Visualizzazione post con etichetta difetti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta difetti. Mostra tutti i post

sabato 2 agosto 2014

L'età che avanza e il vestito di Mamma Pinkytos

Mamma Pinkytos si è sempre sentita piú o meno giovane. Forse perché in effetti lo era. Sia in assoluto, sia in relazione ai vari ruoli che di volta in volta si trovava a ricoprire. Una giovane laureata. Un giovane avvocato. Una giovane mamma, per i tempi che corrono, nonostante i 29 anni della prima maternità e i 32 della seconda.
Ora Mamma Pinkytos si vede vecchia. Non ci si sente a dire il vero. Perché lei si sente istintivamente giovane e molto spesso più giovane e di parecchio di chi le sta intorno. Colleghe, altre mamme... Il primo pensiero è: io sono più giovane.
Ma tra lo spirito e il resto c'è lo specchio, quel malefico arnese che costò carissimo a Biancaneve.
In effetti Mamma Pinkytos è proprio invecchiata.
Le occhiaie, la pancetta, scomodo residuo della sua gravidanza numero due, la pelle non più tonica, gli occhi spenti.
Il problema è che non si riconosce. Si sente come una principessa con il vestito sbagliato. Ed è una sensazione mai provata prima.
Sgradevole e sconosciuta.
Perché lei nel suo corpo-vestito, seppure imperfetto, ci è sempre stata bene, grazie ad una forte autostima e alla capacità di sapersi accettare, difetti inclusi. Tanto che non ha, non aveva, mai compreso la necessità di qualcuno di sentirsi perfetto, di piacere sempre e comunque.
Ora capisce.
Capisce che la necessità di piacere è molto spesso necessità di piacersi, di piacere a se stessi, di sentirsi nel proprio vestito.
Capisce chi non si piace e vuole cambiare qualcosa di sè, per sé e per nessun altro.
Capisce, anche se non condivide, la sua amica che mangia soltanto gelato e nulla più perché ognuno fa quel che può e che riesce, talvolta in modo del tutto irrazionale, per sentirsi nel proprio vestito. E se le modalità sono discutibili, l'obiettivo finale è insindacabile. Perché tutte, anzi tutti, abbiamo il diritto di piacerci. E questo Mamma Pinkytos lo ha capito solo ora che non si piace.
Capisce la sua mamma che in ogni vacanza porta con sé bigodini e smalto per le unghie. Piccole coccole e gesti di cura. Per sentirsi meglio. E tutto questo le fa una grande tenerezza.
Lei, con il suo bagaglio minimal, era abituata al look selvaggio, capelli al vento asciugati al sole, niente trucco.
Ora sa perché. Aveva vent'anni e a vent'anni nessuna ha bisogno di niente per essere bella. Ha la bellezza dell'età. La pelle di pesca e il fisico asciutto che oggi vede a queste ragazze che, a onor del vero, sono in molti casi comunque troppo imbellettate.
Oggi lei, che non ha abdicato al bagaglio minimal, vorrebbe tanto i suoi trucchi e la sua piastra per i capelli. Sembra un polipo con tutti questi capelli semiricci e il sole non attenua le imperfezioni della pelle.
È l'età che avanza. Il corso normale della vita.
Fa niente se molte cinquantenni le sembrano messe meglio di lei.
Mamma Pinkytos vuole credere che l'età le abbia causato anche danni alla vista.

mercoledì 9 luglio 2014

In un'altra vita

Mamma Pinkytos sarà andata dall'estetista tre volte in vita sua.
Un paio di volte per sistemare la linea delle sopracciglia e l'ultima ieri per utilizzare un coupon acquistato tempo fa per manicure e pedicure.
Non ci va mai un po' perché non ha tempo,  un po' perché non ci è abituata.  Su alcune cose Mamma Pinkytos è tra il pigro e il selvatico, ma, poiché ha sempre associato il centro estetico alla cura del sè, ha sempre pensato che in un'altra vita, magari in quella da pensionata, ci sarebbe andata spesso e si sarebbe sentita bella, curata e coccolata. Avrebbe avuto le unghie laccate e la pelle perfetta, liscia, senza un pelo neanche a cercarlo con il microscopio.
In un'altra vita.
Questi erano le fantasie e i buoni propositi di Mamma Pinkytos fino a ieri ovvero fino al momento in cui tra lei e l'estetista che le metteva lo smalto si è svolto il seguente dialogo:
"Deve stare attenta perché lo smalto sulle unghie delle mani è delicato".
"Ci proverò ma non sono molto portata a stare attenta. Gioco con i bambini,  impasto, lavo... Infatti lo smalto sulle mani non lo metto mai."
"Hai un bambino? "
"Due."
"E aspetti il terzo?"
"No, grazie. "
"Eh perché ho visto la pancia..."
"È ciccia."
"Ah. Sembri proprio in gravidanza. "
Mamma Pinkytos è uscita dal centro estetico depressa e pure un po' incazzata  perché, benché lei sia estremamente autoironica, su certi argomenti è suscettibile come tutte le donne.
Non si è goduta neppure per un istante l'ebbrezza delle sue unghie laccate color corallo e ha giurato solennemente che in un'altra vita dall'estetista non ci andrà neppure quelle tre volte.
Per sentirsi panzuta non serve pagare e, a pensarci bene,  neppure per mettersi lo smalto.

