lunedì 20 luglio 2020

La vita che viene, la vita che va

Sono stati giorni intensi per Mamma Pinkytos.
Traslocare vuol dire inscatolare una vita, riscoprire momenti ed emozioni sopite. La prima pappa, la prima nanna, le sere tenendo la mano al Minty che non riusciva a dormire, le notti a vegliare il Morby che urlava come un ossesso.
I loro disegni, le loro manine ovunque.  Segni, graffi, carezze. I primi passettini stentati e poi i musi lunghi, i pianti e i rimbrotti. Dentini e ginocchia sbucciate.
E poi lei e Mister Baby a tenere botta, alla vita che viene, alla vita che va, al tempo che scivola come sabbia tra le dita e non lo puoi trattenere.
Nella Pinkytos' Home il Minty è arrivato che aveva meno di tre mesi e il Morby ci è nato.
Il Minty - che ora ha il quaranta di piede e sembra un ragazzo - ieri sera, nella sua ultima notte a casa, ha chiesto alla sua mamma di farlo addormentare come quando era piccolo e ha fatto una promessa: " Risparmio i soldi, vendo tutti i miei oggettini e quando sono grande questa casa me la ricompro"  (Vabbè ha detto anche "con i soldi guadagnati con il mio primo film", ma il Minty, si sa, non brilla per modestia.)
Per non farsi mancare nulla, ha perso un dente e la fatina mezza addormentata gli ha portato 3 euro che sono caduti dietro i mobili del trasloco. 
Oggi il nano Minty è partito per il suo trekking a piedi sull'Appennino e Mamma Pinkytos e Mister Baby lo hanno guardato farsi coraggio e salutarli con commozione, come fa chi prova a mettere un piede davanti all'altro verso l'ignoto, con emozione e timore insieme.
E sono la stessa emozione e lo stesso malinconico timore che accompagnano questa sera Mamma Pinkytos.
Riavvolge il nastro degli ultimi dieci anni ed è immensamente felice (a parte per i dieci anni in più, che questa sera si sente addosso centuplicati). 
Orgogliosa anche dei momenti di crisi, dei dolori passati e superati. Soddisfatta del cammino che hanno fatto i 4 inquilini di questa casa con il loro coniglietto cieco. 
Ieri un'amica di Mamma P. è volata in cielo. Con lei ha percorso un tratto di strada importante. Un pugno in viso della vita, che prende sempre in contropiede. Un invito a godere delle piccole cose di ogni giorno. La vita che va, ma rimane nel pensiero, nel cuore, nel ricordo. Come quello di sua cugina Chicca, che oggi festeggia tra gli angeli il suo compleanno.
In questi giorni ha saputo anche che un'altra amica, con la quale ha camminato per un tratto di strada ancora più lungo, aspetta finalmente un bambino. Ed è il risultato di un percorso costellato di tenacia e gioia, di cose belle che stanno sempre un passo avanti alle delusioni. Mamma Pinkytos ha provato felicità. La vita che viene ha sempre una potenza irresistibile.
Nei suoi scatoloni ci sono l'una e l'altra. La vita che viene e la vita che va. La sua nonna che va a giocare a tombola, i biglietti che le scriveva la sua mamma, le calzine dei suoi bambini, i messaggi che scriveva a Mister Baby 20 anni fa, con cellulari che sembravano telecomandi e pesavano come ferri da stiro.
Anche a lei, che non è generalmente legata a ciò che è materiale ma preferisce conservare i ricordi nel cuore,  qualche lavoretto dei nani finito della spazzatura condominiale ha causato un piccolo moto di dolore. Così come quei vestitini minuscoli inscatolati per età, regalati a chi se li veniva a prendere. 
Ma la vita è troppo ricca per stare tutta in una casa. 
Si volta pagina domani, ma le pagine precedenti le porta con sé e sono tutte a modo loro indimenticabili.

martedì 14 luglio 2020

11

Undici anni fa Mamma Pinkytos stava conquistando la sua Bastiglia mettendo al mondo un lottatore di sumo mignon.
Porcamiseria se vola il tempo.
Sarà la stanchezza,  saranno i momenti intensi degli ultimi giorni, ma oggi Mamma Pinkytos a guardare il suo Minty undicenne si commuove.
È la vita, è il futuro, l'inseguimento dei propri sogni tra gioie e piccole delusioni.
Guarda il suo sorriso di una bellezza imbarazzante,  gli occhi luminosi, la pelle dorata, i suoi scatti in avanti nel mondo dei grandi che lo portano a volere indipendenza e nello stesso momento il suo continuare ad essere il bambino che vuole lasciare la finestra aperta per fare entrare la civetta con la lettera di Hogwarts. 
Mamma Pinkytos non smetterebbe mai di regalargli sorprese perché è lo stupore che consente di inseguire i propri sogni e perché i suoi occhi meravigliati sono pura gioia.
Se il Morby è istintivamente simile alla sua mamma, il Minty le dà una soddisfazione immensa per quello che da lei ha imparato,  grazie al dialogo e all'esempio. Ha imparato il valore di un grazie,  il potere di un sorriso e la potenza dell'ottimismo. Ha capito che la gentilezza vale più della prepotenza, che chiedere scusa non è da deboli, che ogni obiettivo si può raggiungere con l'impegno.
Quello che deve imparare a fare, nella sua meravigliosa avventura, è fare i conti con la realtà e con i suoi limiti, che ora percepisce poco grazie all'infinita autostima che deriva dall'amore. Lui pensa ancora che potrà vincere il Pallone d'Oro, il Premio Oscar ed il Premio Nobel tutti insieme e a volte Mamma Pinkytos vorrebbe riportarlo a forza sulla terra. Ma ne avrà di tempo la vita per ridimensionare le sue sicurezze e per riportarlo nei ranghi grazie al duro confronto con i propri limiti e la propria fallibile umanità.
Non ora. Non a undici anni.
Deve ancora volare il suo bambino magico.
Ora che basta poco. Ora che basta un incantesimo per lasciarsi trasportare lontano.
("Se non mi arriva la lettera di Hogwarts entro tre giorni, giuro che cado in depressione."
"Avranno sbagliato indirizzo nano. Sai com'è. Con il trasloco. Lascia il tempo alla civetta.")
Buon compleanno amore mio. Non smettere mai di sognare.


