Il pensiero che Mamma Pinkytos ha formulato cinque minuti fa, mentre ingaggiava una lotta senza esclusione di colpi con l'ultimo frammento dello smalto semi permanente della scorsa estate che non ne voleva sapere di abbandonare l'unghia del suo alluce, le è sempre appartenuto, anche dieci anni fa, anche quando era più giovane e più magra: le operazioni di restauro, o di remise en forme che dir si voglia, sono una gran fatica.
Incremettarsi, imbellettarsi, tentare con scarsi risultati di mimetizzare occhiaie e brufoletti, lisciarsi o arricciarsi i capelli sono attività che le hanno sempre dato una gran noia.
Lei, la mater paleozoica, che per natura è un po' sciatta e un po' pigra, ha sempre guardato con un misto di sospetto e ammirazione chi si vede in giro alle otto del mattino perfettamente truccata e senza un capello fuori posto o chi esce per andare al cinema in tiro come se andasse a un matrimonio.
Lei nun gliea fa.
Grazie al cielo, nonostante questo, prima che la sua autostima avesse un netto tracollo a causa della panza da quinto mese che si ritrova, scomoda eredità della gravidanza numero due ("La panceraaaaa! Tutta colpa del fatto che non hai messo i mutandoni ascellari" tuona la Nonna R. Mah!), Mamma Pinkytos ha sempre avuto una discreta capacità di accettazione del suo aspetto fisico, al netto degli inevitabili momenti down che capitano a ogni essere umano, uomini reticenti compresi ("Un brufolo.. Oddio... meglio barricarsi in casa!" - " La cellulite! Che orrore... Quest'anno niente costume..").
Di casa alla fine è sempre uscita e si è sempre messa anche il costume, compensando con una bella abbronzatura ambrata la linea non proprio slim.
Però deve ammettere che, con l'avanzare inesorabile degli anni e con la crescita esponenziale degli inestetismi dovuti (oppure no) alle due ravvicinate maternità, inizia a comprendere la necessità di nascondere-mimetizzare-ricostruire-imbellettare-bistrare.
E talvolta è disposta a sobbarcarsi la relativa fatica.
Ora anche lei la mattina, nani permettendo, si trucca seppure poco e male, ogni tanto, se ha tempo, mette pure l'ombretto.
Nella borsa tiene il gloss e ogni tanto si dà una passatina.
Si è fatta mettere l'estate scorsa (udite udite!) lo smalto semi permanente alle unghie dei piedi. Sì, proprio dall'estetista, soggetto la cui porta non aveva mai varcato fino a quel momento, neppure in occasione del suo matrimonio. Era stato il regalo per la festa della mamma che le aveva fatto la Nonna R. E, peraltro, è stata anche l'unica occasione in cui l'ha varcata quella porta visto che, a distanza di un anno, sta cercando di fare saltare a colpi di lima il residuato bellico di quel malefico gel che avrebbe dovuto essere rimosso, previo appuntamento, dall'estetista medesima un paio di mesi più tardi. A furia di rinviare, é passato un anno.
Smalto a parte, ora anche la mater bacchettona, estimatrice del nature look, quando e come può tenta qualche imbellettamento per piacersi di più.
Mamma Pinkytos ha capito che non era sciatta nè pigra, era solo più sicura di sè e si piaceva abbastanza.
Forte di un buon grado di autostima, si accettava per quello che era: non magrissima, ma certamente non grassa, non bellissima, ma certamente non brutta. Di lei, come di quasi tutti, ce n'erano di più belle, di più brutte, di più magre e di più grasse.
Oggi è tutto più complicato e diverso.
Quando non si hanno più vent'anni il corpo diventa uno specchio: la stanchezza si vede, le notti insonni si vedono, le torte al cioccolato si vedono, gravidanza e allattamento si vedono.
E le operazioni di restauro diventano quantomai necessarie e complicate.
Mamma Pinkytos si specchia e pensa che, da questo punto di vista, una bella vacanza ti dà una grossa mano.
Un filo di abbronzatura, l'aria più rilassata e anche il restyling diventa meno faticoso.
Dal collo in su Mamma Pinkytos si vede quasi bella.
