sabato 10 gennaio 2015

Je suis Charlie

Mamma Pinkytos questa sera ha idealmente una matita in mano.
Mamma Pinkytos, che ha appena finito di preparare le crespelle e che ha un diavolo per capello perché i suoi nani non dormono ancora mentre lei, che di notte è spesso sveglia, dormirebbe volentieri e già da un pezzo, questa sera si sente piccola.
Piccola davanti alle enormità della vita, davanti alla disumanitá che si insinua nella mente di qualcuno che arriva a credere che un'idea, o un'ideologia, debba essere imposta con il sangue.
Noi, abituati a condividere tutto ciò che ci passa per la testa, talvolta prima ancora che sia arrivato veramente alla testa, alle libertà ci abbiamo fatto il callo.
Libertà di espressione, libertà di critica, libertà di stampa, libertà, talvolta, anche di intraprendere velleitari attacchi frontali contro un quisque de populo e non solo, dietro il paravento di un social network.
Poi arriva il giorno di Charlie Hebdo.
Arriva il giorno in cui questa libertà a cui non davi più peso ti scotta in mano come una patata bollente. Arriva il giorno in cui saresti tentato di farne a meno, magari solo per un po' perché la vita vale di più. Ma è proprio in quel giorno che bisogna rischiare di scottarsi le mani, che bisogna brandire la matita come un'arma. L'arma della non violenza. L'arma del dissenso. Je suis Charlie. Nos sommes tous Charlie.

martedì 6 gennaio 2015

Keep calm

Mamma Pinkytos deve mantenere la calma, per una serie di motivi che ripete come un mantra.
Primo, oggi è la sua festa, quella vera, quella della Befana. Lei che è invecchiata da pochi giorni sfondando il traguardo poco simpatico dei 35 (ovvio che Mamma Pinkytos non è vecchia in senso assoluto. E non lo è neppure in senso relativo al confronto delle sue tante amiche di 40-45. Ma suvvia, se il paragone lo facciamo con chi di anni ne ha dieci di meno o magari anche solo con chi di figli ne ha un paio di meno, la differenza c'è tutta), ormai è una befanina fatta e finita e ha salutato con il consueto giubilo gli immancabili auguri del suo amico Terminator che il 6 gennaio la pensa proprio sempre.
Secondo, le vacanze sono finite e mentre l'intero globo terracqueo si cosparge il capo di cenere, lei, la mater snaturata è contenta che domani la scuola si faccia di nuovo carico dell'impresa di raddrizzare i suoi nani che, ultimamente, le costa titaniche fatiche. Ed è quasi quasi contenta anche di tornare a lavorare, di potersi permettere qualche caffè ogni tanto e qualche viaggio in auto in perfetta e beata solitudine.
In queste vacanze Mamma Pinkytos è diventata più selvatica, rigorosamente e sfortunatamente, condividendo l'identico destino con M&M's, sempre più anarchici, refrattari alle regole e inclini al turpiloquio, seppur commisurato alla loro età ("Gallina spennata" - 'Maiale arrostito" - "Testa piccola").
La mater non dormiens si è pericolosamente adeguata, limitando al minimo sindacale le regole per non essere costretta al rimbrotto e alla sfuriata continua.
Terzo: con la ripresa dell'asilo, il malefico Morbillo, la cui messa a letto è diventata una delle dodici fatiche di Ercole, alla sera sarà sfinito e, si spera, meno refrattario a scivolare tra le braccia di Morfeo.
Al momento, per evitare l'allettamento forzoso, fa ricorso a un serie variegata di pretesti che spaziano dall'ipocondria alle allucinazioni.
"Mi fa male qualcosa"
"Cosa?"
"Il culetto dai. Metti po' di crema."
"Fatto nano. Ora dormi."
"No posso."
"E perché?"
"Mi sta cadendo un dente, mi sa."
"Nano, i tuoi dentini sono tutti al loro posto."
"Ho un buco nell'orecchio peò.."
"Adesso basta amore. Dormi."
"Eh ma in quetta stanza c'è forte odore di mela..."
"Io non lo sento."
"Allora portami l'acqua. "
L'intera sequenza si ripete, mutatis mutandis, tutte le sere e quando, sfinita ed esasperata, Mamma Pinkytos decide di fare la gnorri, il Morbillo molesto urla come un ossesso e prende a calci la testiera del letto.
Altro che keep calm.
Mica è zen lei. Tutto il contrario.
Quarto e ultimo motivo per cui guardare con favore al futuro prossimo è che le cose possono solo migliorare.
Se contiamo che:
- l'ultimo dell'anno il Minty è stato investito da un tedesco in bicicletta rimediando per fortuna solo un livido al viso;
- Mamma Pinkytos non ha neppure sentito lo scoccare del nuovo anno perché intenta ad accudire il Morby che, schiantatosi contro una panca alle 23,55, grondava sangue a spruzzi;
- il 2 gennaio, giorno del suo compleanno, ha fatto appena in tempo a portare il Minty a pattinare sul ghiaccio (pattinare è un eufemismo, poiché la mater Carolina Kostner ha passato mezz'ora buona a sollevare di peso il nano-mattone del tutto incapace di stare in piedi) salvo poi accorgersi di avere commesso un madornale errore sul lavoro e passare le successive due ore in ufficio con il nano per tentare di rimediare;
- il 3 gennaio Mamma Pinkytos ha installato felice nella sua auto il seggiolino nuovo per il Morby, all'uopo acquistato, visto che il nano hitleriano si rifiutava di salire in macchina perché "mio seggiolino tloppo piccolo. Io sono grandeeeee!!". Senonché il nano malefico pensava bene di vomitare abbondantemente per la prima volta in vita sua. Mamma Pinkytos passava metà della giornata a pulire il vomito e l'altra metà a sentire puzza di vomito in ogni dove.
Keep calm. Può solo migliorare.
Domani Mamma Pinkytos andrà al lavoro.
Domani sera uscirà a cena con Mamma Uma Lineaperfetta per festeggiare ambedue i loro compleanni.
E se non basterà, ascolterà il consiglio di Mamma Iaia Stakanov: Lourdes.
O Medjugorie.
In base all'umore del momento.

