martedì 3 ottobre 2023

Attesa

L'attesa, nel lavoro di Mamma Pinkytos, ha un ruolo fondamentale.
Negli anni, ha imparato che a fare un buon avvocato è la capacità di aspettare ore e ore senza farsi venire l'ansia, senza dormire, senza incazzarsi.
Reggere la tensione, sapere tenere il colpo in canna per ore, a volte mesi.
Capita che arrivi alle 9, ora della tua udienza, dopo ore nel traffico. Se sei puntuale può essere che la tua udienza venga chiamata anche alle 13.30. Perché la tua era alle 9, ma insieme ad altre 45.
Allora ogni volta hai la tentazione di fare con calma, ma non è possibile perché, caschi il mondo, alle 9 devi essere in postazione a presidiare il fortino.
Se per caso hai una mattina sfortunata, incontri due incidenti in autostrada, tutti i semafori rossi, una vecchietta svenuta lungo la strada e arrivi alle 9.01, stai sicuro che la tua udienza è la prima del ruolo ed il Giudice, evento più unico che raro, è in anticipo di cinque minuti.
In quel caso, se ti va bene, fai pubblica ammenda dopo esserti cosparso il capo di cenere, ti sorbisci il cazziatone e porti a casa la condanna. Se ti va male, l'udienza l'hanno già fatta, senza di te. E chi s'è visto s'è visto.
Per ingannare l'attesa ci sono vari modi.
Di solito gli avvocati fumano molto e chi, come Mamma Pinkytos, non fuma, beve molto caffè.
Se l'attesa è parecchio lunga i caffè diventano troppi e ti aggiri per i corridoi con il Delirium Tremens.
Qualcuno in tarda mattinata passa all'aperitivo. 
Mamma Pinkytos invece, quando ha superato il numero dei caffè ante Delirium,  mangia.
Una brioche, un panino, un toast a seconda dell'orario. Con intuibili controindicazioni.
Poi ci sono i passatempi. 
Inutile dire che il telefonino li ha soppiantati quasi tutti, ma dopo un po' anche gli occhi accusano il colpo. E molto spesso nei palazzi di giustizia il segnale non c'è o è pessimo.
E allora c'è la chiacchiera, prima disinteressata poi molesta, ricca di turpiloquio, tanto che gli avvocati sono per ovvie ragioni tra i pettegoli più incalliti. Sanno tutto di tutti, ma non c'è cattiveria, è una strategia di sopravvivenza.
In qualche caso ci sono i libri o i giornali. 
E poi i passatempi più creativi.
Mamma Pinkytos ricorda con ammirazione un collega in Corte di Appello a Venezia che, per inaggannare il tempo, giocava con le palline rimbalzine con straordinaria abilità nel controllare la traiettoria. Ne aveva anche una con un filo di elastico appeso da usare in caso di spazi ristretti.
Non mancano gli antistress gommosi e il sudoku.
Mamma Pinkytos ogni tanto scrive.
Gli avvocati aspettano così tanto che se lavorassero nell'attesa poi potrebbero andarsene serenamente a casa a dormire o a coltivare gli hobbies più disparati. Ma lavorare, di solito è l'ultima cosa che ti viene di fare. 
Un po' perché hai la speranza recondita di essere chiamato da un momento all'altro quindi stai sempre in pole position, un po' perché si aspetta in corridoio, nella confusione e molto spesso in piedi, un po' perché gli avvocati sono degli inguaribili cazzari.
Secondo Mamma Pinkytos se mettessero a disposizione degli avvocati in attesa dei lavoretti manuali tipo l'uncinetto, il punto croce, il patchwork, il decoupage il mondo sarebbe un posto migliore.
La prossima udienza è quella di Mamma Pinkytos. La quarantacinquesima delle 89 fissate per oggi.
Le tocca mettere via il gomitolo di lana e gli aghi da maglia.

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