Gioie e dolori di un'aspirante mamma lumaca costretta, giorno e notte, a una vita a mille all'ora
sabato 17 maggio 2014
La fatica delle operazioni di restauro
mercoledì 14 maggio 2014
Mamme di pancia e mamme di cuore
Mamma Pinkytos in questi giorni è emozionata.
La sua amica Lalaloopsy per la festa della mamma ha ricevuto un regalo meraviglioso. Appena prima della festa della mamma, lei è diventata mamma di cuore di una bimba color cioccolato, Anna, che ha l'età del Minty e mille treccine colorate.
Mamma Pinkytos, che ha vissuto un primo giorno da mamma con in braccio un batuffolo urlante, immagina questo primo giorno così particolare.
Accogliere nel tuo mondo una piccola vita che ha vissuto in un mondo diverso, qualcuno che ha una gran voglia di chiamare "mamma" e che è già in grado di farlo.
Anna ha chiamato "mamma" sin da subito, guardando Lalaloopsy, che era in attesa di questo momento da una vita e mezza, con due occhioni scuri che l'hanno fatta piangere.
Mamma Pinkytos la immagina guardare Anna che dorme con il suo copriletto nuovo delle principesse Disney per tutta la notte.
Così esotica eppure così famigliare.
La immagina sperimentare tutte le prime volte da mamma come su una giostra, così intense da fare girare la testa: il primo regalo, il primo bacio, la prima volta al cinema, il primo risveglio, il primo disegno.
Lalaloopsy, che tanto desiderava essere mamma di pancia, che ci ha provato mille volte al prezzo di indicibili sofferenze, ora è una felicissima mamma di cuore.
Ha saputo prendere le redini del proprio destino e ha concluso che tutte le traversie vissute erano preordinate a questa grande gioia: "Tutto perchè doveva arrivare lei."
Non ci sono limiti nè razionalità nell'amore di una mamma.
Di cuore e di pancia, senza differenza alcuna.
Non si scelgono i figli, nè in un caso nè nell'altro.
Richiedono amore e accettazione, sono altro da noi.
I figli sono un'emozione intensa e un impegno costante, presenza quotidiana, responsabilità, piccoli gesti, complicità.
Sono un contratto a tempo indeterminato.
Il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi nascano dalla nostra pancia, in effetti, è poco più di un dettaglio.
lunedì 12 maggio 2014
Nonvedononsentononparlo
Mamma Pinkytos ha mal di stomaco e un cerchio alla testa.
Postumi di un fine settimana di bagordi, ergo caffè frettoloso con un'amica sabato pomeriggio e piacevolissima cena tra mamme al ristorante indiano domenica sera.
Sogna, dopo il faticoso ritiro di M&M dai risoettivi asili, di spiaggiarsi al parco a chiacchierare del nulla con Mamma Polly Capellipazzi mentre i quattro nani giocano senza scotennarsi in comunione di amorosi sensi.
"Che ne dite di andare al parco sotto casa nani?"
"Sì va bene mamma, così passiamo da casa un attimo a prendere qualcosa."
"Ok. Tu Minty potresti prendere la bicicletta e il Morby il triciclo o il monopattino."
"Io attino. Attino. Attino. Ove è attino?"
"Va bene Morby, adesso andiamo a casa a prendere il monopattino."
"Io non voglio la bici, perchè in bici si cade. Io voglio portare fuori qualcosa che si usa dentro."
"Attino. Mamma! Io voio attino. Ove è attino?"
"Io sono indeciso su cosa portare. Il monopattino è mio però te lo regalo Morby."
"Mio attino. Grasie Minty. Voio attino."
"Su che saliamo a prenderlo. Tu Minty potresti prendere i pattini."
"No, niente pattini. Io prendo queste cose."
Mentre Mamma Pinkytos prende dal balcone il monopattino per il nano piccolo impaziente, il Minty si palesa travestito da crociato, con armatura, spada e una mascherina brillantinata da Colombina veneziana.
"Nano ma non è Carnevale!"
"Io voglio fare finta che è Carnevale."
"Ti prego nano, almeno la mascherina!"
"O porto la mascherina o l'elmo di ferro grande. Mamma, decidi tu."
