We'll do it.
Dopo 12 mesi esatti dal momento folle in cui, sotto il sole cocente del Senegal, guardando su Internet l'immagine poetica di un Westfalia anni '70, la Pinkytos' Family ha concepito l'idea un po' pazza di raggiungere il Grande Nord con il furgone camperizzato, l'avventura è iniziata davvero.
Come sempre, l'incipit è stato fantozziano.
Carichi di bagagli come mai nella loro vita, con le scatolette di tonno e di ceci nascoste in valigia tra le mutande e le bustine di olio di oliva nello zaino, Mamma Pinkytos & Family hanno tentato, in colpevole ritardo, di prendere l'autobus per l'aeroporto.
Se non che, mentre Mister Baby cercava di farsi spazio tra la gente stipata a bordo del mezzo che si rifiutava di aprire varchi e di collaborare presidiando a gomiti aperti il proprio spazio vitale, mentre il Minty ed il Morby, loro malgrado ("Perché mamma, dobbiamo sempre viaggiare come disagiati?"), seguivano il genitore maschio che li incitava ("Se non vogliamo perdere l'aereo dovete salire, costi quel che costi !), l'autobus partiva lasciando a terra la povera Mamma Pinkytos con i suoi bagagli spropositati (borsone in pelle di cammello made in Guatemala, cimelio del viaggio di nozza, riesumato per l'occasione grazie alla sua capacità di appiattirsi una volta vuoto e trolley medio che, sebbene per i più sia equipaggiamento ordinario, a lei pare un transatlantico).
Seguiva diffuso turpiloquio dei passeggeri sull'autobus, di Mister Baby, del Minty e finanche di Mamma Pinkytos, tanto che i trequarti della famiglia scendevano alla fermata successiva ricongiungendosi alla mater derelicta.
Nel frattempo si era fatto tardi e la salvezza ha assunto le vesti di un corpulento NCC di nome Adil che li ha portati in tempo zero all'aeroporto violando più di una norma del Codice della Strada e salvando la vacanza della Pinkytos' Family, mentre il Minty aveva già minacciato la fronda ("Sono a casa da un giorno e già non vi sopporto") e il Morby sfiorato le lacrime.
Ora i 4 disperati partiti da Orio al Serio con la giacca di pelo (Mister Baby) e le scarpe da trekking (Mamma Pinkytos) sono a Stoccolma, città colorata e affascinante con le sue trentamila isole, la gente bionda e bella.
Hanno mangiato a MC Donald's perché era l'unico locale aperto e passeggiato fino a Gamla Stan.
Dormiranno in una stanza minuscola senza finestre , con il letto più piccolo di quello del van, per la modica cifra di trecento euro a notte.
Ma sono finalmente in vacanza.
Il Minty, reduce dai postumi delle notti brave londinesi, è in perenne stato di coma e dorme ovunque appoggi la testa. Quando è sveglio parla ininterrottamente dell'Inghilterra suscitando la noia del fratello.
Il Morby è emozionatissimo per il viaggio in camper e conta le ore che mancano alla partenza.
Mister Baby è come sempre impeccabile nella sua divisa da trekking. Pare si appresti a scalare l'Annapurna, ma, al contrario della sua sgarrupata famiglia, è precisissimo.
Mamma Pinkytos pare come sempre una terremotata, catapultata per caso in Nord Europa.
Questa mattina era in studio a finire di scrivere un atto e ora è qui, dove l'Aurora Boreale è una professione di fede (Mamma Pinkytos è come S. Tommaso e, stanti i numerosi viaggi al circolo polare senza avvistamenti, non crede nella sua esistenza) e il sole non tramonta mai.
Domani, dopo una breve visita alla Venezia del Nord, un Uber porterà l'allegra comitiva a Vallentuna, ad una trentina di km da Stoccolma, dove prenderanno possesso del loro van, litigheranno per chi dorme sopra e chi dorme sotto e partiranno alla volta di Capo Nord
Lo faranno davvero.
Pare.