sabato 23 marzo 2024

12

I compleanni dei figli ti mettono alla prova.
Ti danno la misura del tempo che vola inesorabile, segnano il passo della strada trascorsa, dei progetti, dei sogni.
Per Mamma Pinkytos il compleanno dei suoi nani è sinonimo di notti insonni alla ricerca delle parole giuste, del regalo giusto, giusti per esprimere la fiducia, l'amore, l'emozione. Giorni passati a sfornare e a decorare biscotti a forma di pallone da calcio, di note musicali, di violino. A pensare e realizzare la torta, che non è solo un dolce ma un pensiero. Carico che ora, per fortuna, condivide con Mister Baby che è meno fantasioso ma assai più pasticcere di lei. E quel per fortuna è pieno di riconoscenza perché con l'età lei accusa il colpo e per l'ansia da prestazione non dorme la notte. Ha sempre meno energie e idee e quelle che ha sono pure confuse.
Oggi il Morbillo compie 12 anni e Mamma Pinkytos è piena di gratitudine e di meraviglia. 
Alle 7 in punto, prima di andare a scuola, il Minty è entrato in punta di piedi in camera sua per lasciargli un biglietto di auguri. E il Morby si è alzato con gli occhietti ancora chiusi solo per dargli un abbraccio. Poi è tornato a dormire abbarbicato a Mamma Pinkytos. 
Il nanetto dodicenne è una sfida quotidiana ed avvincente alla sua pazienza, alle sue idee, alla sua autostima di mamma. Lui scruta, sorride, abbraccia, ma non regala niente, né parola dolci né complimenti.
Ha la sensibilità degli intelligenti ma anche la lingua tagliente.
È il suo compagno di avventure pazze, di coccole da koala, di serie TV sotto il plaid, di cinema e di pop corn.
È morbido e liscio e ancora profuma. Chissà per quanto.
"Nano, come mi sta questa maglia? Oggi per il tuo compleanno vorrei essere bellissima."
" Questo è il un problema mamma. Tu sei molliccia."
"Mpf".
"Molliccia è una cosa bella. Anche io vorrei essere molliccio e invece sono duretto."
"Mpf"
"Però sei carinissima mamma."
Dodici anni fa Mamma Pinkytos era infinitamente felice.
Oggi lo è ancora di più.
Grazie amore bello per questi 12 anni di meraviglia.

sabato 17 febbraio 2024

Breve storia triste

Milioni di persone al giorno mettono ogni giorno gli occhiali con discreta non-calanche.
Mamma Pinkytos, dopo vent'anni da circa e altrettanti con una vista perfetta grazie all'intervento di correzione della miopia,vive l'idea del supporto visivo con disagio.
Ha provato cosa significa cercare gli occhiali sul comodino ancor prima di aprire gli occhi e andare in piscina o in spiaggia avendo intorno solo aloni e macchie di colore.
Una talpa.
Appena ha potuto, come regalo di laurea, si è sottoposta all'intervento per la correzione dell'importante miopia che la attanagliava.
Da lì in poi vent'anni di giubilo visivo.
Negli ultimi due-tre anni, soprattutto nei periodi di stanchezza e alla sera, ha iniziato a vedere sfocato, a non distinguere i contorni delle cose e i volti da lontano. L' oculista le ha sconsigliato un nuovo intervento perché quel poco di miopia le consente di leggere e lavorare senza occhiali, di vedere ancora bene da vicino.
All'ultima visita però era peggiorata e le è stato consigliato un occhiale almeno per guidare alla sera.
La mater refrattaria ha aspettato mesi, con la prescrizione nascosta in chissà quale cassetto.
Fino a che, nelle vacanze di Natale, le è sembrato di essere più orba del solito, forse anche per la stanchezza.
E un paio di settimane fa, riluttante come il Morby davanti ai compiti, è andata dall'ottico.
Ha ordinato gli occhiali più economici del mondo con la precisazione che non li avrebbe mai messi se non in caso di necessità estrema.
Ieri li ha ritirati.
Fanno schifo. La fanno sembrare una sogliola triste e, per di più, le fanno venire mal di testa.
Si è sentita stupida e anche un po' depressa.
E dire che non aveva ancora fatto i conti con il Morby.
"Nano, ho ritirato gli occhiali nuovi."
"Non li mettere."
"Mi ci devo abituare. Come sto?"
"Fai schifo. Stai malissimo, sembri una di cento anni con mille rughe in faccia. Non li puoi mettere."
"Ma nano sono per vedere meglio. A volte servono dei supporti per la salute. Non è che uno può rifiutarsi perché non gli donano."
"Ma quale salute! Cosa devi vedere? Le case sono grandi, le macchine sono grandi. Non servono. Sei inguardabile."
Occhiali infilati in un cassetto.
Fine della breve storia triste.