sabato 11 luglio 2020

Casa

Nulla hanno potuto il Covid, nè la grandine del pomeriggio nè i 250 scatoloni movimentati oggi da Mamma Pinkytos e Mister Baby che ora invadono la Pinkytos' Home costringendo tutti a fare lo slalom anche per andare in bagno.
Nonostante fatica e condizioni meteo avverse, questa sera la Pinkytos' Family ha salutato ufficialmente la casetta dove in quasi undici anni ne ha combinate di cotte e di crude. 
E lo ha fatto a modo suo, con un tavolino da campeggio montato nel cortile condominiale sotto lo sguardo perplesso dei vicini,  con la musica dei Pinguini Tattici a fare da colonna sonora, la pizza di Mister Baby lievitata 57 ore e soprattutto con la famiglia allargata, Mamma Polly Capellipazzi, Ali Theweatherman e i loro nani.
"Mamma, mi sento ridicolo a mangiare in cortile. Sembra che non abbiamo una casa. Non mi sembra molto normale"  si è preoccupato il Morby. 
"La normalità è per persone normali" gli ha risposto il Minty, che qualcosa da sua madre ha evidentemente imparato.
Non avrebbe potuto esserci saluto migliore.
Dieci anni fa il Minty e Baby Lila Capellipazzi erano appena nati e per Mamma Pinkytos e Mamma Polly i pic nic e le pizzate con la famiglia allargata erano ossigeno puro. Tra una poppata e l'altra, capitava che riuscissero anche a chiacchierare.  Avevano appena iscritto i nani al nido dieci anni fa. Ora i mostri hanno il 41 di piede  e stanno per iniziare le scuole medie. 
Baby Lila è una vera adolescente, con le paturnie da adolescente mentre il Minty, da bravo maschio, è ancora nell'età della stupidera. Snocciola freddure british a raffica, che a volte nemmeno si capiscono da quanto ride, ma ogni tanto la strafottenza dell'adolescente fa capolino.  Mamma Pinkytos e Mamma Polly  insieme hanno iniziato e chiuso cicli, aperto e chiuso porte. Hanno sempre avuto la certezza che dall'altra parte della strada avrebbero trovato la mano che mancava, un'altra parte di famiglia. Qualcuno che ti offre una pasta al bisogno, qualcuno a cui lasciare i nani in caso di emergenza, qualcuno per fare quattro chiacchiere o per fare casino.
È stata la famiglia Capellipazzi ad andarsene per prima e quello è stato il vero strappo.
Al di là della strada ora non c'è più nessuno che chieda o tenda una mano. E anche per la Pinkytos' Family è giunto il momento di cambiare.
Tra una settimana Mamma Pinkytos avrà un giardino, anche se ora sembra un campo di patate. 
È felice, i cambiamenti l'hanno sempre stimolata.
Oggi il Minty ha pianto al pensiero di lasciare la casa dove ha vissuto i suoi primi undici anni.  La nostalgia è una forma di rispetto verso i bei ricordi del passato. 
La sua mamma se lo è abbracciato ed era bellissimo con il naso moccicoso, adesso che è quasi grande come lei.
Le ha detto quel che sempre dice ai suoi nani e che Mister Baby non condivide per niente: "Crea legami con le persone, non con le cose. Casa è ovunque nel mondo, se ci sono i tuoi affetti."
La casa stasera era nel portico condominiale. Perchè quella è la loro famiglia. 

martedì 9 giugno 2020

Hippy birthday

Le serate, quelle belle. 
Aperitivo di compleanno ai tempi del Coronavirus. 
Mamma Polly Capellipazzi, che se ti incontra temporaneamente senza mascherina magari perché ti si è incastrato qualcosa in un dente, ti investe senza tanti complimenti, ha invitato Mamma Pinkytos e le sue amiche ad un aperitivo distanziato al parco per festeggiare il suo compleanno. Kit aperitivo delivery e zero condivisione, mascherina fashion e plaid singoli posizionati sull'erba. Almeno nelle intenzioni.
Fa niente se poi c'erano dieci gradi e pioveva da tre giorni. Lo scroscio, per la verità,  con nuvoloni annessi, è arrivato insieme a Mamma Pinkytos che , tutta trafelata e as usual in ritardo, raggiungeva le sue compari sotto la pagoda del parco.
E diciamocelo. A cinque mamme, dopo la quarantena e la lingua in ferie forzate, dopo la didattica a distanza e lo smart working con i nani in casa, il temporale gli fa un baffo.
Hanno mangiato le patatine nel sacchetto come delle teenager, qualcuna si è  anche concessa uno spritz. Avevano un milione di cose da dirsi.
Quando il custode del parco è passato con il motorino per chiudere il secondo cancello (con mezz'ora di anticipo vista la serata infame) avevano parlato solo del Covid, del mal di stomaco e della puzza delle ascelle dei loro figli (figlie più che altro perché, tranne Mamma Pinkytos, hanno tutte figlie femmine che, al momento, sono decisamente più avanti nello sviluppo. C'è da dire che il Minty recupera ampiamente con la puzza dei piedi che, grazie alle scarpe da ginnastica che non spoglia neanche sotto tortura, raggiunge livelli inarrivabili).
Appena è scemata l'attenzione sulla questione deodoranti&Co., le cinque compagne di merende tardive si sono rese conto di essere state lucchettate dentro il parco. Senza tanti complimenti e sotto la pioggia.
Mentre Mamma Ale Organizer decideva se chiamare i vigili, i carabinieri o l'esercito, Mamma Polly Capellipazzi, con le sue Birkenstock argento con i calzini bianchi stile tedesco al mare, aveva già trovato la via d'uscita che consisteva nello scavalcare il muro di cinta e l'annessa ringhiera in un punto dove erano leggermente più bassi.
C'è da dire che nonostante fosse appena invecchiata e nonostante i calzini bianchi era la più giovane della compagnia.
Nel salto non ha perso nemmeno i sandali.
Mamma Pinkytos conteneva i danni grazie alla lunghezza della gamba e ad una tecnica di salto attentamente studiata onde evitare l'impiccagione sulle cancellate e anche Mamma Mizzy Brillantina e Mamma Anto nel Paese delle Meraviglie sopravvivevano brillantemente.
La peggio l'aveva Mamma Ale Organizer che, fatto salvo il gesto atletico indubbiamente meritevole, scivolava all'ultimo fracassandosi un dito. Al momento non si sa se sia rotto o meno, ma ai saluti era del color del carbone e non prometteva nulla di buono. 
È quasi certo che la prossima volta Mamma Ale Organizer rifuggirà Mamma Pinkytos e Mamma Polly Capellipazzi come la peste e non vorrà più frequentarle.
L'anno scorso di questi tempi l'avevano fatta quasi collassare in riva al Mincio dopo 50 km in bicicletta sotto il solleone.
Un anno dopo l'hanno fatta scavalcare la recinzione di un parco sotto la pioggia.
Sono cattive compagnie.
È che nell'organizzazione vince sempre lei, è impareggiabile. Loro sono casinare.
Mamma Pinkytos per farsi perdonare ha deciso di istituire il Memorial Ale, consistente in un percorso ad ostacoli di vario genere. Vincerà lei, The Original, se mai deciderà di partecipare. Perché è una tosta, che si piega ma non si spezza e, nonostante evidenzi sempre di essere la meno giovane tra loro, le sbarbine le mette in fila come fanti. Sarà il premio ad ingolosirla: una cena gourmet in un ristorante stellato al caldo, dove i camerieri in guanti  bianchi paiono accattivanti già dallo sguardo che si intravede dalla mascherina.
Anche Mamma Pinkytos non disdegna, soprattutto ora che sta mangiando gallette di riso come se non ci fosse un domani.
"C'erano altre persone nel parco?" si informa  il Morby dopo avere sentito della disavventura delle madri.
"No, nessuno." Risponde Mamma P.
"È colpa vostra allora. Non potevate stare attente?!".
Quando a far la predica sono i nani.
Hippy birthday Mamma Polly.
Anzi, hippy birthday.


