagrante della chiacchiera e dell'ora e mezza lontano da figli e impegni domestici.
Perché in fondo a Mamma Pinkytos basterebbe anche rilassare la mente e il corpo stando in ammollo, sebbene in questo caso non avrebbe la scusa della fatica e delle energie da recuperare per mangiarsi tre fette di torta a fine lezione.
Insomma, ieri sera Mamma Pinkytos, attrezzata e costumata di tutto punto, ha sgambettato per quasi un'ora dentro l'acqua a ritmo di musica, tentando di seguire le complicate sequenze proposte dall'istruttore in tutina attillata, un certo Ivano Vaccipiano che, a differenza di quella renitente di Mamma Pinkytos, prende molto sul serio la sua mission ovvero la lotta a rotoli e cuscinetti vari. Quello che conta é che Mamma Pinkytos é brillantemente sopravvissuta, oggi é riuscita ad alzarsi dal letto e ha fatto quasi tutti gli esercizi. Ok, non sempre in modo impeccabile, ma é pur sempre un inizio.
Il problema é stato che, manco a dirlo, dopo la lezione era prevista una cena. E se Mamma Gabry Camomilla si é mangiata verdurine e roastbeaf scondito, Mamma Pinkytos ha banchettato con Foiade ai carciofi e torta caprese, alla faccia della panza. Della serie: dimagriva di più a starsene a casa in panciolle.
E poiché Mamma Pinkytos, quando vuole, sa essere mooolto convincente, ha convinto anche quell'acciuga di Mamma Gabry a ordinare la torta più pesante del menu, in nome del benessere dello spirito. Dopo si é sentita un po' in colpa. Per la sua radicale assenza di freni inibitori a tavola nonché per avere traviato anche la sua diligente amica.
Il fatto é che per lei ogni lasciata é persa. Bisogna vivere vivere vivere. Con tutto quello che di bello questo comporta.
Pazienza se poi la prova costume é un flop.
venerdì 19 ottobre 2012
Una fatica speciale
mercoledì 5 settembre 2012
Tra gli angioletti
La vedo spesso prendere l'autobus, fare capolino dalla porta, la sento avvicinarsi con passo leggero e dirmi: "Ciao bella". Sento l'odore della sua casa e dei suoi vestiti.
Ricordo tanti particolari del 5 settembre di un anno fa, ma soprattutto ricordo di avere percepito, forse per la prima volta, la morte come pace. Perché lei, la mia nonna che non si rassegnava al passare degli anni, che mi ha insegnato che la vita va vissuta tutta fino in fondo, lei che a 84 anni festeggiava S. Valentino e si sentiva malinconica se non usciva il sabato sera,non era più lei. Era stata fagocitata dalla malattia. Per questo a volte la morte è pace, perché cancella la sofferenza con un colpo di spugna e ti fa ricordare solo il buono.
Mamma Pinkytos ha fatto appena in tempo a dirle che presto Minty avrebbe avuto un fratellino o una sorellina. Morby, nel pancione, ha sentito il dolore, ma l'ha trasformato in sorrisi. Lei se ne andava, ma un'altra vita stava nascendo.
Tante volte Minty, che Mamma Pinkytos aveva portato in ospedale quando la nonna ancora capiva, ha chiesto di lei. Un giorno Mamma Pinkytos gli ha spiegato che la nonna bis era tra gli angioletti. Minty ha risposto: "Oh che bello!" E la sua innocenza ha fatto sorridere Mamma Pinkytos: " Le persone, amore, quando sono molto malate o molto anziane, salgono in cielo tra gli angioletti. Noi non le possiamo vedere, ma loro ci guardano e ci pensano."
"Ci andiamo anche noi mamma un giolno?"
"Speriamo più tardi possibile, amore mio."