"Per l'amor del cielo nano, mettiti quello che vuoi."
"Attino, io voio attino."
"Benissimo, andiamo."
Mamma Pinkytos si avvia verso il parco con il Minty vestito da Colombina veneziana con l'armatura e il Morby abbarbicato al monopattino, più grande e pesante di lui.
Arrivano al parco.
Mamma Pinkytos riesce a scambiare una quindicina di parole con Mamma Polly Capellipazzi tra un tentativo di suicidio di Baby Banny e un capitombolo del Morby.
Il Morbillo non di stacca un attimo dal monopattino. Quando Mamma Pinkytos si avvede che il nano tenta di caricarlo sullo scivolo, sente il dovere morale di intervenire: "Nano, lascia qui il monopattino. Non si porta sullo scivolo."
"Quetto è mio." Poi si guarda intorno con fare circospetto: "Ruba qualcuno."
"Mamma mammaaaa!"
"Dimmi Minty."
"Sono stanco di giocare con la spada. Tienila tu."
"No grazie. Hai scelto di portarla e la tieni tu."
"No. Io adesso voglio il monopattino."
"Nooooo! Mio attino. Via via butto."
"È miooo. Non te lo regalo più."
"Mioooo! Nooooooo," (pianto)
"Vattene Morby. L'hai usato sempre tu. E non sei neanche capace."
"Non si rubano i giochi. Chiediglielo con gentilezza..."
"Morby me lo dai che è mio?"
"No."
"Ecco... ha detto di no...."(pianto)
"Ha scelto lui di portarlo."
"Io lo volevo. Lo voglio... via" (pianto)
"Nooooo!" (pianto)
"Mamma!"
"Oooommmmmm..."
"Mamma! Digli qualcosa! Sgridaloooo!" (pianto)
"Ooommmm..,"
"Mammmaaaa! Tu non mi ascolti!"
A mali estremi, estremi rimedi.
In assenza di alternative facilmente praticabili, Mamma Pinkytos ha deciso di adottare il protocollo di emergenza, da applicarsi soprattutto di lunedì.
Nonvedononsentononparlo.
La settimana è ancora lunga.
giovedì 8 maggio 2014
Cuoricini e aragoste
Ieri sera, prima della nanna.
"Nano grande, lo fai un bel disegno per la mamma che domenica è la sua festa?"
"No mamma! Ti ho già preso ieri due margherite dal prato! Vuoi sempre regali."
Oggi, all'uscita dall'asilo.
"Ciao amore, come è andata a scuola?"
"Bene."
"Hai fatto dei disegni?"
"Sì. Ho disegnato un'aragosta."
"Carino. Ma non lo fate un lavoretto per la festa della mamma?"
"Assolutamente no. E poi ti ho detto che non ti meriti più regali. Ieri hai mangiato un pezzo della mia pizza."
"Ma nano. IO ti avevo comprato la pizza. E te ne ho chiesta un pezzetto."
"E io ti avevo detto di NO. Sei stata un po' egoista."
Mamma Pinkytos è un'egoista.
Egoista ed esosa.
Chiede regali, mangia pizza a tradimento.
Indipercui domenica, nel giorno della festa della mamma, alla quale ogni mamma, che lo ammetta o no, tiene un pochino, sarà miseramente a bocca asciutta.
La scuola del Minty, è l'unica del mondo terracqueo, in cui la festa della mamma non si può neppure nominare. Per rispetto nei confronti di chi ha una unconventional family. Loro, anzichè disegnare fiorellini e punteggiare cuoricini da portare a casa, disegnano aragoste e triglie per decorare la classe.
Ma tant'è.
In ogni caso, quell'esosa di Mamma Pinkytos i cuoricini e i fiorellini non se li sarebbe meritati.
Nella posizione in cui è non disdegnerebbe neppure l'aragosta.
Magari dentro una busta con i cuoricini.
Che esosa.
martedì 6 maggio 2014
In Paradiso e ritorno
E a scoperto che a volte, per rigenerare corpo e mente, basta spegnere il cellulare e disattivare la connessione Internet.
Semplice ed economico.
