domenica 27 aprile 2014

Tra otto giorni

Mamma Pinkytos vi concede una tregua.
Si leva dalle spese e tornerà tra otto giorni.
Domani all'alba, per la gioia di tutti, lei, Mister Baby e i nani prenderanno un aereo e voleranno per una settimana a Djerba.
Senza tablet Pietro, senza computer. Telefono acceso solo per le emergenze.
Mamma Pinkytos ha bisogno di staccare la spina.
"Io vado dai quali." Ha annunciato il Morby.
Mamma Pinkytos crede e spera che di squali non ce ne siano, ma spera nel sole e nella quiete.
Poi magari troverà una wi-fi e riprenderà i contatti con il mondo. Magari avrà nostalgia.
Ora staccare le sembra una buona idea.
E il suo mondo è con lei, almeno per buona parte.
Spera che tra otto giorni sará meno verde, più riposata, meno nervosa.
Meno grassa è difficile.
Ma non si sa mai.
Nei mercatini della medina vendono intrugli miracolosi.
Dicono.
Ora a nanna.
Domani sveglua alle 4.

Voleva scrivere di quel giorno

Mamma Pinkytos, in questo fine settimana lungo, voleva fare un sacco di cose: sistemare casa, stare con i nani, comprarsi una borsa nuova, andare dal parrucchiere.
Non ha fatto nulla di tutto questo.
Venerdì 25 aprile ha lavorato come neanche gli altri giorni: dalle 9 alle 19 no stop. Ha appaltato i suoi nani, che le sono mancati così tanto da fare male alka bocca dello stomaco, è andata in ufficio con i capelli così selvaggi da meritare la tutela di Greenpeace e così influenzata da riuscire a malapena a parlare.
Poi ieri. Una corsa continua, con la stanchezza negli occhi, nelle gambe, nella testa.
E dire che la mater illusa voleva fare un sacco di cose.
Dipingersi le unghie, cercare su Internet una dieta anti ciccia, mettere via gli stivali invernali.
E poi... poi voleva scrivere di quel giorno.
Quel giorno, il 26 aprile, di sei anni fa' in cui lei e Mister Baby si sono detti sì, in uno dei giorni più belli della sua vita.
Voleva scrivere, magari non proprio di quel giorno, ma di quelli prima che sono tanti e di quelli dopo, quelli già vissuti e quelli ancora da vivere. E anche di tutte le cose, i momenti, che quel sì glielo fanno dire ogni giorno.
Di quando Mister Baby tiene, proprio come ora, la mano al Minty che vuole compagnia per addormentarsi e lo fa per ore, con un amore e un'abnegaziobe dei quali neanche Mamma Pinkytos a volte é capace.
Di quando, mentre la casa crolla sotto l'assalto dei nani e Mamma Pinkytos farnetica esasperata e sommersa dai bagagli in fase di preparazione, e lui decalcifica la macchinetta del caffè con tutta la calma del mondo.
Di quando i nani cantano: "E chi si chiama papà si alzi in piedi e faccia tanti salti e muova un po' la testa..." e Mistet Baby, nel bel mezzo di una pizzeria si alzza e inizia a saltare sorridendo.
Di quando lui ascolta Mamma Pinkytos, si interessa a quello che fa, spronandola e facendola sentire importante.
Di quando guarda il video del Minty a due anni, piangendo come un bambino.
Di quando Mister Baby è Mister Baby: allegro, smemorato, entusiasta, lamentoso e un sacco di altre cose che Mamma Pinkytos non ricorda. Perchè lei ha 34 anni e 15 li ha passati con Mister Baby. Lui è lei, qualcosa oltre l'amore, e senza le mancherebbe una parte di sè.
Hanno costruito una casa con le fondamenta loro due, da bravi sgobboni.
Glielo disse Mister Baby, forse una decina di anni fa'.
E la loro casa ora è diventata grande, sono in quattro e quei quattro sono il mondo meraviglioso di Mamma Pinkytos, il luogo esatto dove lei vorrebbe essere.
Voleva scrivere di quel giorno Mamma Pinkytos.
Forse un po' ha scritto e va bene così.