lunedì 8 giugno 2020

Lacrimucce

Mamma Pinkytos oggi ha la lacrimuccia facile, per la gioia del Minty: "Mamma, se piangi guai!" Le intima a metà tra l'imbarazzato e l'intimorito.
Il nano grande, in questa atmosfera surreale, ha finito la scuola elementare. Il suono della campanella virtuale ha decretato per davvero la fine dell'infanzia, quella fatta di coccole, giochi e baci e l'ingresso nel mondo dei rimbrotti.
Lui, che fino all'altro ieri era il nano più sorridente del mondo, ora vuole già andarsene di casa: "Non serve stare tanto a parlare delle medie, tanto non ci vado."
Il posto dove vuole andare,  al quale si arriva passando attraverso un muro, la consola un pochino circa la sua voglia di scorazzare nell'infanzia ancora per un po': "Ad Hogwarts queste cose non si fanno. E si torna a casa solo a Natale e in estate."
Il fatto che il Minty desideri andare in un posto tetro e pieno di ragnatele, dove i quadri e le forchette parlano piuttosto che starsene a casa sua, non rende Mamma Pinkytos particolarmente orgogliosa di sé e la pervicacia del nano nel dipingere il suo prossimo futuro indipendente davanti al Morby che, disincantato, gli dice: "Ma guarda che Hogwarts non esiste!" le suscita pensieri altalenanti. Chissà se e un bene che il pupo quasi undicenne creda con convinzione che il giorno del suo undicesimo compleanno riceverà una lettera volante e andrà con una civetta in gabbia alla scuola di magia passando attraverso un muro. Tuttavia, meglio Hogwarts che Cento sfumature in linea di principio. 
E benedetta fantasia, che quando intorno si sentivano solo sirene, gli lasciava immaginare incantesimi e formule magiche.
Però. 
Peròporcamiseriaaundiciannisognagiàlafuga.
"A Natale e d'estate torno."
Ah grazie.
E spunta la lacrimuccia della mamma piagnona del nano che cresce. Lei si sente vecchia vecchissima mentre guarda questa ventina di ragazzini che ha visto crescere fin dall'asilo nido e che ora hanno i piedi più grandi dei suoi. In volo verso la vita, con le ali spiegate e infinite possibilità davanti.
Per fortuna a permetterle di riprendersi ci ha pensato l'ultimo giorno di scuola del nano Morby dove venti sdentati con il peluche in mano e i disegni di principesse hanno raccontato barzellette a ripetizione.
E Mamma Pinkytos non ha pianto.
Ha riso. Perché meno denti hai e più sei spensierato, a qualsiasi età. 
Il Minty stasera ha la luna storta. 
Non gli va più niente. Nemmeno che si parli di lui nè in casa nè altrove.
La sua mamma gli toglierebbe volentieri qualche dente, se servisse come ricetta per la spensieratezza. 
Le lacrimucce non sono tutte di nostalgia e commozione. 
Qualcuna a volte è di fatica. 

domenica 31 maggio 2020

Sonno

A Mamma Pinkytos il coronavirus fa venir sonno.
Non che ce l'abbia eh. Anzi. Il sierologico ha fugato del tutto la speranza che lei ed il Minty, che hanno fatto entrambi la polmonite grazie ad una coincidenza che avrebbe volentieri riservato a qualcosa di migliore,  si fossero almeno guadagnati l'immunità dal Covid.
È solo che, se da un lato è bello che la vita fuori dalle mura domestiche sia lentamente ricominciata,  dall'altro è tutto tremendamente faticoso.  
Bere un caffè,  prendere in prestito un libro in biblioteca, fare quattro chiacchiere con un'amica. Tutto mentre la mascherina ti ottenebra i sensi e i pensieri,  mentre qualcuno ti misura la febbre. Per ogni cosa c'è una coda da fare.  Il tempo è rallentato, i suoni ovattati.
Mamma Pinkytos, così desiderosa di vita come è,  dopo un'ora fuori si sente così rimbambita che non vede l'ora di tornare a casa.
Ieri ha avuto la pessima idea di accompagnare il Minty dal parrucchiere e già che c'era ha pensato bene di farsi fare una piega nell'attesa. 
È tornata che avrebbe dormito tre giorni, in debito di ossigeno come se avesse fatto immersioni subacquee nell'Oceano Pacifico.
Borsetta insacchettata, camice, guanti, mascherina fino alle orecchie incandescente per il phon. Mamma e nano seduti in attesa a 27 metri di distanza, nonostante a casa si incontrino di tanto in tanto. 
Tornerà dal parrucchiere solo quando avrà i capelli come Raperonzolo e non serviranno a nessuno come ascensore per calarsi dal terzo piano.
Questa sera la Pinkytos Family è persino tornata in pizzeria con gli zii cinesi. Erano in 8 e avevano un tavolo a testa. Così distanti tra loro che per parlarsi ci sarebbe voluto il megafono. Più comodo il cellulare,  con Zoom. Fossero stati ognuno a casa propria  avrebbero fatto meno fatica. 
Le è rimasta sullo stomaco anche la pizza, talmente non ci è più abituata.
Forse ha ragione il Minty, che a qualsiasi domanda risponde: "Non c'ho voglia", scatenando 15 minuti di filippica di Mamma Pinkytos sugli effetti dannosi dell'isolamento sociale.
Forse anche lei "non c'ha voglia". O almeno non così. Forse non era così male starsene a casa a fare il bagnetto al lievito e a leggere sul balcone seduta sulle cassette della frutta.
Ogni tanto un aperitivo su Zoom. Forse domani ne organizza uno. Tutti senza mascherina e vicinissimi allo schermo.
Ora ha molto sonno.




domenica 10 maggio 2020

Mamme

Ci sono mamme di tutti i colori. Rosa, verdone, giallo limone.
Ci sono mamme, come Mamma Pinkytos, che cambiano colore a seconda dell'umore.
Mamme straordinarie,  come la sua mamma, che non sanno star ferme e una ne pensano e cento ne fanno.
La Nonna R. pianta fiori, cucina ravioli, costruisce mascherine con i ritagli di stoffa ed elastici delle mutande e cucce per cani con legnetti di fortuna. Insegna ai nani poesie in inglese e tenta di fargli fare lavoretti con le perline, via Skype. Con dubbi risultati e non certo per colpa sua.
Ha sempre insegnato a Pinkytos che l'impossibile non esiste ed è stata complice di tutti i suoi sogni.
Forse per questo anche oggi, Mamma Pinkytos è sempre in movimento e fatica a vedere i limiti delle cose, compresi quelli legati all'età che avanza.
Alla sera, a volte ha l'artrite, l'artrosi, la gotta,  il colpo della strega, i crampi ovunque. Quando si sveglia mette le crocette sulle parti del corpo doloranti, come fossero i numeri della tombola. E poi via di corsa, incontro ad un'altra giornata piena di tutto.
Auguri a tutte le mamme. In particolare alla sua.
A quelle che oggi riceveranno fiori, regali, abbracci, pensieri. A quelle che non hanno nessuno con cui festeggiare in presenza,  ma ce l'hanno nel cuore. 
Mamma Pinkytos ha ricevuto dai suoi nani due vasetti, contenenti i loro pensieri d'amore per lei. In ognuno c'erano tre biglietti.
L' adolescente Minty, da perfetto uomo che non deve chiedere mai, le ha scritto nell'ordine:
1.Ciao.
2. Auguri.
3. Sei brava.
Che è quello che le dice quando lei dà di matto, per rabbonirla e arruffianarsela.
I biglietti del nano Morby invece dicevano:
1. Sei molliccia.
2. Sei bellissima.
3. Ti amo.
Mamma Pinkytos ha deciso di soprassedere sul primo perché oggi è la sua festa e voleva godersi la mousse allo yogurt e la torta di rose di Mister Baby.
E poi, in tutta onestà, trova che "Ti amo e ti trovo bellissima nonostante tu sia molliccia" sia una splendida dichiarazione d'amore.
Di torta di rose però ne ha mangiata solo un pezzettino.