A parte questo, nella settimana djerbina della Pinkytos'Family, molto (anche se non tutto) lo hanno fatto la spiaggia bianca, le palme, gli ombrelloni di paglia, il piacere di camminare a piedi nudi con il sole che ti accarezza la pelle. Ma soprattutto la gioia di stare insieme, tutti insieme, e di non avere nulla al mondo da fare a parte mangiare, dormire, giocare con la sabbia e inseguire i nani che scorazzano liberi con secchiello e paletta in mano.
Felicità.
Mamma Pinkytos ha pensato che lei, i soldi che riesce a mettere da parte, pochi o tenti che siano, una volta soddisfatte le necessità basilari, li vuole spendere in viaggi, in vacanze.
A volte la destinazione conta pochissimo.
Conta il tempo di qualità da passare tutti insieme.
Una settimana fa, tutti i componenti della Pinkytos' Family, nani compresi, erano reduci dall'influenza e sull'orlo di una crisi di nervi.
Poi sono partiti.
Tutto cancellato con un colpo di spugna.
Sono tornati rilassati, inciccioniti, abbronzati.
Mamma Pinkytos ha una panza assai più antipatica di quella di una settimana fa', ha i capelli a pannocchia (complice il trattamento di bellezza di una colorita parrucchiera tunisina: "Tu avele capelli bluttissimi. Tagliare tutti. E farti bionda. Con le meches." Se Mamma Pinkytos torna da Mister Baby bionda è praticamente certa che lui, che mal sopporta persino una foto di Mamma Pinkytos a cinque anni vestita da fatina con la chioma ossigenata, chiederà il divorzio), ma ha il colorito di un cammelliere tunisino e sta decisamente meglio.
Mister Baby in questa vacanza ha mangiato quintali di dolci e non solo, è stato meravigliosamente con i suoi nani e, ovviamente, ha preparato le valigie per tutta la famiglia (o meglio: ha infilato a modo suo nella valigia quello che Mamma Pinkytos aveva preparato. Andate a spiegarli che non è la stessa cosa). All'andata e al ritorno. Perchè lui l'ordine della mater incompresa non lo capisce e non lo condivide e Mamma Pinkytos, per quieto vivere,ha stabilito la regola che chi si lamenta dell'operato altrui ha l'onore e l'onere di arrangiarsi.
Il Minty è tornato felice come una Pasqua e ha detto tutto contento: "E' stato bello mamma. Ho trovato tre amici: un cavallo, un cammello e Nicolò", che non sono esattamente la stessa cosa, ma sono tre aspetti del suo stesso entusiasmo. Ergo:
1. Ho guidato il calesse con i cavalli.
2. Sono salito sul dorso di un dromedario.
3. Ho conosciuto Nicolò (un coetaneo con il quale è stato amore prima vista che, per un piacevole scherzo del destino, abita vicinissimo alla Pinkytos' Home. E' stato lui, insieme ai suoi pazientissimi genitori la vittima prescelta di quello stalker incallito del Minty, che dà il meglio di sè' quando è in vacanza).
L'ingrato nano grande voleva anche lasciare la sua mamma in Tunisia in cambio di due cammelli ("Non ti preoccupare mamma. Il latte me lo fa il cammello e quando sono malato c'è il papà!") e Mamma Pinkytos se l'è presa parecchio. L'ipotesi è tramontata davanti all'oggettiva difficoltà di caricare l'ingombrante animale sull'aereo.
Il Morby, da ippo-fanatico qual è, in Tunisia, dove si vedono più cavalli che automobili, ha trovato il suo mondo: "IO lice. Tanti lalli, lunghi, gandi. Visto lalli illi. Tanti. Visto anche melli. Lito io." (Sono felice perchè ho visto tanti cavalli lunghi (!) e grandi. Sono anche andato con la carrozza con i cavalli a vedere i coccodrilli, che erano un numero ragguardevole. Ho visto anche i cammelli e ci sono pure salito. Scusate se è poco.)
Certo ritornare dal Paradiso è dura e, complice il rientro in notturna, stamattina la Pinkytos' Family era un filino fuori fase.
I nani sono arrivati a scuola in ritardo pauroso e Mamma Pinkytos ha faticato a smaltire la valanga di fax e di mail che le infestavano la scrivania.
Il maleficio di Internet.