mercoledì 14 febbraio 2024

Gambe

Contro la volontà di Mamma Pinkytos, lei ed il nano Morby hanno dovuto abbandonare la visione entusiasmante delle vicissitudini di nonno Libero.
Il pervicace Morbillo, da un giorno all'altro, ha decretato "urbi et orbi" che "Un medico in famiglia" lo aveva annoiato e che mamma e nano, per stare abbarbicati sul divano sotto il plaid nel momento più rilassante della giornata di Mamma Pinkytos, avrebbero dovuto trovare un altro motivo.
Poiché alla mater irrequiens non piace giocare alla Play Station, o almeno non si rilassa, in parole povere dovevano scegliere una nuova serie da guardare.
Dopo un'attenta selezione, nella quale hanno preso in considerazione varie soluzioni, dalle serie horror splatter americane, a quelle Fantasy, a "Mare fuori", forse ancora inadatto al nanetto, la scelta è caduta sull'allegrissima "Braccialetti rossi", serie ambientata nel reparto pediatrico di un ospedale dove ragazzi tra gli 11 e i 16 anni lottano per guarire, sopravvivere, comprendere il loro posto nel mondo. Mamma Pinkytos ha pensato che riflettere sul tema della malattia e della disgrazia non sia un male per il nano cibernetico.
Ma va da sé che apre il varco alle infinite curiosità e domande del Morbillo.
La più persistente, che dopo 24 ore dalla visione non lo ha ancora abbandonato e che ha dato origine a una serie di sotto-quesiti è: ma se a quel ragazzo devono amputare una gamba, la gamba amputata dove la mettono?
Vi lascio immaginare gli scenari palesatisi nella testa del Morby.
Nella spazzatura?
Quale spazzatura? Nell'umido?
E che razza di immondizia hanno in sala operatoria in particolare e negli ospedali in generale? Dove fanno confluire in un secondo momento gambe, milze, fegato, pezzi di ossa echipiùnehapiùnemetta?
Le risposte di Mamma Pinkytos non hanno avuto l'effetto di placare la sete di informazioni del nano, che oggi è tornato all'attacco.
"Mamma, torniamo alla gamba. Non vedo l'ora di vedere la puntata di stasera. La taglieranno. Secondo te faranno vedere che fine fa?"
"No nano..non penso sia un particolare rilevante per la storia."
"Lo è. Perché è brutto. Era la sua, la gamba. La buttano via?"
"Sai, negli ospedali capita che durante gli interventi si tengano necessarie soluzioni estreme ."
"Si, ma dove la mettono?"
Mamma Pinkytos lo sapeva che era meglio Nonno Libero.

mercoledì 31 gennaio 2024

Come un grissino

Questo è un post di servizio.
Perché vi sia ben chiaro che se incontrate per strada Mamma Pinkytos non la dovete invitare a fare colazione, a mangiare una brioche o una pizza.
È incostituzionale.
La mater suicida è alla sera del giorno 3 della sua dieta SENZA TUTTO, che sta per senza glutine, senza zuccheri, senza latticini.
Che cavolo le rimanga da mangiare è una domanda più che legittima.
Nella realtà dei fatti, lei è una resiliente e si è subito data da fare a creare ricette gourmet SENZA TUTTO, con scarsissima soddisfazione.
Però le pare di star meglio.
Era arrivata ad un punto in cui la soglia della sua autostima era così bassa che la poteva calpestare.
Si sentiva gonfia, perennemente con il mal di stomaco ed il cerchio alla testa.
Aveva bisogno di disintossicarsi e di dimostrare a sé stessa di sapersi volere bene in un modo diverso dal produrre torte e mangiarle.
La rinuncia che le pesa di più, manco a dirlo, è quella agli zuccheri.
Il cappuccino e brioche della mattina.
Al cappuccino potrebbe anche in via eccezionale rinunciare, ma il cornetto è (era) la sua coccola quotidiana.
E se è senza glutine ha comunque il lattosio, se è senza lattosio stai sicuro che ha lo zucchero. Sennò che cornetto è?!
Questa mattina, in preda ad una crisi di disperazione, ha preparato i pancakes SENZA TUTTO. Il Minty li ha graditi parecchio ma li ha affogati nella Nutella. Lei ci ha messo mezzo cucchiaino di marmellata senza zucchero e sapevano appunto di niente.
Però.
Però Mamma Pinkytos ha l'impressione (nonostante il Morby pensi il contrario) di sentirsi (non di essere, perché è tutta una questione di autostima) meno molliccia, sente che i jeans si allacciano più facilmente e sente di avere, oltre ad una fame atavica, anche più energia.
È diventata la regina delle barrette. Ce ne sono di buonissime: al cocco, alle mandorle, alle noci. Alcune invece fanno davvero schifo.
Si è data un mese. Se non va alla neuro prima chissà, magari diventa magra come  un grissino.
Per ora il grissino si limita a sognarlo.
Unto. Con moltissimo glutine. E con i granelli di sale.