mercoledì 31 dicembre 2014

Mamma Pinkytos, i figli aquiloni e l'anno che verrà

Mamma Pinkytos cucina in santa pace mentre i nani, superagitati per la festa imminente, sono stati obbligati a dormire manu militari.
Ha le mani che sanno di salmone e di speck insieme e nel cuore un po' di malinconia, come sempre, quando qualcosa di definitivo sta per accadere.
Lei quest'anno non ha voglia di bilanci. Vuole solo abbracciare tutte le persone a cui vuole bene e augurarsi di averle vicino anche nell'anno che verrà.
Loro sono la sua ricchezza.
Guarda i suoi nani che dormono, sempre più grandi, lunghissimi. Loro, che sono sempre più aquiloni distesi verso la vita, che forse, o forse no, si porteranno dietro nel loro volo qualcosa di lei.
Lei, la mater imperfetta, che ha cercato di educarli a pane e "peace and love", "fate l'amore e non fate la guerra", secondo una sorta di anarchia gentile, lei che ora guarda con imbarazzo il piccolo, di non  ancora tre anni, salutare una bimba che gli fa i complimenti con un: "Ciao, brutta gallina" e il grande, con il viso d'angelo e i suoi occhi scuri, parlare solo di armi e combattimenti.
Crescono i figli e sono altro da te.
Mamma Pinkytos e Mister Baby invecchiano invece, di quella vecchiaia buona che fa smussare gli spigoli, e si guardano per lo più estasiati davanti al miracolo della vita che cresce, ma talvolta interdetti per come cresce diversa da loro.
Mamma Pinkytos per il 2015 si augura felicità. La vuole dare, ricevere, toccare con mano, prendersi anche qualche rischio per raggiungerla.
Un domani è quella che ti ricordi quando la vita è scivolata via troppo di corsa.
A tutti quelli che la leggono, a tutti quelli che le vogliono bene e a cui lei vuole bene, la mamma che non dorme mai (e in effetti ultimamente per vari motivi dorme pochissimo) augura qualche istante di felicità pura.
Quella per raggiungere la quale a volte bisogna gettare il cuore oltre l'ostacolo, con un po' di paura anche.
Quella per cui vale la pena di lottare.
Quella che va inseguita e tenuta stretta.
Questo vorrebbe insegnare Mamma Pinkytos ai suoi figli aquiloni.
Nel nuovo anno e per tutta la vita.