mercoledì 23 aprile 2014

Fenomenologia del genitore: universi paralleli

Mamma Pinkytos ci ha pensato tante volte.
Da mater dubitans qual è, si è interrogata, informata, confrontata. Ha letto libri, partecipato a gruppi di discussione.
Ora ne è certa: non esiste un modo giusto per svolgere il lavoro più affascinante e difficile del mondo, quello di genitore.
Tutti ci arrabattiamo, facciamo passi avanti e passi indietro, crediamo trionfanti di avere trovato la chiave di volta e poi ci casca il mondo addosso.
Ci mettiamo impegno e amore infinito, ma, e questo è il punto, ognuno lo fa a modo proprio.
Per quel che Mamma Pinkytos ha avuto modo di osservare, nel vasto mondo dei genitori si distinguono due macro-categorie: quella dei genitori bambinocentrici e quella dei genitori adultocentrici.
Per i primi la famiglia ruota intorno all'infante pannolino-dotato, qualsiasi età esso abbia. Ogni scelta, dalla più banale alla più importante, viene, di comune accordo e dopo un lungo e talvolta sofferto confronto, assunta in funzione del piccolo/i di casa.
Per i secondi, più o meno consciamente atterriti dall'effetto tsunami prodotto dall'infans sulla propria vita, l'ultimo arrivato deve adattarsi, possibilmente in fretta, ai ritmi dei genitori, giacchè questi ultimi lo hanno messo al mondo con fatica, lo crescono tra mille ostacoli, gli comprano un sacco di cose enonhanulladicuilamentarsi.
I risvolti di queste due differenti visioni del modo di essere genitori sono millanta e riguardano gli aspetti più disparati della vita.
I genitori bambinocentrici fanno vacanze lunghe, in campeggio o in strutture family friendly, partono nottetempo prelevando direttamente dal letto il nano dormiente, strutturano il viaggio in venticinque tappe affinchè l'infans possa bere-mangiare-svagarsi-farepipì-guardarsiintorno-nonfaticare. In macchina ascoltano "La lumaca Elisabetta" in modalità no-stop.
Le famiglie con genitori adultocentrici vanno a Formentera una settimana ad agosto, dove c'è il mare bello e il nano gioca con la sabbia che c'è sulla schiena del vicinissimo di ombrellone. Vanno in aereo così nessuno si stressa. Il piccolo mostro dorme nel passeggino con il ciuccio a quattro anni e mezzo, bello tranquillo, mentre il volo é in ritardo di sette ore. Se si sveglia no-problem. Giocherà ad un videogiochino con l'I -Pad. Uno per bambini eh. È già bravissimo, troppo sveglio. La musica solo nell'I pod. Vasco. O Shakira.
I figli di genitori bambinocentrici si distinguono subito dal vestiario: di solito sono in tuta, mediamente sgarrupati, con comodi vestiti di seconda mano, spesso macchiati. Se le macchie non sono particolarmente evidenti (di sugo di pomodoro per intenderci) non valgono la tortura che si infligge al nano con il cambio d'abito. A volte sono pure bagnati. Di pipì. Perchè di frequente il genitore bambinocentrico approda, prima o poi, nel magico mondo dei pannolini lavabili o almeno ecologici, che assorbono solo nella fantasia. Hanno scarpine di pelle, di modelli retrò.
I figli dei genitori adultocentrici sono impeccabili. Hanno pantaloncini gessati, camicie con il collo inamidato e scarpine coordinate. Sono dei minime delle stilosissime figure parentali. Hanno sette paia di scarpe, per lo più da tennis, dell'ultimo modello, una per marca, che il nano sceglie in autonomia secondo l'umore del momento. Sono sempre asciutti e puliti. Hanno i pannolini superassorbenti della pubblicitá.
I genitori bambinocentrici sono irritanti per chiunque non condivida il loro stile di vita. Parlano di cose come laboratori, iniziative per le famiglie, natiperleggere,  spazigioco. Si illuminano se vedono un trenino, un Pincopallino che fa i palloncini a forma di cane, un Taldeitali che insegna gli origami. Con loro non si riesce a impostare uno straccio di discorso perchè il nano molesto interrompe spesso e il genitore gli dà retta spesso e volentieri.