mercoledì 17 gennaio 2024

Fragilità

Mamma Pinkytos da qualche tempo ha le vertigini, il mal di stomaco, il mal di schiena.
Talvolta anche un mal di gola strano e la cervicale indolenzita.
Mani che si addormentano, piedi che rendono a gonfiarsi.
Un occhio con le ciglia ribelli, che crescono verso l'interno e disturbano la cornea, ricordo di un incidente stradale di qualche anno fa'.
Divano, coperta e tisana è la sua sera ideale.
Sarà che inizia l'anno invecchiando. 
Sarà che è in pace con sé stessa e con i suoi acciacchi, anche se ogni tanto diventano un po' faticosi da sostenere e al mattino le vengono le lacrime agli occhi perché la giornata le pare già in salita.
Mister Baby al mattino ha paura a chiederle come sta. Lo fa comunque, poi incrocia le dita. Chediocelamandibuona.
La sua fortuna è che Mamma Pinkytos fa la giaculatoria dell'inventario dei suoi dolori con voce proveniente dall'oltretomba e parole disarticolate. 
Lui non capisce nulla e se ne guarda bene dal chiedere il replay.
L'altra sera, mentre i maschi erano allo stadio, aveva invitato a cena la sua amica Mamma Mizy Brillantina. Aveva voglia di farsi una bella chiacchierata tra donne. 
Ma al mattino si è svegliata rintronata dai capogiri, con un occhio semichiuso per la congiuntivite ed il mal di schiena e ha pensato di non farcela.
Ha desiderato murarsi in casa in solitudine.
Ha disdetto l'invito e poi si è dispiaciuta. Ha avuto un vero e proprio attacco di debolezza.
Il Morby si preoccupa per lei: "Mamma stai ferma, che ti escono gli ortolini dalle orecchie." 
Gli ortolini sarebbero gli otoliti, quei sassolini anarchici che se ne sono andati in giro per l'orecchio destro di Mamma Pinkytos e la fanno ballare come sullo Space Vertigo. Sabato il dottor Vattelapesca ha tentato di farli tornare all'ovile con un paio di colpi di karate ai danni della mater vertigines, ma i risultati nel caso si vedranno tra qualche giorno.
Per ora Mamma Pinkytos continua a ballare, a fottersene e ballare. Dargen D'Amico le fa un baffo.
Gli ortolini se ne fottono pure loro, almeno così pare.
La Nonna R vorrebbe che Mamma Pinkytos si mettesse in ferie, ignorando che lei le ferie non le ha: "Quando li aveva la Meloni gli "ortolini" è stata a casa una settimana intera. Eccheccavolo!"
E non è che non avesse niente da fare.
Sante parole.
Invece Mamma Pinkytos balla, arranca ma balla. Fa una torta dietetica ogni due giorni, per la dieta anti-brufolo del Minty. Niente più cibi confezionati né merendine.
Solo frullati, spremute, centrifugati e torte fatte in casa, senza burro né cioccolato.
Ha sperimentato torte di ricotta, di carote, di mele, di mandorle.
E intanto che sperimenta mangia.  È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo Così mentre il Minty si depura, lei fa la cavia e ingrassa.
Con buona pace degli ortolini.
Questo momento le ha fatto pensare alla fragilità.
Gli anni che passano, il corpo che non risponde più come prima. La voglia di fare che la contraddistingue, le energie che non sempre tengono il passo delle idee.
La vita che scivola.
La tenerezza.
Anche Luna, la coniglietta, non sta bene. Forse ha preso il raffreddore. Starnutisce.
Mamma Pinkytos l'ha presa in braccio, l'ha spazzolata. Ha accarezzato il pelo morbido e lucido.
Lei, che di solito sfugge, l'ha lasciata fare.
Fragilità è la bellezza di soffermarsi e sentire. Di lasciare scorrere.