La Pinkytos' Family è ufficialmente rientrata nel mondo.
domenica 27 aprile 2014
Tra otto giorni
Mamma Pinkytos vi concede una tregua.
Si leva dalle spese e tornerà tra otto giorni.
Domani all'alba, per la gioia di tutti, lei, Mister Baby e i nani prenderanno un aereo e voleranno per una settimana a Djerba.
Senza tablet Pietro, senza computer. Telefono acceso solo per le emergenze.
Mamma Pinkytos ha bisogno di staccare la spina.
"Io vado dai quali." Ha annunciato il Morby.
Mamma Pinkytos crede e spera che di squali non ce ne siano, ma spera nel sole e nella quiete.
Poi magari troverà una wi-fi e riprenderà i contatti con il mondo. Magari avrà nostalgia.
Ora staccare le sembra una buona idea.
E il suo mondo è con lei, almeno per buona parte.
Spera che tra otto giorni sará meno verde, più riposata, meno nervosa.
Meno grassa è difficile.
Ma non si sa mai.
Nei mercatini della medina vendono intrugli miracolosi.
Dicono.
Ora a nanna.
Domani sveglua alle 4.
Voleva scrivere di quel giorno
Mamma Pinkytos, in questo fine settimana lungo, voleva fare un sacco di cose: sistemare casa, stare con i nani, comprarsi una borsa nuova, andare dal parrucchiere.
Non ha fatto nulla di tutto questo.
Venerdì 25 aprile ha lavorato come neanche gli altri giorni: dalle 9 alle 19 no stop. Ha appaltato i suoi nani, che le sono mancati così tanto da fare male alka bocca dello stomaco, è andata in ufficio con i capelli così selvaggi da meritare la tutela di Greenpeace e così influenzata da riuscire a malapena a parlare.
Poi ieri. Una corsa continua, con la stanchezza negli occhi, nelle gambe, nella testa.
E dire che la mater illusa voleva fare un sacco di cose.
Dipingersi le unghie, cercare su Internet una dieta anti ciccia, mettere via gli stivali invernali.
E poi... poi voleva scrivere di quel giorno.
Quel giorno, il 26 aprile, di sei anni fa' in cui lei e Mister Baby si sono detti sì, in uno dei giorni più belli della sua vita.
Voleva scrivere, magari non proprio di quel giorno, ma di quelli prima che sono tanti e di quelli dopo, quelli già vissuti e quelli ancora da vivere. E anche di tutte le cose, i momenti, che quel sì glielo fanno dire ogni giorno.
Di quando Mister Baby tiene, proprio come ora, la mano al Minty che vuole compagnia per addormentarsi e lo fa per ore, con un amore e un'abnegaziobe dei quali neanche Mamma Pinkytos a volte é capace.
Di quando, mentre la casa crolla sotto l'assalto dei nani e Mamma Pinkytos farnetica esasperata e sommersa dai bagagli in fase di preparazione, e lui decalcifica la macchinetta del caffè con tutta la calma del mondo.
Di quando i nani cantano: "E chi si chiama papà si alzi in piedi e faccia tanti salti e muova un po' la testa..." e Mistet Baby, nel bel mezzo di una pizzeria si alzza e inizia a saltare sorridendo.
Di quando lui ascolta Mamma Pinkytos, si interessa a quello che fa, spronandola e facendola sentire importante.
Di quando guarda il video del Minty a due anni, piangendo come un bambino.
Di quando Mister Baby è Mister Baby: allegro, smemorato, entusiasta, lamentoso e un sacco di altre cose che Mamma Pinkytos non ricorda. Perchè lei ha 34 anni e 15 li ha passati con Mister Baby. Lui è lei, qualcosa oltre l'amore, e senza le mancherebbe una parte di sè.
Hanno costruito una casa con le fondamenta loro due, da bravi sgobboni.
Glielo disse Mister Baby, forse una decina di anni fa'.
E la loro casa ora è diventata grande, sono in quattro e quei quattro sono il mondo meraviglioso di Mamma Pinkytos, il luogo esatto dove lei vorrebbe essere.
Voleva scrivere di quel giorno Mamma Pinkytos.
Forse un po' ha scritto e va bene così.