sabato 17 maggio 2014

La fatica delle operazioni di restauro

Il pensiero che Mamma Pinkytos ha formulato cinque minuti fa, mentre ingaggiava una lotta senza esclusione di colpi con l'ultimo frammento dello smalto semi permanente della scorsa estate che non ne voleva sapere di abbandonare l'unghia del suo alluce, le è sempre appartenuto, anche dieci anni fa, anche quando era più giovane e più magra: le operazioni di restauro, o di remise en forme che dir si voglia, sono una gran fatica.
Incremettarsi, imbellettarsi, tentare con scarsi risultati di mimetizzare occhiaie e brufoletti, lisciarsi o arricciarsi i capelli sono attività che le hanno sempre dato una gran noia.
Lei, la mater paleozoica, che per natura è un po' sciatta e un po' pigra, ha sempre guardato con un misto di sospetto e ammirazione chi si vede in giro alle otto del mattino perfettamente truccata e senza un capello fuori posto o chi esce per andare al cinema in tiro come se andasse a un matrimonio.
Lei nun gliea fa.
Grazie al cielo, nonostante questo, prima che la sua autostima avesse un netto tracollo a causa della panza da quinto mese che si ritrova, scomoda eredità della gravidanza numero due ("La panceraaaaa! Tutta colpa del fatto che non hai messo i mutandoni ascellari" tuona la Nonna R. Mah!), Mamma Pinkytos ha sempre avuto una discreta capacità di accettazione del suo aspetto fisico, al netto degli inevitabili momenti down che capitano a ogni essere umano, uomini reticenti compresi ("Un brufolo.. Oddio... meglio barricarsi in casa!" - " La cellulite! Che orrore... Quest'anno niente costume..").
Di casa alla fine è sempre uscita e si è sempre messa anche il costume, compensando con una bella abbronzatura ambrata la linea non proprio slim.
Però deve ammettere che, con l'avanzare inesorabile degli anni e con la crescita esponenziale degli inestetismi dovuti (oppure no) alle due ravvicinate maternità, inizia a comprendere la necessità di nascondere-mimetizzare-ricostruire-imbellettare-bistrare.
E talvolta è disposta a sobbarcarsi la relativa fatica.
Ora anche lei la mattina, nani permettendo, si trucca seppure poco e male, ogni tanto, se ha tempo, mette pure l'ombretto.
Nella borsa tiene il gloss e ogni tanto si dà una passatina.
Si è fatta mettere l'estate scorsa (udite udite!) lo smalto semi permanente alle unghie dei piedi. Sì, proprio dall'estetista, soggetto la cui porta non aveva mai varcato fino a quel momento, neppure in occasione del suo matrimonio. Era stato il regalo per la festa della mamma che le aveva fatto la Nonna R. E, peraltro, è stata anche l'unica occasione in cui l'ha varcata quella porta visto che, a distanza di un anno, sta cercando di fare saltare a colpi di lima il residuato bellico di quel malefico gel che avrebbe dovuto essere rimosso, previo appuntamento,  dall'estetista medesima un paio di mesi più tardi. A furia di rinviare, é passato un anno.
Smalto a parte, ora anche la mater bacchettona, estimatrice del nature look, quando e come può tenta qualche imbellettamento per piacersi di più.
Mamma Pinkytos ha capito che non era sciatta nè pigra, era solo più sicura di sè e si piaceva abbastanza.
Forte di un buon grado di autostima, si accettava per quello che era: non magrissima, ma certamente non grassa, non bellissima, ma certamente non brutta. Di lei, come di quasi tutti, ce n'erano di più belle, di più brutte, di più magre e di più grasse.
Oggi è tutto più complicato e diverso.
Quando non si hanno più vent'anni il corpo diventa uno specchio: la stanchezza si vede, le notti insonni si vedono, le torte al cioccolato si vedono, gravidanza e allattamento si vedono.
E le operazioni di restauro diventano quantomai necessarie e complicate.
Mamma Pinkytos si specchia e pensa che, da questo punto di vista, una bella vacanza ti dà una grossa mano.
Un filo di abbronzatura, l'aria più rilassata e anche il restyling diventa meno faticoso.
Dal collo in su Mamma Pinkytos si vede quasi bella.