I genitori adultocentrici sono socialmente più integrati. Hanno mantenuto le amicizie che avevano prima di approdare nel meraviglioso mondo dei genitori e, con loro, si può persino parlare di calcio o di politica alla presenza del nano impassegginato. Lui sta a sentire senza parlare. Guarda e impara. A un anno dice: "Forza Juve" e "Milan cacca" con grande orgoglio dei genitori.
I genitori bambinocentrici hanno sempre la camicia stazzonata, macchiata di fragole e di muco e i nani addosso: a spalle, in braccio o nelle fantastiche e varie fasce portabebè che ricordano quelle delle donne africane. Il passeggino quando il nano cammina è un ingombro inutile e mediamente diseducativo. Il ciuccio è il peggiore dei mali.
I genitori adultocentrici sono inappuntabili. Le mamme azzardano scarpe con tacchi vertiginosi e maglioncini di pajettes. I padri hanno la camicia fresca di tintoria e i pantaloni color panna. Spingono un passeggino ultimo modello, adatto a portare bambini fino a sette anni, che prendono il ciuccio volentieri quando hanno finito il loro sacchetto di patatine. Prima di togliere l'erede dal passeggino ( in caso di estrema necessità), gli puliscono le mani con un Fresh&Clean.
Al ristorante, i figli dell'universo bambinocentrico mangiano cous cous con le mani, che si puliscono regolarmente sui vestiti.
Il figlio dei genitori adultocentrici li guarda, con espressione schifata. Lui per non sporcarsi non tocca cibo, avrebbe gradito un sushi o il pollo alle mandorle, ma gli bastano le patatine di prima.
I genitori bambinocentrici organizzano le feste di compleanno dei figli al parco, con dolci fatti in casa mediamente mal riusciti, la caccia al tesoro artigianale e la guerra con le pistole ad acqua. A fine festa il padre del festeggiato, che ha fatto da bersaglio mobile, è zuppo d'acqua. La madre raccoglierà rifiuti dal parco fino al giorno successivo.
I genitori adultocentrici appaltano in toto l'evento dell'anno ad una ludoteca, che organizza party hollywoodiano e standardizzato, con torta di Cars o delle Winx, a seconda del sesso. Meno stress, tutti felici. La festa se la godono anche i genitori.
I bambini delle famiglie bambinocentriche sono svegli, curiosi, logorroici, egoriferiti. Parlano e vengono ascoltati. Sempre. A volte pure troppo. Non hanno il dono della pazienza. Ma sono abituati a mediare, discutere, conquistare. Tutto, tranne l'affetto. Dalla caramella al palloncino, che vengono elargiti con parsimonia.
I figli dei genitori adultocentrici riflettono, e parecchio, prima di parlare. Sono moderati, accettano l'autorità. Sono indolenti, pigri. Quando manifestano interesse per qualcosa vengono assecondati e accontentati. Subito. Anzi, prima di subito. Giusto per evitare e provenire il malcontento.
Gli esempi sarebbero infiniti.
Mamma Pinkytos non sa quale sia l'approccio migliore, quale metodo educativo sia il più idoneo a garantire felicità ai figli e tranquillità ai genitori.
Mamma Pinkytos e Mister Baby, di comune accordo e senza averci troppo ragionato, appartengono in linea di principio alla prima categoria.
Loro organizzano la vita in funzione dei loro nani convinti che, in definitiva, ciò semplifichi la vita anche a loro.
Ricorda una domenica pomeriggio con amici, due nani a testa. Mamma Pinkytos vede un trenino turistico e si illumina: una buona idea per fare divertire i quattro infanti che hanno camminato senza lamentarsi per più di un'ora. I due amici la guardano inorriditi: molto meglio visitare la Basilica Nonsoche, seppur con quattro nani mediamente stanchi e parecchio rumorosi al seguito.
È una questione di punti di vista. Lei in queste occasioni abbozza e ingoia il rospo. I suoi nani pure.
A pensarci bene i figli dei genitori bambinocentrici sono anche parecchio adattabili.
E i leoni di pietra fuori dalla Basilica Nonsoche sono degli ottimi cavalli.