venerdì 8 maggio 2020

Tentativi

Mamma Pinkytos vi voleva aggiornare.
Poiché la tendenza al miglioramento è quello che distingue l'essere umano dalla bestia, non è che lei voglia rimanere pessima per sempre. Quindi a mettere in pratica i dettami della psicologa del seminario di ieri sera , P. ci ha provato.
Pinkytos'Home. Interno giorno.
Mamma P. arriva dal lavoro in bicicletta e, al solito, trafelata. I nani hanno fame e sono nevrotici.
Mentre la pasta cuoce, la scintilla si accende per un nonnulla.
Il Morby spinge il Minty e gli dà una botta nella schiena, segue lancio di oggetti nella fattispecie cuscini del divano, arma bianca. Tutto sommato niente di cruento.
Seguono urla isteriche del nano grande.
Mamma Pinkytos reprime l'istinto omicida, si avvicina al nano piccolo e gli dice con voce suadente: "Amore, lo so che la tua non è rabbia. So che sei preoccupato e spaventato per il Coronavirus."
Il Morbillo si avvicina sospettoso, guarda P. con aria interrogativa: "Mamma,  stai bene?"
"Si. Però tu delle tue preoccupazioni ne devi parlare con la mamma."
Il nano renitente si avvicina al fratello e gli dice preoccupato: "La mamma non sta bene. Mi sa che ha il Covid."
Il Minty, che ha visto tutto, spegne la Playstation e spinge senza violenza il fratello verso la loro camera: "Non credo. Ma meglio andare di là. Mi sa che questa volta è VERAMENTE arrabbiata."
Puf. Spariti.
Mamma Pinkytos non sa se sia cosa buona e giusta che i nani pensino che sia pazza, ma in un attimo nella Pinkytos' Home è tornata la pace.
Mannaggialamiseria.
Aveva ragione lei.


giovedì 7 maggio 2020

Ammutinamento

Mamma Pinkytos sta ascoltando un seminario sulle emozioni dei bambini a seguito del Covid.
Già sapeva di essere una mamma estremamente imperfetta. Già galleggiava nel senso di colpa per le urla belluine che ogni tanto escono da questo corpo. 
Ma così è volersi male.
"Avete presente l'espressione dei vostri bambini quando sono tristi?" Chiede la relatrice.
"E quando sono arrabbiati e preoccupati?"
Incalza.
"Siete sicuri che il lancio di oggetti e le botte ai fratelli siano sintomi di rabbia? Che il fatto di non volere fare i compiti non esprima un'emozione collegata all'insicurezza?"
Orbene.
Quando il Morby corca di mazzate il Minty, quando lancia il telecomando e i quaderni, quando si rifiuta di fare i compiti e si sdraia sul pavimento è perché è incerto sul futuro e preoccupato per il Covid.
Mannaggialamiseria.
Che pessima madre.
Immaginava che urlare: "Se non la smetti ti ammazzo" non fosse da madre modello, ma addirittura sussurrargli: "Vieni qui che ti abbraccio che mi sembri preoccupato " a Mamma Pinkytos sembra una forzatura. Anche perché facilmente il Morby, che cerca sempre di camminare sul filo del limite,  prendendola per pazza tirerebbe un sasso in testa anche a lei.
Aveva vagamente intuito che gridare nani: "Se non mi lasciate cinque minuti di tregua vi abbandono nel bosco come Hansel e Gretel" non fosse da Nobel delle mamme. Ma addirittura dire loro: "Forse sei preoccupato e vuoi la mamma vicino. Hai ragione se pensi possa succedere qualcosa" le pare un po' insolito. I nani verosimilmente chiamerebbero la neuro.
Sospettava che minacciare di morte M&M's che non fanno i compiti non fosse lodevole, ma a dire: "Avete ragione a non volerli fare. Forse state pensando che i compiti siano davvero tanti e avete ragione. Io so che è più bello giocare con la mamma e allora giochiamo così poi vi viene voglia. So che i compiti sono impegnativi e per questo vi ammiro moltissimo" Mamma Pinkytos non ce la può fare. 
Porcamiseria.
Non ne azzecca una. 
Però.  Però va preservata anche la sanità mentale dei suoi nani pane e salame, i quali ogni tanto hanno bisogno di tenere la schiena dritta con il metodo del bastone e la carota, di sapere che non c'è sempre la via d'uscita.
E vogliamo parlare della già precaria sanità mentale di Mamma P. che ogni tanto vuole stare cinque minuti nel bagno senza che nessuno entri e senza sentire urla tipo guerre puniche ed avere il forte sospetto che qualcuno stia ammazzando qualcun altro?
"Dovete insegnare ai vostri bambini a dire "Sono arrabbiato, mi aiuti?" "
Si, purché la rabbia non si traduca in sangue che scorre e finestre rotte. 
Sennò a calmarsi li mando a casa sua.
Non è facile mannaggialamiseria. 
Comunque ecco: i sensi di colpa sono annegati. Morti. Sepolti. Erano in troppi e non hanno rispettato il distanziamento sociale.
Adesso Mamma Pinkytos abbandona la stanza virtuale, che già il seminario on line le fa un brutto effetto.
Boicottaggio. 
La psicologa sta dicendo che quando scleri con i nani devi fare la farfalla. Oppure il gorilla. Ballare battendo i pugni sul petto. Per stemperare.
Ussignur. Due ceffoni no né?!
Ammutinamento.