giovedì 4 aprile 2013

Questione di dettagli

Tutto è relativo.
Quando si è adolescenti, ci si focalizza per lo più su un difetto fisico, come la cellulite o i brufoli. Forse perchè è l'unico, forse perchè è quello che gli altri notano di più (uffa).
Insomma, gli si dichiara guerra, con le buone o con le cattive.
Poi si cresce.
La vita si complica.
Un po' si capisce che l'aspetto fisico non è l'unica cosa che gli altri notano e che ci sono altre armi tanto per essere socialmente accettati, quanto per conquistare, quanto (soprattutto) per piacersi, un po' si hanno meno tempo e meno energie da dedicare alle cause perse. Non da ultimo, l'età peggiora decisamente le cose (e se ci sono pure i figli), nel senso che quel difettuccio o difettone che era al centro del mondo, ora è una goccia nel mare. Il che, se vogliamo, lo rende un difetto trascurabile, uno dei tanti.
Mamma Pinkytos, per esempio, che in realtà ha sempre avuto abbastanza autostima da non crocifiggersi per questioni legate all'esteriorità. a vent'anni si crucciava per un po' di cellulite.
Pensava che fosse colpa del caldo, dell'inquinamento, degli ormoni, di Cernobyl, della cattiva circolazione, dello stress, dei dolci, delle patatine fritte, dei suoi genitori echipiùnehapiùnemetta.
Tredici anni e due figli dopo, quella cellulite lì (che nel frattempo si sarà senza'altro moltiplicata) se la dimentica quasi.
Perchè ora è in compagnia. Precisamente si gode la compagnia ingombrante di una pancetta  assolutamente antiestetica (se Ivano Vaccipiano, con le sue sedute intensive di acquagym e la sua buona volontà, la vedesse senza costume intero gli verrebbe la depressione), di una macchia in viso che secondo il dermatologo è una lentigo solaris mentre secondo Mamma Pinkytos è una macchia scura della vecchiaia (anvedi, a trentatre anni!!!!) che peggiora ad ogni gravidanza (quindi in teoria ora non dovrebbe peggiorare più), delle tette a bistecca post allattamento prolungato (non credete a chi vi dice che l'allattamento è una ginnastica naturale che tonifica il seno. Balle!!! Però con un'altra gravidanza tutto torna come prima. Provare per credere!), di una cicatrice sull'occhio sinistro, residuato bellico dell'incidente stradale occorso a Mamma Pinkytos un anno fa, delle ginocchia storte (quelle ce le aveva anche prima), delle smagliature sparse (sempre colpa dei nani)  echipiùnehapiùnemetta.
A questo punto, direte voi, Mamma Pinkytos puoi chiuderti in casa e buttare la chiave.
E invece no. Perchè, tutto sommato, crede che sia una questione di dettagli.
Ieri Mamma Pinkytos, che adora le vetrine dei negozi in primavera, ha fatto un giro di ricognizione.
Quando le stoffe si alleggeriscono e gli scaffali sono pieni di maglie e abiti dai colori pastello, viene proprio voglia di comprare qualcosa.  Ma tutto quello che Mamma Pinkytos provava le stava male, per via della panza incipiente.
Le stava male IERI.
E allora non ha comprato niente.
Magari domani, quando la pancetta calerà un po', quando non avrà mangiato la verdura che gonfia o quando semplicemente non ci penserà, si sentirà più snella.
Lei di solito, quando si vede male fa così: pensa alla visione complessiva di sè, quella che crede che gli altri dovrebbero percepire.
Pensa a cosa le piace del suo aspetto: l'altezza, i capelli e...beh, adesso non le viene in mente altro (data l'ora tarda, cosa avete capito?!).
Ma è sicura sicurissima che non tutti vedano i dettagli nefasti che vede lei. O almeno lo spera.
Insomma, sono le undici e mezza passate. Si siede adesso (escludendo le ore in studio) dopo diciassette ore diciassette.
Potrà pure essere un po' confusa.
L'importante è crederci. Oltre che di dettagli è anche tutta una questione di punti di vista.