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giovedì 11 luglio 2013

La sveglia

Mamma Pinkytos ha regalato al suo nano grande quasi-quattrenne Minty, per la sua cameretta nuova, una bellissima sveglia di legno a forma di rana.
"Uauh, forte mamma. Che balla la mia sveglia."
"Così nano impari a leggere le ore. Poi la mattina, quando devi andare a scuola, sarà la tua sveglia a svegliarti all'ora giusta."
Mamma Pinkytos e il nano Minty hanno inserito le batterie nella sveglia e Mister Baby ha insegnato al nano a spegnere la sveglia, al momento del molesto suono del buongiorno.
Il nano ha ascoltato compunto e ha posizionato la ranocchia sulla mensola alta che gli fa da comodino, "fin sopra il cielo".
Ieri mattina, alle sette in punto, è suonata la sveglia in camera di Mamma Pinkytos e Mister Baby (quella del nano era stata caricata dieci minuti più tardi, per consentigli di dormire qualche minuto in più).
Mamma Pinkytos ha sentito una botta, seguita da un tonfo sordo ed è corsa, con gli occhi ancora semi-chiusi in camera del Minty, credendo (mamma paranoica e mengrama) di trovare il nano esanime al suolo, dopo la caduta dal letto.
Invece, a giacere con le lancette frantumate era la sveglia ranocchia, tra le lacrime del Minty che, ligio al compito da grande che gli era stato affidato, non appena ha sentito un suono di sveglia, ha colpito così forte la ranocchia, che l'ha fatta cadere dalla mensola.
La ranocchia si è fatta parecchio male. Il Minty, tutto deluso, ha preso la sua cassetta degli attrezzi giocattolo   e ha cercato invano di ripararla.

domenica 21 aprile 2013

Quando si spegne la luce

Quando si spegne la luce non si vede più niente. Si perdono di vista i contorni delle cose, non si riesce a vedere niente e nessuno.
Quando si spegne la luce si procede a tentoni. Ci si sente soli anche tra la folla, si ha paura di andare a sbattere.
Quando si spegne la luce non si riescono a misurare le conseguenze delle proprie azioni. Si cerca la luce che non c'è, poi gli occhi si abituano al buio.
Stamattina, al risveglio, Mamma Pinkytos ha trovato un messaggio sul cellulare. Una sua amica stava piangendo perché vicino a casa sua una mamma si era tolta la vita portando con sé la sua bimba di diciotto mesi.
Anche a Mamma Pinkytos é venuta voglia di piangere. Perché il gesto é di una inconcepibile incommensurabilità, ma quello che forse (giudicare dall'esterno é sempre difficile) c'é dietro molto molto meno.
Il ruolo di mamma porta con sé una grande solitudine e un'immensa responsabilità e lasciarsi risucchiare nel vortice di qualcosa di troppo grande (i nostri figli sono qualcosa di troppo grande da spiegare a parole. Mamma Pinkytos lo pensa tutte le volte che guarda i suoi nani) é  un attimo.
Quando si spegne la luce non si vede più niente.