venerdì 5 gennaio 2024

Istantanee

Istantanee di un viaggio nella memoria.
Arbeit macht frei. Filo spinato. Cenere e terra. Il treno, gli occhi, l'inganno.
Valige e padelle.
Vestiti di bimbo.
Capelli, tonnellate di capelli tagliati ai cadaveri.
Cyclon B. 
Camini ovunque.
Montagne di scarpe. Eleganti, moltissime con il tacco. Simbolo del grande inganno. Cambierete vita, ricostruirete il futuro in un paese lontano. E invece.
L' incredulità.
200 metri tra il binario di Birkenau e le camere a gas.
Il destino decretato da un medico, con un cenno della mano.
Abile o inabile al lavoro.
La guida polacca non risparmia i dettagli perché ha visto l'orrore da vicino.
Chi nello scendere dal treno si accorgeva di essere giunto al campo temeva il peggio, dice. Ma non poteva pensare all'impensabile.
E l'impensabile è tremendamente reale e anche non troppo lontano nel tempo dai giorni nostri.
Mamma Pinkytos cerca di trovare le parole, la mano appoggiata sulla testa del Morby.
Ogni tanto vorrebbe coprirgli le orecchie, risparmiargli i dettagli.
Ma lui è più saggio di lei: "Ci penso un po', ma non tanto perché non ci si può pensare troppo a queste cose."
L' uomo bestia, disumanizzato.  Mamma Pinkytos si accorge di essere stata ingenerosa nei confronti degli animali.
" Gli animali non c'entrano niente mamma. Loro non attaccano mai per niente, non aggrediscono gli esemplari inoffensivi" puntualizza piccato il Morby.
La dignità di chi pensa di ricostruire la propria vita lontano da casa e porta con sé tutto ciò che ha. 
La paura.
Si respira nei viali circondati da baracche di mattoni o di legno, tutte simili.
Uomini in batteria, come polli da allevamento.
Auschwitz, Birkenau.
Qualcosa oltre l'immaginabile.
L' importanza della memoria. 
Come recita la scritta all'ingresso di Auschwitz "coloro che non ricordano il passato sono destinati a ripeterlo".
Gli occhi.
Nelle fotografie dei deportati appena scesi dal treno, donne e bambini: spaesati.
Dei visitatori: attoniti.
Dei giovani: colmi di sgomento e incredulità. Di dispiacere anche.
A Mamma Pinkytos vedere quegli occhi ha restituito la fiducia nel futuro. 





martedì 2 gennaio 2024

44

È stato un compleanno con sveglia alle 5 per la partenza e le partenze Mamma Pinkytos le adora, che profumano di bellezza e nuove esperienze.
È stato un compleanno in compagnia con il "Tanti auguri" cantato al megafono nel pieno centro di Salisburgo.
È stato un compleanno in cui ha ricevuto quel che desiderava: una giornata insieme, vicinanza e coccole, un regalo apprezzatissimo perché immateriale da Mister Baby ed uno dolcissimo dal Morby.
È stato un compleanno in cui non le è ancora riuscito di spegnere le candeline, ma adesso ha trovato un supermercato appena fuori dall'hotel e questa sera festeggerà con la torta marmorizzata di quando era bambina e con le candeline spente, a meno che non trovi qualche buonanima fumatrice nel corridoio.
Da qualche anno invecchia con la valigia in mano e sarà il cambio continuo di scenario, ma l'età che avanza non le pesa.
Certo, Mamma Pinkytos va guardata al mattino, al pomeriggio già abbiamo qualche problemino, ma dopo gli anta la bellezza è riservata ai miopi, a chi guarda l'insieme e poi oltre, dentro, a lato, che i dettagli sono roba per ventenni.
Non le importa nemmeno troppo per la verità. Anche se l'occhio più severo ed implacabile è sempre il proprio e la gradevolezza è qualcosa da riservare a sé stessi. 
Piacersi, nonostante tutto. Sorridersi, accertarsi, con gli spigoli, la ciccia, le rughe e tutto il resto.
Gli anni sono tantini, come i gatti, quelli in fila per sei con il resto di uno.
Ma lo spirito, quello, si mantiene giovane.
Sarà merito della valigia.