giovedì 25 dicembre 2014

Il Natale secondo Mamma Pinkytos

Il Natale secondo Mamma Pinkytos è rinascita, sorpresa, speranza.
A Natale Mamma Pinkytos vorrebbe uscire di casa alla mattina presto con i suoi nani tutti imbaccuccati nei loro berrettini di lana con i pon pon, carichi di doni da consegnare anziché da ricevere. Con i loro occhietti vispi e le vocine piccole.
Li vorrebbe portare in ospedale, dove bimbi come loro soffrono e lottano per sconfiggere un male cattivo, non alzano la voce perché ne hanno poca, non pretendono perché non ne hanno la forza. Vorrebbe che Minty e Morby si emozionassero a condividere con loro un gioco.
Vorrebbe portarli per strada dove qualcuno dorme ancora, nonostante il gelo dicembrino. Vorrebbe vedere il Morby che regala a quel signore stanco la sua copertina preferita, perché a lui serve di più.
Vorrebbe portarli all'ospizio, dove c'è la vita al tramonto, vederli porgere una bambolina di feltro alla nonnina in carrozzina e strapparle un sorriso sdentato. Una manina piccola e una mano rugosa che si stringono per un saluto.
Vorrebbe riportarli a casa con le mani vuote e il cuore pieno, preparare insieme a loro il pane fatto in casa e imbandire una tavola semplice con tanti posti, per tutte le persone cui hanno scelto di aprire la porta in un giorno speciale. Perché il Natale è condivisione, apertura verso gli altri.
Nessun uomo è un'isola.
Mamma Pinkytos vorrebbe che i suoi nani preferissero donare che ricevere, scegliessero di creare anziché comprare.
A entrare in un negozio e pagare ci si impiegano due minuti.
Sono il tempo e l'amore le risorse più preziose. Quelle che rendono un dono speciale perché unico e pensato.
Quelle che rendono un Natale più Natale degli altri.

mercoledì 24 dicembre 2014

Tra poco

Tra poco è Natale e Mamma Pinkytos ha passato gli ultimi due giorni nel letto, in posizione orizzontale, con una febbre da cavallo.
Ora la febbre è scomparsa e lei, la mater pernullanatalizia, ha la faccia da ameba, i capelli sporchi e le occhiaie fino ai gomiti. Il Morby, per solidarietà, si è fatto contagiare e oggi, Mamma Pinkytos ha avuto un compagno di letargo, una piccola cozza patella avvinghiata per tutto il giorno.
Il Minty, per consentire alla madre di agonizzare in pace, era stato spedito dai nonni e l'idea era quella di raggiungerlo per Natale, ma visto l'estendersi del contagio, Mister Baby è andato a recuperarlo (contro la volontà del pestifero fratello: "Lassalo li. Anche dai nonni fanno Natale!").
Così la Pinkytos' Family, al completo e in pigiama, si è riunita intorno all'albero e al presepe per una frugale cena della vigilia.
Poi tutti spiaggiati sul divano a vedere un film di draghi, un certo Vomito e un certo Moccicoso, che per ragioni abbastanza ovvie, ha suscitato l'entusiasmo dei nani.
A metà film, il rito dell'apertura dei pacchi da prendere sotto l'albero, ormai a uso e consumo dei nani, con Mamma Pinkytos e Mister Baby a condire di : "Oh! Che sorpresa!" quello che hanno comprato insieme. Eppure Mamma Pinkytos ci terrebbe alla sorpresa, al regalo pensato e scelto con cura, ma quest'anno è stata negligente su tutta la linea.
M&M's dal canto loro hanno gradito parecchio, soprattutto i loro draghi nuovi con i quali hanno iniziato sin da subito a darsele di santa ragione.
Il Morby ha detto: "Che bello! Grazie mamma! Grazie papà!" ventisette volte e questo è stato il regalo di Natale di Mamma Pinkytos, che non chiede nulla più della gioia della sorpresa in un mondo che pare esserne ormai privo.
Ora nella Pinkytos' Home tutto tace. I nanetti, riluttanti, sono andati a letto ("Oggi mamma no lavo i denti pecchè lavare i denti mi fa venire il mal di pancia e la febble"), Mister Baby pure e Mamma Pinkytos, che ha dormito più negli ultimi due giorni che negli ultimi due mesi, proverà a scivolare nel sonno.
Tra poco è Natale.
Meglio non farsi trovare impreparati.

