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mercoledì 26 settembre 2012

Capricci, sciopero e democrazia

Da quando il Minty ha terminato l'ambientamento ed esce da scuola alle 16, Mamma Pinkytos ha assegnato a Nonna L e Nonna R i turni per badare a Morby e va al lavoro fino all'ora di uscita del nano grande. E si riposa moltissimo. Fa corse infinite per rispettare scadenze e appuntamenti, spende un capitale di parcheggio, mangia in piedi e male, si sente un po' triste perché avrebbe voglia di godersi il suo Morbillo, ma si riposa. Però, come è ovvio, riemergono i galoppanti sensi di colpa che accompagnano ogni mamma, soprattutto se lavora. E i sensi di colpa si centuplicano se la reietta in questione non rispetta la tabella di marcia.
Oggi Mamma Pinkytos era a convegno con un cliente e ha superato la canonica mezz'ora. L'ora di uscita del Minty incombeva paurosamente. Mamma Pinkytos si scusava: "Scusi, scusi... Devo andaree... Sa l'asilo.. Scusi ancora." Recuperava i suoi stracci e si fiondava correndo fuori dallo studio. Veniva pericolosamente inseguita dal suo collaboratore Crazy Boy, che non è mai parco di parole, il quale tuttavia nell'occasione veniva immediatamente zittito:
"Non ho tempo.. Telefonami...Scappooooo!"
Mamma Pinkytos pagava il parcheggio, recuperava l'auto, sfrecciava più veloce che poteva incurante della segnaletica verso la scuola del Minty, alla quale arrivava quando la fatidica campanella era appena suonata. Correva ansimante verso la sezione dei trenini dove trovava il nano con in braccio il suo peluche solo soletto con la maestra. Mentre il Minty correva ad abbracciarla, la maestra non degnava di uno sguardo la madre degenere e diceva: "Minty, finalmente è arrivata la mamma."
Inutile dire che Mamma Pinkytos si sentiva la madre peggiore del mondo e si scusava ripetutamente, ma le scuse non le valevano neppure uno sguardo compassionevole. Ciononostante il Minty rassicurava la reproba con un sorriso: "Ti ho peddonato mamma. Sono felice." E, poiché non c'é frase che Mamma Pinkytos preferisca, la giornata sorrideva un po'.
Il nano però era stanco, molto stanco e, una volta a casa, di lì a poco inscenava una serie interminabile di capricci.
"Voio un confetto giallo. "
"E' quasi pronta la cena. "
"Noooooo!" Pianti isterici. "Lo voiooo!!!"
"Ho detto di no. Sai che i capricci non servono. Lo mangi dopo cena."
"Allola dammi la tolta al cioccolato."
"Anche quella dopo cena."
"Noooooo!" Pianti isterici. "La voiooo!!!"
"Se vuoi cenare vieni a tavola che c'é il purè, che ti piace. Altrimenti vai in camera. "
"Quella dei giochi?"
"No."
"Allola vengo."
Mamma Pinkytos serviva un cucchiaio di purè al nano lamentoso.
"Ma è pochissimo!!!! Non mi piace!"
"Mangia quello che poi te ne do un'altra porzione."
"Non mi piace così!!! Ne voio tantissimo!!!"
"Adesso ti preparo anche la carne."
"Nooooo! La calne no!!!!" Non mi piace!"
Il Morby, particolarmente nervoso, iniziava a frignare.
Poi arrivava Mister Baby, pure lui in vena di capricci e di rivendicazioni nei confronti della povera Mamma Pinkytos, a suo giudizio, poco democratica.
A questo punto Mamma Pinkytos, assai poco democratica, si avvaleva di un'arma molto democratica: lo sciopero. Messi a letto i nani con il minimo sindacale di lettura e di latte, si dedicava ai fatti suoi visto che ci sono un milione di cose che ha voglia di fare e che non fa mai perchè si mette democraticamente a disposizione.

martedì 18 settembre 2012

Cuccioli e iene

Mamma Pinkytos è al lavoro, ma è di malumore. Causa ritardo dell'autobus di Nonna L, che dovevamo aspettare perché badasse al Morby, Mamma Pinkytos e il Minty sono arrivati alla scuola materna, correndo, al suono della campanella. Minty era felice, ma sulla porta mamma e nano hanno trovato ad attenderli la bidella iena che ha sentenziato: "La campanella è suonata! Fuori le mamme!" I bimbi di solito vengono accompagnati dai genitori fino alla propria casella dove appendono la giacca e poi in sezione dalla maestra. Il Minty, che pure di solito ama fare le cose da solo per sentirsi grande, si è sentito piccolo, solo e sgridato e si è aggrappato alle ginocchia di Mamma Pinkytos: "Voglio la mia mamma!" La bidella continuava a bofonchiare che quella era la regola, che non poteva neppure chiamare la maestra perché doveva badare agli altri bimbi. Mamma Pinkytos non voleva discutere davanti a Minty, nè poteva far valere le sue ragioni per dire che prima imponevano un ambientamento col contagocce poi in un nanosecondo riuscivano a far passare a un cucciolo la voglia di andare a scuola. Ha cercato, invece, saggiamente di far venire Minty a miti consigli, invitandolo a fare da solo, ad appendere il suo giacchino nella casella contrassegnata dal ragnetto e ad andare a salutare Baby Lila. Alla fine il Minty ha fatto una carezza a Mamma Pinkytos e le ha detto: "Ti ho dato una calezza. Fammi anche tu una calezza mamma che poi vado". Mamma Pinkytos l'abbracciato, baciato e accarezzato e mentre guardava il suo cucciolo camminare a capo chino verso la sua classe avrebbe voluto portarselo a casa e non dividerlo con nessuno.