domenica 3 maggio 2020

Domani

Il Morby aspetta la fine del lockdown più di Babbo Natale.
"Mamma, non vedo l'ora che sia domani!"
"Per fare cosa nano?" Chiede Mamma Pinkytos, temendo la delusione del nano piccolo, dal momento che le restrizioni sono tutt'altro che terminate.
"Per andare alla casa nuova".
Nella casa nuova non c'è neppure una sedia. Figuriamoci giochi.
"E cosa facciamo nella casa nuova?"
"Rotoliamo nell'erba."
L'idea le è sembrata tutto sommato buona.
Così- poiché Mamma Pinkytos ha bisogno di sole e cose nuove tanto quanto il suo nano - ha deciso che domani faranno uno spartano pic nic nel giardino della casa nuova. Seduti per terra. E se le sterpaglie cresciute nei due mesi di quarantena lo consentiranno, lei e i nani rotoleranno nell'erba per festeggiare.
Lei ed il nano Morby, per la precisione. Perché il Minty, da perfetto adolescente, è di umore nero e non ha nessunissima voglia di festeggiare un bel niente.
"Io non ho voglia di uscire.  Io voglio leggere."
"Ma nano... non ci sono cose che hai voglia di fare dopo due mesi chiuso in casa?"
"Sì. Assembrarmi."
"Suvvia nano, quello non è ancora possibile. Però domani possiamo fare una passeggiata. Non è bello?"
"No."
"Non è che abbiamo fatto solo cose schifose in questi due mesi. Ci sarà qualcosa che ti è piaciuto..." lo incalza Mamma P.
"Dormire."
Figata l'adolescenza. Soprattutto per i prossimi congiunti.
Visto che da domani saranno molto richiesti, quasi quasi Mamma P. offre il nano pre-pubere come prossimo congiunto. Per qualcun altro.
Le è ormai molto chiaro che il rientro dei nani nel mondo non sarà una passeggiata, anche se qualche passeggiata la faranno.
All'inizio sarà un po' come camminare sulla Luna in assenza di gravità.
Niente sarà come lo avevano lasciato e bisognerà riambientarsi.
E comunque il rompete le righe di domani sarà come il grammo di droga dato al tossico in astinenza. 
Al netto delle conseguenze e dell'impossibilità di farlo, anche Mamma Pinkytos ha voglia di assembramento pesante. Tipo concerti o stadio. Tipo teatri o cinema. Cose che solo a pronunciarle vieni multato e additato come anarco-insurrezionalista. Quindi fate finta di non  avere sentito, grazie.
Poi per essere felice le basteranno un cappuccino e brioche al bar, ma bisogna sempre puntare in alto per ottenere il minimo sindacale.
"Domani sarà bellissimo" le dice il Morby prima di dormire. 
"Una roba..." gli fa eco il nano grande.
Mamma Pinkytos pensa che è tutta una questione di punti di vista e che un po' forse hanno ragione tutti e due.


lunedì 27 aprile 2020

Gratta e Vinci

Oggi in Cina hanno riaperto le scuole.
Oggi in Italia si possono di nuovo comprare i Gratta e Vinci. E giocare al Lotto e al Super Enalotto.
La fine del lockdown è vicina.
Il 4 maggio inizierà la cosiddetta fase due. Che sarà uguale alla fase uno, però potremo lavorare e andare a trovare i congiunti o meglio il congiunto, uno per volta, per non assembrarci. 
Tutti con le mascherine, a mangiare il polpettone a distanza di due metri. 
Tutti con l'autocertificazione, nuova di zecca. Anche quelle sono usa e getta, come le mascherine.
"Niente party" ha tuonato il Presidente urbi et orbi e Mamma Pinkytos si è sentita anche un po' offesa, che non è che al rompete le righe siamo tutti lì in attesa di fare un rave.
Abbiamo anche altre priorità.
A Bergamo apriranno i parchi, ma non le aree per bambini, i cui diritti vengono dopo quelli dei cani e dei ciclisti.
Tutti a casa del sindaco, che di sicuro ha un giardino più grande di quello di Mamma Pinkytos, visto che stare all'aria aperta rafforza le difese immunitarie.
Genitori al lavoro (vivaddio, che stando in casa ci siamo abituati a mangiare parecchio e la vita costa), scuole chiuse e nani dai nonni, che poi sono i parenti di cui sopra e coincidono con le categorie a rischio.
Autogestione.
Se aneliamo la libertà e vogliamo che i nostri figli abbandonino il colore tipico degli Addams, sdoganiamo il cinquenne che fa attività sportiva o motoria individuale, solo soletto, visto che quella ludica o ricreativa non è consentita. Men che meno di gruppo. 
Incentiviamo l'autonomia.
Mamma Pinkytos vestirà M&M da piccoli ciclisti e li farà scorazzare per le strade in tenuta tecnica. Loro non giocano, loro si allenano. La loro mamma, per non passare inosservata, indosserà una tutina aderente di nylon fucsia e forse sarà la volta  buona che diventa come Cindy Crowford ai tempi d'oro.
Fa niente se la scuola non riapre. Tanto è ripartita l'edilizia scolastica. E abbiamo la didattica a distanza.
Qualcuno.
I nani di Mamma Pinkytos no, loro nulla di nulla. Niente lezioni on line, niente interrogazioni. Qualche studente non aveva supporti idonei. O tutti o nessuno. 
Nella Pinkytos' home governa l'anarchia. 
Minty e Morby non sanno più nemmeno che giorno è. Bivaccano per casa svogliati e costantemente affamati e sta alla mater Rottermaier tenergli la schiena dritta con un regime militare.
Si ha diritto al rancio, solo se guadagnato con sangue e sudore.
Il Minty sta studiando a memoria il "5 maggio". Ei fu, ma non di Covid, con buona pace dell'anima sua, come ha osservato giustamente il nano. 
Il Morby ha sostenuto tutte le prove Invalsi dal 1915 ad oggi.
Fatica inutile. La scuola la fanno su RAI Gulp. 
Eccerto. 
Però manca la socialità. Infatti il Morby sta socializzando tantissimo con i suoi peluches. E anche con quelli della Nonna R, via Skype. Fa la didattica a distanza lui. Fa l'appello, li schiera tutti davanti alla lavagna. Ci parla. Li mena pure. 
In questa situazione, qualche deriva psichiatrica è il meno.
Il Minty ha il suo harem di amiche alle quali telefona a rotazione, con turni ed orari prefissati. Mamma P. lo cerca e lui - che tende a prendere ogni cosa seriamente - è alla scrivania con le cuffie come un vero impiegato di call center. Disturbo narcisistico di personalità. 
Ma ha capito tutto, sa che saranno le donne  a salvare il mondo. E magari salveranno pure lui.
Se andiamo avanti così il gruppo delle mamme troveranno presto il vaccino per il Coronavirus sulla chat di classe. E mica perché non amano stare con i loro nani. Solo per amor di libertà.
Mamma Pinkytos dopo 63 giorni di lockdown si sente disinnescata.
Le pare di essere in un labirinto dal quale non riesce ad uscire.
Domani quasi quasi va a comprare un Gratta e Vinci.
Almeno quello.