domenica 20 aprile 2014

Uova

Uova come quelle di cioccolato che hanno rotto i nani, curiosi di vedere la sorpresa.
Uova come quelle di pastafrolla che Mamma Pinkytos ha decorato con pasta di zucchero e glassa in tale quantità da averne la nausea. In un'altra vita giura che farà la pasticcera. Almeno avrá un lavoto solo.
Uova, uovo per la verità, di carta di giornale con un braccialetto (il suo) attorcigliato a mo' di sorpresa ("Avevo troppa paura che si rompeva mamma. Ero tanto preoccupato."). È stato il bellissimo regalo del Minty per la sua mamma ("Mamma, tutti avevano un uovo tranne te") che l'ha pure confezionato in una scatola decorata con un cuore e un disegno della Dottoressa Peluche ("Sei tu mamma, ecco.") Inutile dire che la mater lacrimafacile è stata felicissima.
Uova come quelle, tutte colorate, che hanno ricevuto dalla Nonna L Mister Baby e Mamma Pinkytos, di cioccolato dentro e confettate fuori, una delizia.
Uova come quelle che più nessuno vuole perchè uno mica può fare indigestione di cioccolata, ma che se li avesse avuti lei da piccola sarebbe impazzita.
Domani la Pinkytos' Family sarà ospite da un'amica per una merenda di Pasquetta. La sua amica ha annunciato il divieto di portare uova. Mamma Pinkytos capisce, anche nella Pinkytos' Home le uova (o come dice il Minty "gli uovi") sono decisamente troppe, ma i nani sono nani e M&M's colpirebbero volentieri con i loro pugnetti altri mille involucri di cioccolata, per l'ebbrezza di scoprire cosa c'è dentro. Il bambino della sua amica, ne è convinta, non fa eccezione e, domani, in barba alla sua mamma, riceverà un altro uovo di Pasqua.
Ecchediamine.
Mica se li deve fare venire tutti lei i brufoli.
Uova come quelle che Mamma Pinkytos voleva preparare ai suoi nani per cena, dietro loro esplicita richiesta ("Mamma, per cena possiamo mangiare l'uovo?"), peccato intendessero l'uovo di cioccolato.
A loro dei brufoli e della ciccia non importa nulla.
Mamma Pinkytos prende esempio.
Pasqua, con tutte queste uova, è il momento sbagliato per le diete.
Quasi quasi un bell'uovo lei lo conserva per Mamma Gabry Domopack. Che se lo mangia tra una corsetta e l'altra.

venerdì 18 aprile 2014

Decompressione

Mamma Pinkytos è in fase di decompressione.
Domani è la vigilia di Pasqua e oggi alle 17 è uscita dallo studio determinata a staccare fisicamente e mentalmente fino a martedì.
E ne ha un estremo bisogno dopo una settimana in cui, in ordine sparso:
- ha visto i nani solo nei ritagli di tempo e di sfuggita, lasciandoli ogni giorno con qualcuno di diverso (persone fidate eh, mica con il primo che passa!);
- ha avuto il Minty a casa da scuola con febbre alta-mal di orecchie-mal di pancia-mal di pisellino-mal di testa-ipoacusia galoppante ("Mamma, non sento molto bene perchè c'è un brachiosauro che mi cammina nelle orecchie") echipiùnehapiùnemetta;
- è uscita un pomeriggio alle 17,30 per un interrogatorio in Procura, dicendo a Santa Domitilla Pensacitu: "Per favore stai con i nani un'oretta che poi dovrei rientrare" e ai nani: "La mamma esce un attimo, ma rientra tra poco e faremo una bellissima caccia all'uovo di Pasqua" ed è rincasata alle 23,15, stanca, affamata e intristita per non avere mantenuto la promessa con i suoi nani;
- è stata ovunque, oggi persino in Svizzera, sempre con un occhio al telefono e uno all'orologio;
- la Pinkytos' Family non ha cenato seduta a tavola insieme neppure una volta;
- Mamma Pinkytos ha saltato colazioni, pranzi e cene compensando nel modo più insano possibile;
- si è accorta di non masticare mentre mangia, a causa della fretta e dell'ansia, con conseguenze nefaste sulla digestione.
È per questo che oggi è arrivata a casa, con un mal di testa cane ma visibilmente sollevata e ha annunciato trionfalmente ai nani: "La mamma è in vacanza. Niente lavoro fino a martedì." Il Minty serafico, con la visione semplificata che ha del suo lavoro, le ha chiesto: "Non ruba nessuno in questi giorni mamma?"
Se qualcuno ruba, cortesemente, Mamma Pinkytos non vuole saperlo. Vuole solo staccare e ammazzarsi di colomba.
Fornite le spiegazioni del caso ("No amore a Pasqua sono tutti buoni."), lei si è spiaggiata sul divano a guardare Winnie The Pooh. Con il Morby appollaiato su una gamba e il Minty appoggiato alla spalla.
L'operazione-decompressione è ufficialmente iniziata.

