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sabato 10 gennaio 2015

Je suis Charlie

Mamma Pinkytos questa sera ha idealmente una matita in mano.
Mamma Pinkytos, che ha appena finito di preparare le crespelle e che ha un diavolo per capello perché i suoi nani non dormono ancora mentre lei, che di notte è spesso sveglia, dormirebbe volentieri e già da un pezzo, questa sera si sente piccola.
Piccola davanti alle enormità della vita, davanti alla disumanitá che si insinua nella mente di qualcuno che arriva a credere che un'idea, o un'ideologia, debba essere imposta con il sangue.
Noi, abituati a condividere tutto ciò che ci passa per la testa, talvolta prima ancora che sia arrivato veramente alla testa, alle libertà ci abbiamo fatto il callo.
Libertà di espressione, libertà di critica, libertà di stampa, libertà, talvolta, anche di intraprendere velleitari attacchi frontali contro un quisque de populo e non solo, dietro il paravento di un social network.
Poi arriva il giorno di Charlie Hebdo.
Arriva il giorno in cui questa libertà a cui non davi più peso ti scotta in mano come una patata bollente. Arriva il giorno in cui saresti tentato di farne a meno, magari solo per un po' perché la vita vale di più. Ma è proprio in quel giorno che bisogna rischiare di scottarsi le mani, che bisogna brandire la matita come un'arma. L'arma della non violenza. L'arma del dissenso. Je suis Charlie. Nos sommes tous Charlie.