venerdì 24 aprile 2020

Vezzi

Mamma Pinkytos ha bisogno di sole, di uno psichiatra e di un vestito verde come il giardino che non ha, non necessariamente in quest'ordine.
Ieri si è messa i bigodini, che fanno tanto Gina Lollobrigida. L'ha fatto per l'umore.
Oggi si è messa un vestito a fiori e, scusate se è poco, gli orecchini. No dico, non i jeans (che già rispetto al pigiama sono un passo avanti), ma gli orecchini. Che, per inciso, saranno l'unica cosa della vita di prima che dopo la quarantena le andrà ancora bene.
Ogni tanto un po' di femminilità ci vuole.
Sai mai che incontri Luca Argentero mentre fa le vasche nel corridoio.
Ogni donna ha i propri vezzi e, quando scoccano gli anta, ha bisogno di qualcosa che la faccia sentire più giovane. Un taglio di capelli, un colore, una gonna.
Mamma P., per esempio, ha l'apparecchio per i denti. Come una vera teenager. Si confronta sull'evoluzione dei fastidi dovuti a ganci e molle con le amiche del Minty. Parla sputacchiando come loro. Mangia omogeneizzati una settimana al mese, quando fa la visita di controllo e regola i punti di tensione. 
Il Morby voleva mettesse le stelline fucsia. Le è parso un po' eccessivo.
Mamma Pinkytos non ha pazienza per i trattamenti antirughe. Quelli anticellulite sono una battaglia persa.
Non ha nemmeno la pazienza di fare ricrescere i peli tra una ceretta e l'altra.
Non avrebbe avuto neanche la pazienza di abituarsi all'apparecchio se non fosse finita in ospedale subito dopo avere fissato l'appuntamento per toglierlo.
Ed è stato un bene perché avrebbe dato un pessimo esempio ai suoi nani. 
I giorni sono passati e il tempo cura tutto, anche il fastidio. Lei è una di prospettiva: la dentiera sarà una passeggiata.
In generale Mamma Pinkytos non è affatto zen. E in questi giorni lo è ancor meno. La reclusione sta diventando nociva per la sua salute. Perché anche la salute mentale è  salute.
Oggi con il vestito a fiori, i capelli ricci, gli orecchini e l'apparecchio Pinkytos vorrebbe  ammazzare qualcuno. O dare fuoco a qualcosa.
Così. Per il vezzo di raccontarlo allo psichiatra.


giovedì 23 aprile 2020

Drive in

Abbiamo cucinato che neanche Cracco in tutta la sua vita.
Abbiamo conosciuto meglio i nostri figli, mariti, animali domestici, cassetti della casa.
Abbiamo scandagliato il fondo di quegli armadi e armadietti che si aprono una volta ogni 25 anni, abbiamo tolto tutti gli scheletri, li abbiamo spolverati.
Abbiamo disegnato arcobaleni, cantato sul balcone, riesumato la macchina da cucire della nonna per fare mascherine inguardabili con la carta forno.
Abbiamo prodotto lievito madre, tanto da dovergli riservare una stanza intera della casa (e chissà perché non si chiama lievito figlio visto che bisogna fargli il bagno più che ai nani e rinfrescarlo ogni 3x2 neanche ci fossero 50 gradi).
Ci siamo goduti il tempo: dormendo, mangiando, meditando sulle sorti del mondo, correndo sul posto così tanto che, a confronto, Ben Johnson era pigro.
Quanto a Mamma Pinkytos ha fatto anche altre cose, in ordine sparso.
Tipo urlare come un'ossessa con i suoi nani fino a farsi sentire dai vicini e dai lontani (anche questo è un modo per soffrire meno il distanziamento sociale).
Tipo farsi fermare due volte per i controlli.
Una mentre era con i mostri e il coniglio al guinzaglio, allorquando ha spiegato pazientemente agli operanti che Mirtillo, in quanto animale domestico, godeva di dieci minuti di aria al giorno mentre i nani, sulla cui appartenenza alla razza umana, soprattutto di questi tempi, nutre più di un dubbio, è concesso stare all'aperto solo al seguito del peloso. Sono stati comprensivi e, mentre il Morby inseguiva il Minty armato di clava di legno urlando come Tarzan, hanno accarezzato il coniglio, fatto gli auguri alla mater disperata e se sono sono andati.
La seconda mentre con i calzini spaiati, le treccine da Pocahontas e la tuta da ginnastica stava andando a recuperare in studio i fascicoli per illudersi di lavorare da casa.
"Buongiorno, dove sta andando?"
"Al lavoro."
Sguardo inquisitorio.
"E dove lavora?"
"Nel mio studio."
"Cosa fa?"
"Duplice sguardo inquisitorio.
"L'avvocato."
Quadruplice sguardo inquisitorio e incredulo.
"Sa, non si incontra nessuno..." tenta di giustificarsi Mamma Pinkytos mentre il calzino grigio fa capolino da sotto i pantaloni, in netto contrasto con quello nero nell'altro piede.
"E sono uscita mentre i miei figli dormivano."
"E invece ha incontrato noi!"
Che sf... "Che bello. Almeno faccio quattro chiacchiere con qualcuno."
"Buona giornata. "
Sarà meravigliosa. A giudicare da come è iniziata.
Non è tutto eh.
Nemmeno se le ricorda Mamma P. tutte le cose che ha fatto in n. giorni di quarantena. Perchè sono così tanti che ha smesso di contarli.
Ha creato un arredamento da balcone con le cassette della frutta, eliminato valanghe di vestiti superflui (tanto non le andrà più bene niente). Organizzato due cacce al tesoro, due pic nic sul terrazzo, qualche aperitivo via Skype. Ha spedito regali e pensieri alle persone cui vuole bene.
Ha, come tutti, pensato che la vita di emme che faceva prima, scazzi compresi, pranzi saltati compresi era stupenda. E' arrivata a rimpiangerla come supremo punto di collisione tra la tensione al miglioramento e l'accettazione del sè, annessi e connessi.
Adesso anche basta,
Grazie e arrivederci.
Fermate il mondo, voglio scendere. Prima di ammazzare qualcuno, di prendere a testate il muro.
"Manca poco" dicono tutti "alla fine del lockdown."
Sì, a quando potremo andare al lavoro senza essere fermati e poi correre a casa.
A quando i nani, anarchici e descolarizzati, potranno fare il giro dell'isolato con la mascherina.
Al cinema drive in.
Porca miseria, il drive in.
A prima vista può anche sembrare figo, ma è la dimensione del problema.
Mamma Pinkytos è una da baci e abbracci. da pacche sulle spalle, da vigorose strette di mano. Da odori, sensazioni.
Sogna un cappuccino al bar con le amiche. Non al banco, se serve.
Sogna di viaggiare. Anche in bici o a piedi, se del caso.
Sogna che i suoi nani vadano a scuola, perché la scuola con un elenco di compiti mandati via mail non c'entra niente. Anche in mezzo a un prato, se è meglio.
Sogna che tanto non costa nulla e di tempo per sognare ce n'è.
Almeno fino al 4 maggio.
Il drive in nei suoi sogni non c'è. Le fa venire l'orticaria.