martedì 15 aprile 2014

Le noiose paturnie della mater lavoratrice

Il Minty ha una febbre da cavallo, dolori variamente localizzati ("Mamma, ho mal di testa, di orecchie, di occhio, di pancia e di pisellino") ed è sordo come una campana, forse per l'effetto del malefico muco presente nei condotti uditivi.
Mamma Pinkytos, la sua mamma, è invischiata nell'improbabile rebus organizzativo.
Come essere a casa con il nano e contemporaneamente al nido ad accompagnare il Morby ed anche in udienza e in ufficio e, magari, pure in farmacia a comprare le medicine per il Minty malato? Come, in tutto questo, fare anche la spesa per non vergognarsi della Nonna L o di Santa Domitilla che non sanno come sfamare il povero nano? Mamma Pinkytos respira a fondo, sposta affannosamente appuntamenti, cerca incastri impossibili, ritira il Morby in pausa pranzo e si giustifica dicendo che, quanto al Minty, per il suo bene deve stare leggero. Pasta in bianco e niente altro. Tutto calcolato.
Nonostante la Nonna L e Mister Baby abbiano timbrato il cartellino una volta ciascuno, Mamma Pinkytos la quadratura del cerchio non l'ha ancora trovata.
Lei con il nano bollente ci starebbe volentieri in quanto investita del sacro ruolo ippocratico ("Mamma, mi fai le curettine? Grazie mamma, adesso sono guarito, tu sai sempre cosa fare."), ma a volte anche la mater chioccia deve lasciare il nido, per ascoltare, come se non ne avesse abbastanza delle sue (invero ormai piuttoste noiose) le paturnie di qualche sconosciuto, per correre da un'aula all'altra di Tribunale, per scrivere lettere e istanzine varie. Cose così.
E in attimi come questi, in cui le appare del tutto evidente la scarsa tutela lavorativa che la assiste (anche se, a onor del vero, non saprebbe quale potrebbe essere la tutela legislativa se i clienti vogliono legittimamente il loro avvocato e i bambini altrettanto legittimamente la loro mamma e, sfortunatamente, le due figure coincidono), lei farebbe un monumento ai suoi collaboratori.
Ma proprio una bella statua di marmo di Carrara, un  monumento vero, con la targhetta e tutto.
Green Girl e Crazy Boy. Cavalieri del lavoro. Come la Signorina Coniglio di Peppa Pig.
Sempre con il sorriso e l'atteggiamento di chi non ti fa pesare nulla.
E allora Mamma Pinkytos, che stamattina, per non farsi mancare niente, ha dimenticato pure  a casa il portafogli, corre e salta il pranzo più volentieri.
Sente che ce la può fare, laddove è del tutto evidente che da sola non ce la farebbe mai.
Stamattina Crazy Boy le ha pure prestato 10 euro. Ufficialmente per un panino a pranzo. In realtà per comprare i mini-clisteri al nano stitico.
Quando il Minty ha abbozzato un tentativo di ribellione ("Questa cosa non mi piace"), Mamma Pinkytos gli ha detto: "Lo so nano, ma dopo starai meglio. La mamma si è indebitata per questa medicina. Si è fatta prestare i soldini da Crazy Boy..."
Al Minty è sembrata una circostanza di rilievo, la prova provata della necessità della cura. E dopo l'esito positivo della terapia d'urto ha esclamato trionfante: "Adesso mamma sto proprio bene. Tu sai sempre cosa fare. E ringrazia tanto Crazy Boy."
Mamma Pinkytos, che a Crazy Boy è grata soprattutto per altro, è indecisa se riferirgli i ringraziamenti del nano.

domenica 13 aprile 2014

Domenica lunatica

Ore 16 di domenica pomeriggio: nella Pinkytos'Home regna il silenzio. Unico rumore: il ferro da stiro di Mamma Pinkytos quando carica il vapore.
Dormono tutti. M&M's sono stecchiti nei loro lettini, fiaccati dalla spesa session della mattina. Mister Baby dorme e di solito si palesa dopo i nani.
La mamma non dorme mai. Stira. Un bijoux.
Ha il mal di testa, il mal di pancia, la nausea. E non ha per niente voglia di stirare.
Ha fatto un fulmineo cambio armadio, consistente nel sistemare in una scatola i maglioni di lana e accatastare nell'armadio alla bell'e meglio i vestiti estivi orrendamente stropicciati. Quelli li stirerá quando li dovrá mettere e magari finirá per non metterli per non stirare.
Ora piega, stira, stende i migliaia di panni dei nani.
Loro si rotolano per terra, si macchiano di fragole nei punti più impensati, hanno chiazze di sugo in ogni dove.
Stasera, se sopravvive, Mamma Pinkytos uscirá con le sue amiche per una pizza e una valanga di chiacchiere.
Ora Mamma Pinkytos si prende un antidolorifico. Ci tiene ad avere energie per fare funzionare la lingua lei. C'è un bel sole e un vago sapore di estate.
Si merita di uscire.
Quasi quasi lancia la moda dello stropicciato. Stropicciato è bello.
Stropicciato è fashion. Stropicciato fa risparmiare un sacco di fatica.
È deciso.
Domani manda in studio Mister Baby con la camicia pieghettata.
Per vedere l'effetto che fa.