lunedì 22 aprile 2024

Egyptian training

È ufficiale: la Pinkytos' Family è pronta per bivaccare nella sala arrivi dell'aeroporto di Dakar.
Queste 48 ore di fuoco a Il Cairo sono state un training eccezionale.
Si sono appisolati ovunque, anche sul dromedario. E anche Mister Baby che di solito è refrattario alle scomodità e non dorme nemmeno durante i voli transoceanici è stato sorpreso con la bolla al naso sulla feluca lungo il Nilo.
Che Mamma Pinkytos è una zingara inside già si sapeva. I nani le hanno dato grande soddisfazione, si vede che sono figli suoi.
Così ieri, mentre il loro volo di ritorno è stato ri-schedulato alle 2.30 del mattino (che Dio, Allah, Amon Ra o chi per loro ci scampi da Wizzair), senza fare una piega il Minty si è sdraiato sulle poltrone della sala imbarchi in posizione mummia, tanto per restare in tema, perfettamente supino,con il cappello del Morby sugli occhi è si è rivisto dopo tre ore. Il nano piccolo, dopo qualche blando tentativo di dormire abbarbicato alla sua mamma, ha preso lo zaino, lo ha usato come cuscino e si è messo a dormire in posizione fetale a sbalzo tra due poltrone. Tutto questo mentre Mamma Pinkytos già stava a fare compagnia a Tutankhamon da almeno un'ora. L'unico irriducibile, Mister Baby, lord fino al midollo, con la camicia bianca e i pantaloni beige, ancora pettinato, a fare da sentinella ai tre poveri profughi e a tenere controllato l'orario di imbarco. Mamma Pinkytos quando dorme può essere che non si svegli nemmeno se crolla l'aeroporto, soprattutto se il foulard anti-neon sistemato sugli occhi assicura l'effetto buio.
L'attitudine al bivacco in questo viaggio è stata essenziale, una vera e propria skill.
Metti di arrivare in aeroporto un venerdì sera qualunque, con la settimana, la giornata e pure i festeggiamenti per la vittoria dell'Atalanta sulle spalle.
Metti che devi fare un volo intercontinentale e l'aereo ritarda di due ore.
Metti che arrivi in Egitto alle due di notte, fai la coda per il visto e finalmente esci dall'aeroporto alla ricerca dell'omino con il cartello con il tuo nome.
Metti che questo fantomatico omino non ci sia, che tu non abbia l'wi-fi e che non veda altra soluzione che smadonnare per quaranta minuti chiedendo a tutti quelli che ti paiono sufficientemente abbronzati se si chiamano Khalid.
Metti che non appena hai perso la speranza e contrattato il transfert con uno pseudo driver che ti sembra meno intenzionato a fregarti rispetto agli altri, si palesi Khalid, con il famoso cartello con il nome. Eviti di mandarlo al diavolo perché ti serve e fai buon viso a cattivo gioco.
Metti che l'hotel che hai prenotato con Booking sia completamente sconosciuto a Google Maps, Waze e ad ogni navigatore terracqueo e che per un'ora buona, alle tre e mezza del mattino, Khalid chieda ai passanti se conoscono l'hotel.
Metti che in un momento di disperazione Mister Baby parta a piedi alla ricerca dell'hotel che ha cambiato nome e lo trovi.
Metti che, alle 4, finalmente arrivati in hotel il receptionist ti comunichi candidamente di non avere più la stanza prenotata perché c'è stato un overbooking.
Metti che, a quel punto, Mamma Pinkytos sfoderi una sequela di minacce e insulti irripetibili in un inglese impeccabile che tuttavia non sortisce nessun effetto sul predetto receptionist.
Metti che, solo lievemente intimorito dalla cazzimma di Mamma Pinkytos il suddetto si offra di fornire cuscini e coperte per il bivacco alla Pinkytos'Family.
Metti che alle 4.30, tale Mister Ahmed, padre di un amico del Morby, presente urbi et orbi, incurante del sonno e dell'ora tarda (se andate in Egitto, Mister Ahmed tutta la vita. È una specie di divinità), trovi una sistemazione ai 4 disgraziati, consistente in una tripla in un altro hotel.
Metti che Mamma e Morby svengano immantinente in un letto a una piazza, mezzi vestiti. Seguiti a breve distanza dal Minty e Mister Baby, più comodini e ben sistemati.
Metti che dopo tre ore di sonno arrivi la guida per una bella giornata alle piramidi, Saqqara, Giza, Sfinge, cammellata, annessi e connessi.
Metti che dopo dieci ore di meraviglie egizie tu debba anche procacciarti il cibo, in una metropoli dove per attraversare la strada ti devi fare il segno della croce e  ogni amen è un colpo di clacson del milione di macchine presenti.
Metti che dopo un'ora di peregrinazione tu finisca da Pizza Hut, tra i sorrisi di giubilo dei nani e la composta delusione di Mister Baby, amante dei tuguri autoctoni pieni di fumatori di narghilè.
A Mamma Pinkytos bastava il bivacco, comunque e dovunque.
Lei non aveva più nemmeno le energie per lamentarsi e la pizza americana in Egitto le è sembrata buonissima.
Quanto al volo di ritorno, era così in ritardo che alle otto di lunedì mattina la Pinkytos Family non aveva varcato la porta di casa.
Mamma Pinkytos non se l'è sentita di portare i nani direttamente dall'aeroporto a scuola.
Lei, invece, nell'ottica del training, si è infilata il tailleur e si è trascinata in ufficio senza nemmeno passare dal via.
Il resto, al netto degli imprevisti sopra descritti, è stata solo meraviglia.


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