lunedì 20 aprile 2020

Comunque

Comunque da domani Mamma P. si mette a dieta.
Voglio dire, la quarantena potrà anche durare altri sei mesi, ma bisogna iniziare a pensare al dopo. E onestamente anche al durante, perché più mangi più mangeresti e le vettovaglie della spesa del sabato, se prima duravano, seppure con qualche restrizione (tipo l'immancabile pasta all'olio del venerdi a pranzo o la frittata del venerdi sera), fino al sabato successivo, adesso bastano a malapena fino al martedì. E vaglielo a spiegare alla Polizia Locale o all'esercito che noialtri si mangia per venticinque e che la spesa grossa la si fa tre volte a settimana. 
Urgono rimedi. Non tanto per questioni di linea, che tanto la prova costume quest'anno se va bene la facciamo sul balcone con quello della finestra di fronte che ci guarda da dietro la tenda (con la mascherina per non farsi riconoscere), ma insomma. 
Mangiare troppo è oggettivamente impegnativo. 
Le prime settimane di lockdown Mamma Pinkytos si è fatta prendere dalla pazza gioia. Veniva da una vita di stenti, nella quale trovare mezz'ora per pranzare era un lusso, e in ordine sparso ha preparato ravioli, lasagne, gnocchi, bignè, krapfen, pasta sfoglia, pizze, focacce, bretzel, torte varie echipiùnehapiùnemetta. Quasi tutto in dose doppia, una da mangiare una da congelare per i momenti difficili,  come si conviene in tempo di guerra.
Poi non c'è stato più spazio nel freezer. Poi non c'è stato più spazio nel frigorifero. Ed è toccato mangiare tutto. 
Solo che il tempo bisognava pur passarlo in qualche modo e via a cucinare di nuovo. Con i nani, senza, con Mister Baby, senza, un pochino anche con il coniglio, in videoconferenza, in diretta, al telefono, on line e off line.
Di qualcosa bisogna pur morire, pensava.
E a pancia piena tendenzialmente è meglio.
Inutile dire che ormai se Mamma Pinkytos conclude il pasto senza dolce, ha delle crisi di astinenza che neanche i ragazzi dello Zoo di Berlino.
Ha preso solo due kg, comunque.
Li butta giù quando vuole, comunque.
Con calma, a quarantena finita. Si potrà andare a prendere il gelato e per le torte farà troppo caldo.
Ieri sera Mamma Pinkytos si stava lavando i denti nel suo bagno. Rosa. Off limits ai maschi. Per modo di dire.
È entrato il Morby, al solito refrattario ai divieti. 
"Che culone mamma."
Mamma P. ha aperto il rubinetto alla massima potenza e ha fatto finta di non sentire.
"Davvero mamma."
"Sarà il pigiama" ha minimizzato Mamma Pinkytos.
"È più grande di ieri, comunque" ha chiosato il nano malefico.
Da domani si digiuna. Comunque.

domenica 19 aprile 2020

Finché c'è cioccolato c'è speranza

Le situazioni estreme sono un ottimo scenario per le osservazioni antropologiche.
Durante la lotta per la sopravvivenza, vedi subito chi scuoierebbe il suo dirimpettaio per un tozzo di pane e chi quel tozzo di pane lo dividerebbe in quattro. Chi è sospettoso per natura e combatte la sua guerra personale dentro le mura di casa e chi, in un modo o nell'altro, organizza eserciti.
Mamma Pinkytos è da sempre una fervida sostenitrice della condivisione e della socialità allargata. Caratteristica che, in questo momento, la rende molesta agli occhi dei più.
"Ho fatto i biscotti. Ne vuole un po'?"
Chiede premurosa alla vicina.
"Si possono disinfettare con l'amuchina?"
Di facce da Covid ce ne sono un'ampia gamma.
Ognuno reagisce alla crisi a modo proprio.
Mamma Pinkytos, per non sentirsi troppo inutile ed inoperosa, ha deciso di fare la volontaria. Consegna i farmaci a domicilio a chi ne ha bisogno.
E sulle facce da Covid ha un osservatorio privilegiato.
I volontari sono tanti. Tutti condividono con Mamma P. un'irrequietezza di fondo e tollerano particolarmente male la detenzione domiciliare.
C'è chi all'aiuto dedica un momento della propria giornata e ci sono i volontari "urbi et orbi". Ovvero quelli che contemporaneamente consegnano la spesa a domicilio da una parte della città e una bombola di ossigeno dalla parte opposta, promettendo che tra cinque minuti saranno a montare i mobili dell'ospedale da campo. Nei trasferimenti organizzano raccolte fondi per la Protezione Civile. Quanto ad ubiquità fanno concorrenza al Creatore. Il volontariato è il loro passepartout per la vita eterna e non vogliono perdere l'occasione per dare al loro karma la possibilità di reincarnarsi in qualcosa di migliore di una blatta. Sono un po' difficili da coordinare, ma preziosissimi per la collettività.
Il karma di Mamma P., visto il suo modesto contributo alla causa, può puntare al massimo all'ape o a qualche altro insetto utile.
Ogni pomeriggio dopo le 17, intabarrata come un palombaro, in macchina oppure a piedi a seconda della distanza (così anche se non accumula meriti per la prossima vita almeno smaltisce le lasagne del pranzo), parte con la sua quota di farmaci da consegnare. Spesso si perde perché, non so a voi, ma a lei la mascherina toglie la lucidità e anche il senso dell'orientamento.
Poi suona alla porta dello sconosciuto di turno. E l'umanità è assai varia.
Ci sono gli irriducibili, ai quali il virus gli fa un baffo. Aprono e, dopo che M.P. si è fatta sei piani di scale a piedi con un pacco che pesa più di lei prima della quarantena, la aspettano sul pianerottolo con la porta aperta senza guanti nè mascherina e nell'ordine la informano che:
1. c'é l'ascensore nèèè;
2. hanno preparato il caffè;
3. le medicine può portargliele dentro.
Cortesemente Mamma P. rifiuta, dicendo che ha ancora molte consegne e alcune sono urgenti. Cerca di rifiutare la mancia, senza riuscirvi (mica se la intasca! Le mance si mettono in una cassa comune per una donazione collettiva finale. Sennò addio ape!): "Bella, volevo offrirti il caffè. Allora ti do i soldi dom."
All'estremo opposto, tra le facce da Covid, ci sono i talebani dell'isolamento. Quelli per i quali il solo intravedere una figura umana sullo schermo del videocitofono è l'anticamera della terapia intensiva.
Mamma Pinkytos suona: "Buongiorno signora. Ho i farmaci da consegnare."
"Stia ferma lì".
Sono una statua di sale.
"Se mi apre il portone glieli metto all'interno."
"Non si muova. Non tocchi niente. Le butto i soldi dalla finestra."
Occhio alla mira...
Tempo zero e vicino ai piedi di Mamma P. atterrano cinque euro meticolosamente avvolti in un triplice strato di cellophane da pacchi e piombati con un sasso. Per poco in terapia intensiva non ci finiva lei. E non per Covid.
A metà tra i due estremi stanno quelli per cui la consegna dei farmaci è l'evento mondano del giorno o addirittura della settimana.
Stanno di vedetta sin dal mattino al balcone o alla finestra, attirando l'attenzione delle (per fortuna poche) persone che passano con fonemi in bergamasco quali "OH!" o "TEEEE!".
Quando finalmente la consegna tocca a loro, non riescono a nascondere l'entusiasmo. "Je per me!" affermano con malcelato orgoglio e rigorosamente con la "e" chiusa ai vicini sul balcone.
E lì arriva il bello. Perché inizia la caccia la tesoro.
"Ho mitìt i solch nel portaombrelli".
Due volte su tre del portaombrelli non c'è neanche l'ombra e quando Mamma P. alza gli occhi per chiedere lumi, il signor TEEEE non è più alla finestra. E nemmeno le ha detto il piano.
Le signore invece prediligono i vasi da fiori.
"I solch je nel vaso".
Peccato che di vasi ce ne sono 42 e la caccia al tesoro impegna Mamma Pinkytos 25 minuti sotto gli occhi divertiti dei 205 anziani alla finestra.
No Covid, no party.
Ma i preferiti di Mamma Pinkytos sono i goderecci, quelli che "Covid non ci avrai mai", che nemmeno in condizioni estreme rinunciano ai sacrosanti piaceri della vita.
Mamma Pinkytos citofona ad una nonnina per l'ultima consegna della giornata.
"Scendo, grazie."
La mater attende paziente.
L'arzilla ottantenne si palesa, vestita di tutto punto senza mascherina. Persino con le scarpe, che di questi tempi si vedono e usano meno di una Ferrari Testarossa in paese.
Tiene le distanze, prende il pacchetto, insiste per la mancia.
Abbozza, come spesso succede, una conversazione.
Le parole scambiate con i volontari sono, per qualcuno, le uniche della giornata, Per chi non esce da molto tempo, le uniche da oltre un mese.
"Lei dove va ora?"
"Torno in farmacia, a portare i soldi delle consegne."
"E che strada fa? Va di fretta?
"Ha bisogno di qualcosa signora?" Chiede Mamma P. intuendo un'esigenza.
"Vede, ieri un altro volontario mi ha portato la spesa grossa. Ma ha dimenticato la cosa più importante."
"Gliela compro io signora." Si offre Mamma P., immaginandosi la frugale cena della signora a base di patata lessa e dell'ultima pagnotta rimasta.
"Cosa le serve?"
Seria in volto, l'ottuagenaria le porge una banconota da dieci euro: "I Buondì al cioccolato, se mi fa la cortesia."
Mezz'ora dopo Mamma Pinkytos lasciava i Buondì al cioccolato fuori dalla porta della nonnina e pensava: "Andrà tutto bene".
Finché c'è cioccolato c'è speranza.