venerdì 19 dicembre 2014

Trenta ore

I nani sono dai nonni, Mister Baby è ad un convegno e nottetempo partirà per Roma e la casa di Mamma Pinkytos è parecchio parecchissimo vuota e silenziosa.
Lei, la mater snaturata, che tanto aveva desiderato ventiquattro ore per sé da dedicare alla casa, ai regali di Natale e ai bagagli per le vacanze, ha portato i nani dalla Nonna R e dal Nonno M, li ha salutati con infinita malinconia mentre loro neppure alzavano gli occhi ("Uffa mamma. Stiamo giocando!") e si è persa nella nebbia dicembrina sulla via di casa.
Una volta arrivata al portone, come al solito carica come un mulo, si è accorta di non avere le chiavi e ha dovuto chiamare Santa Domitilla Pensacitu che, mai così santa, le ha aperto le porte della Pinkytos' Home: disordinatissima, caotica, ma insolitamente silenziosa.
Ebbene sì: Mamma Pinkytos, che per la giornata di domani si è programmata così tante cose da fare che neanche in venti giorni, ha l'horror vacui.
A quest'ora, prima di dormire, controllerebbe i nani nei loro lettini, coprirebbe il Morby e accarezzerebbe il Minty, spegnerebbe l'abatjour.
Invece ora è sola sola. Si è fatta una tisana, ha visto la fine di un film tristissimo, ha caricato la lavatrice.
Aveva deciso di fare una decina di cose diverse tra cui mettersi lo smalto rosso e fare un pupazzo di neve in pasta di zucchero, ma non ne ha fatta neppure una. Perché lei, la mater milleallora, rende meglio sotto pressione. Se ha tempo e tranquillità finisce che non combina nulla.
Indipercui, per arginare il senso di frustrazione che di sicuro la assalirá domani sera per non essere riuscita a fare nemmeno un millesimo di ciò che si era prefissa, Mamma Pinkytos potrebbe decidere di darsi alla vita mondana.
È disponibile ad accettare inviti per colazione, pranzo, caffè, merenda e cena. Unica regola: lei non ha voglia di cucinare nulla.
Finirà per mangiare un panino al bar sotto casa conversando amabilmente con il signore africano che porta i carrelli del supermercato al suo posto in cambio di una moneta.
È vita mondana anche quella.
E pure di calibro internazionale.
Scusate se è poco

sabato 13 dicembre 2014

La notte più dolce

Alla fine Santa Lucia è arrivata nella Pinkytos' Home. È arrivata, come si conviene, di notte, ha bevuto il caffèlatte che le ha preparato il Minty, sgranocchiato e sbricciolato i biscotti che le ha preparato il Morby ("Guadda mamma quante bliciole! Che pasticciona Santa Lucia!"), seminato pacchi e pacchettini colorati in ogni dove e lasciato una stradina di caramelle e cuoricini luccicanti ("I diamanti mamma! Santa Lucia ha fatto una strada di diamanti!").
I nani si sono molto emozionati e la loro mamma, che il 13 dicembre torna sempre un po' bambina, anche. Quest'anno lei, la mater nel frullatore, ha avuto poco tempo e poche energie fisiche e mentali da dedicare all'evento dell'anno. Come è ovvio si è sentita in colpa e ha cercato affannosamente di rimediare all'ultimissima ora. Nonostante ciò non aveva voglia di consumismo, di budgettizzare i regali, di usare le letterine dei nani come liste della spesa.
Per Mamma Pinkytos, la letterina di Santa Lucia è un catalogo di desideri e i desideri, si sa, qualche volta si avverano e talvolta no.
Tra i suoi ricordi di bambina, quello più dolce è legato ad un regalo tanto desiderato e mai ricevuto: il Dolce Forno.
Crescendo ha dovuto fare i conti con il desiderio, con l'assenza. La capacità di desiderare qualcosa e di fare i conti con la delusione sono le cose che più vorrebbe regalare ai suoi figli.
Lo cose materiali, i giocattoli, a cinque anni hanno la loro importanza, ma durano lo spazio di una stagione.
Avrebbe voluto Mamma Pinkytos pensare a una Santa Lucia più speciale, meno vicina al regalo infiocchettato da negozio e più alle attitudini e all'inventiva dei nani.
Alla fine però ha avuto le sue soddisfazioni.
M&M's hanno gradito moltissimo noci e mandarini ("Guadda mamma quanti bei mandalini di Santa Lucia... e le noci! Wow!"), si sono emozionati per il sentiero di cuoricini e monete di cioccolato che portava dalla cameretta ai regali, hanno eletto a regalo preferito due mostri bruttissimi acquistati al supermercato sotto casa alla modica cifra di cinque euro e uno spazzolino da denti.
I doni son come la vita: non serve strafare.
La notte più dolce nella Pinkytos' Home è stata anche parecchio lunga con il Minty che si è palesato nella camera dove giacevano esanimi Mamma Pinkytos e Mister Baby all'alba delle 4,10 dicendo che sentiva i passi dell'asino e qualcuno che diceva: "Su, giù.. su, giù.." Al che un po' di inquietudine è venuta anche a  Mamma Pinkytos visto che le parevano frasi più adatte ad un topo da appartamento che alla Santa non vedente.
Dieci minuti più tardi è sopraggiunto anche il Morby, annunciandosi con un eloquente: "Eccomi". Quando Mamma Pinkytos ha realizzato che ora fosse, le è venuto un coccolone e per racimolare altre due orette di sonno ha fatto ricorso al più bieco terrorismo psicologico.
La mamma non dorme mai, ma Santa Lucia sì.
Ha lavorato tutta la notte.
Ecchediamine.