sabato 18 aprile 2020

La mamma dorme anche troppo

Prima Mamma Pinkytos non si fermava mai.
Era talmente abituata alla sua vita a mille all'ora, dove ogni cosa era incastrata tra le altre come la minuscola tessera di un puzzle da duemila pezzi, che in ogni raro momento di pausa si portava avanti per il giorno dopo. La spesa da fare, un fascicolo da studiare, le lasagne da congelare. Borse da calcio da preparare e svuotare, lavatrici da accendere in alternanza hitleriana con il forno e la lavastoviglie, compiti da controllare, nani da interrogare, impegni da organizzare e incastrare. I pellet per il coniglio chemannaggiamancanosempre!
Prima Mamma Pinkytos faceva l'avvocato. Da qualche anno, ovvero da quando i nani avevano iniziato a diventare un po' più autonomi e in suo soccorso era arrivata la mitica Baby Sitter Mirtilla Mary Poppins, riusciva addirittura a lavorare a tempo pieno per due giorni alla settimana. I viaggi di lavoro le sembravano vacanze. Fare mille km al giorno tra aereo e macchina partendo all'alba e tornando a tarda sera, erano una specie di spa per le sue orecchie, abituate alle urla belluine dei nani, i cui armistizi durano più o meno dieci minuti. Per il resto, botte da orbi con morti, feriti e armi varie, non sempre regolamentari.
Prima, ma molto prima, Mamma Pinkytos aveva anche un blog. Questo blog. Condivideva con x numero di mamme, nonne & Co. i suoi tormenti da mater non dormiens che, a titolo informativo, non sono ancora finiti, dal momento che il Morbillo, ormai ottenne e lungo più di un manico di scopa, si piazza in orizzontale nel talamo una notte sì e l'altra anche. Le piaceva scrivere, ma nelle giornate sempre più frenetiche di cui sopra, a un certo punto, di tempo per dedicare cinque minuti a sé stessa e alle sue riflessioni non ne ha avuto più. O forse, più del tempo, che è un concetto del tutto relativo, sono mancate le energie e la lucidità. Così il blog è diventato la sua rinuncia, il suo lusso da eliminare, come la sigaretta fumata di nascosto sul balcone.
Poi.
Poi il mondo è cambiato di colpo. Succede che ti svegli una mattina e non puoi più andare al lavoro, non puoi più uscire con gli amici. Dopo poco non puoi più uscire del tutto. Scuole chiuse. E quella casa da cui transitavi 7 ore al giorno come fosse la cuccetta di un ostello, diventa una prigione dorata.
I tuoi coinquilini maschi, 3 più il coniglio, diventano i tuoi compagni di reclusione in questo tempo sospeso.
Simpatici nèèè, ma a piccole dosi.
Mamma Pinkytos non sa cosa ci sarà dopo il Covid. A volte non dorme, ma è un lusso visto che prima non dormiva quasi mai.
E' preoccupata.
Per i suoi nani che non escono di casa da due mesi e, con la straordinaria capacità camaleontica che hanno i bambini, si stanno trasformando in due piccoli uomini di Cro Magnon.
Per lei medesima, che prima faceva l'avvocato e usciva di casa al mattino vestita decorosamente e truccata come un'umana e ora si è trasformata in una insegnante frustrata che tenta di inserire rudimenti di analisi logica in quel che rimane del cervello di due nani riottosi e refrattari, indossando la divisa da quarantena che dignitosamente cambia con la divisa di riserva in caso di macchie troppo evidenti ed i capelli raccolti in una crocchia all'ultima moda nelle rsa, fermata con la pellicola per alimenti. Sì perché l'unico vezzo che le è rimasto è quello di mettere sui capelli i più svariati ingredienti culinari (tipo uova, zucchero, miele o olio), nella speranza che a quarantena finita avrà i cappelli meravigliosi come Raperonzolo.
Se andiamo avanti cosi i suoi capelli avranno certamente la lunghezza di quelli di Raperonzolo, ma null'altro.
Preoccupazioni a parte, la mamma dorme anche troppo. La sveglia è diventata del tutto inutile visto che la sera pare non arrivare mai.
E poi cucina, prende dieci minuti di sole in terrazza, legge libri. Tutte cose che adora. Una vita meravigliosa. Lenta.
Così Mamma Pinkytos ha pensato che ogni accadimento negativo rappresenta un'occasione e contiene in sé il seme per il cambiamento. Non vuole stare tutto il giorno con le uova in testa per sempre (!), ma nemmeno tornare a correre senza pause, senza gustarsi il sapore di qualche momento di lentezza o dando per scontata la fortuna che ha.
Lei di cambiamenti e di momenti difficili nella vita ne ha affrontati tanti. Non sa come, ma sa che può farcela.
Mentre il sole le scalda la pelle, guarda i due mostri là dentro. Stanno vedendo Harry Potter in inglese. Se glielo avesse proposto tre mesi fa, le avrebbero tirato le pietre. Anche per loro il cambiamento è un'occasione.
Siccome da qualche parte bisogna cominciare, Mamma Pinkytos riparte da qui. Dalla sua sigaretta di nascosto sul balcone.
Anche se la mamma ora dorme anche troppo, è certa che le volete lo stesso ancora un po' di bene.